Danni e vittime nell’Italia sferzata da raffiche di vento: Coldiretti punta il dito contro la scarsa manutenzione del verde pubblico
L’ultima ondata di maltempo con forti raffiche di vento che ha colpito il Centro-Sud ha causato numerose vittime nelle grandi città a seguito della caduta di rami e alberi killer favorita dalla ridotta e improvvisata manutenzione.
E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che il verde urbano pubblico in Italia è aumentato del 3,7% in un quinquennio ed ha raggiunto nei capoluoghi di provincia oltre 564 milioni di metri quadrati che corrispondono ad una disponibilità media di 31,1 metri quadri per abitante.
Il verde pubblico è giustamente uno dei parametri che vengono utilizzati per valutare la vivibilità di un territorio e l’attenzione di una amministrazione per il benessere dei propri abitanti, ma questa valutazione non può essere disgiunta dalla verifica delle risorse economiche e delle professionalità che vengono investite per la manutenzione e la corretta gestione di queste aree.
Troppo spesso vengono realizzate aree a verde senza una adeguata scelta delle essenze più adatte a quel clima o a quel terreno o a quella posizione, di dimensioni inadeguate o sesti di impianto e distanze dal pronto effetto ma problematiche per la manutenzione. Altra tematica è quella della difesa fitosanitaria che è aumentata per l’aggressività di tanti patogeni introdotti negli anni da diverse parti del mondo, ma troppo spesso non affrontati adeguatamente, con conseguenze catastrofiche sulla bellezza dei luoghi, ma anche sulla loro sicurezza, con problemi di stabilità degli alberi.
In questo contesto particolare attenzione va riposta alle potature e allo sviluppo degli apparati radicali. L’aumento delle aree verdi va accompagnato da una attenta cura che spesso si scontra con i tagli finanziari che molte amministrazioni, in tempi di crisi, sono costrette ad operare sulla gestione del verde pubblico.
Quello che è indispensabile è la rivalutazione del ruolo degli agricoltori nella tutela del verde urbano così come previsto dalla legge di orientamento che consente ai comuni di delegare la manutenzione agli imprenditori agricoli ed evitare così una gestione improvvisata che mette in pericolo i cittadini.
Treni in ritardo: Codacons chiede rimborsi
Intanto tutti i viaggiatori rimasti bloccati nei treni che, a causa del maltempo e del forte vento, hanno subìto pesanti ritardi, devono essere risarciti. Lo afferma il Codacons, intervenendo sul caos ferroviario che ha colpito nelle ultime ore il paese.
“E’ inaccettabile che nel 2019 i treni si fermino per maltempo accumulando fino a 13 ore di ritardo, e ci chiediamo quale manutenzione venga eseguita sulla rete ferroviaria, specie quella convenzionale che, a differenza dell’Alta Velocità, è risultata particolarmente colpita dai disservizi – attacca il presidente Carlo Rienzi –. Trenitalia deve disporre, oltre al rimborso del biglietto, indennizzi per tutti i passeggeri coinvolti nei disagi, anche in considerazione del fatto che le condizioni meteo erano ampiamente previste e non si determina in tale circostanza la causa di forza maggiore”.
Se l’azienda non provvederà a riconoscere i diritti dei viaggiatori e disporre risarcimenti per gli utenti, scatterà una class action del Codacons contro Trenitalia per conto di tutti i cittadini rimasti bloccati nei treni – conclude l’associazione.