Arriva la firma dell’Italia alla campagna di Rondine per la riduzione dei conflitti armati. Il Premier Conte è il primo firmatario dell’Appello lanciato alle Nazioni Unite che impegna il costo di un’arma per una borsa di studio per futuri leader di pace
È l’Italia il primo Paese che si impegna a sostenere l’Appello che Rondine ha presentato ai 193 Stati membri delle Nazioni Unite il 10 dicembre 2018, in occasione delle Celebrazioni del 70° Anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. L’impegno è quello di spostare il costo di un’arma dal bilancio della difesa ad una borsa di studio per formare leader di pace. “Vi garantisco il mio pieno appoggio morale e non mi sottraggo all’impegno. Sono lieto di accettare il vostro invito a Rondine e nell’occasione della mia visita vi dirò quanto saremo riusciti a spostare dal bilancio della difesa per la formazione di leader di pace”, dichiara il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ieri mattina ha sottoscritto l’impegno in occasione dell’incontro con una delegazione dell’associazione Rondine, che da venti anni lavora per la riduzione dei conflitti armati nel mondo e la diffusione della propria metodologia per la trasformazione creativa del conflitto in ogni contesto. “Vi assicuro – continua Conte – che abbiamo sempre cercato di mettere il valore della persona al centro, come ho detto in diverse sedi parlando di un nuovo umanesimo. Dobbiamo afferrare l’essere umano, il che significa che tutti nasciamo con diritti solo per il fatto di essere nati, a prescindere anche dal luogo di nascita, longitudine e latitudine”.
Rondine ospita giovani provenienti da Paesi teatro di conflitti armati o post-conflitti in un borgo medievale in provincia di Arezzo: attraverso la convivenza quotidiana con il proprio nemico e un percorso di alta formazione, si preparano a diventare futuri leader di pace.
Oggi l’Associazione conferma e rilancia il suo impegno con la campagna Leaders for Peace: un gesto simbolico che ha la forza della concretezza in grado di cambiare la Storia, come dimostra la vicenda di Maria Karapetyan, una vera leader di pace che dopo solo due anni dal termine del suo percorso di formazione a Rondine è diventata una delle protagoniste della rivoluzione di velluto armena e oggi siede nel Parlamento del nuovo governo. Lei, attivista per i diritti civili, ha portato la voce delle donne armene nella politica, aprendo una nuova era per la nazione. “La rivoluzione di velluto è stata post moderna, frammentata e inclusiva. Nessuno avrebbe potuto prevedere questo processo. In questo è come Rondine, un luogo in cui lavoriamo e continuiamo a inseguire un sogno, finché non si realizzano le condizioni per concretizzarlo”.
Dopo l’appoggio morale del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il forte sostegno di Papa Francesco, che ha rilanciato l’Appello invitando i capi di stato a firmarlo, arriva il primo risultato concreto di una campagna che in tre anni si prefigge di portare risultati concreti sul fronte della pace. “L’obiettivo è la graduale estinzione dei contesti bellici dal pianeta, attraverso l’affermarsi della cultura di relazioni pacificate. Siamo fieri che sia proprio l’Italia ad aprire questo percorso – afferma il presidente di Rondine Franco Vaccari, – il Paese dove il Metodo Rondine è nato, nutrendosi delle sue radici culturali. Un metodo che ha già cambiato la prospettiva di oltre duecento giovani, che stanno lavorando in tutto il mondo per operare questo grande cambiamento”.
Attraverso la firma, l’Italia riconosce come emergenziale la questione dei conflitti armati e la necessità di diffondere tra i leader e i cittadini le abilità per trasformare positivamente i conflitti.