Il maestro Luisi, direttore musicale del Maggio Musicale Fiorentino, prosegue il ciclo sinfonico dedicato a Mahler. In programma, il 1° marzo 2019 alle ore 20, la colossale terza sinfonia in re minore, un poema musicale che Mahler stesso considerava eccezionale
Nuovo appuntamento per il calendario della stagione sinfonica del Teatro del Maggio: il 1 marzo alle 20 salirà sul podio il maestro Fabio Luisi, direttore musicale del Maggio Musicale per proseguire il suo percorso sinfonico dedicato a Gustav Mahler. In programma la colossale Sinfonia n. 3 in re minore per mezzosoprano, coro femminile, coro di voci bianche e orchestra. Mezzosoprano Christa Mayer. Il maestro torna dopo l’ultimo concerto mahleriano del 12 gennaio quando ha diretto la sinfonia n 7 in mi minore con la sinfonia n5 in si bemolle maggiore di Franz Schubert e le quattro recite di Die fliegende Hollander il suo primo titolo operistico wagneriano in Italia.
“La mia sinfonia sarà qualcosa che il mondo non ha ancora udito. Tutta la natura vi parla e narra segreti tanto profondi che forse possiamo sentire solo in sogno.” In queste parole di Mahler è già racchiusa l’essenza primaria della Sinfonia n. 3 in re minore, l’opera più lunga della sua produzione. Composta a più riprese tra il 1893 e il 1896, la colossale Terza Sinfonia segna una tappa mediana tra la Seconda e la Quarta con le quali condivide la stessa ispirazione poetica, per i riferimenti extra musicali al mondo del Des Knaben Wunderhorn, e la stessa struttura, per l’alternanza di movimenti puramente strumentali ad altri vocali. Articolata in sei movimenti divisi in due macro sezioni – la prima delle quali è occupata per intero dal primo tempo – la Terza è un poema musicale che abbraccia tutte le fasi evolutive in un crescendo progressivo e ascensionale, dal rapporto dell’uomo con la natura al rapporto con Dio. Anche in questa sinfonia Mahler segue un programma interiore, un’idea centrale dalla quale si sviluppa l’intera opera, approntando un programma descrittivo dei singoli tempi poi cassato in fase di pubblicazione. Nel lunghissimo primo movimento il compositore ritrae il risveglio delle forze telluriche che irrompono a passo di marcia. Tra squarci di trombe e corni e delicati motivi dei legni, i numerosi temi impiegati entrano in collisione tra loro in un vortice sonoro di dimensioni gigantesche, dove i riferimenti alla musica militare e popolare aggiungono mordente al clima di esaltazione dionisiaca: è l’estate vittoriosa che esplode in tutte le sue forme. Se il secondo movimento è un grazioso ritratto della bellezza della flora reso con toni cameristici e dal gusto un po’ rétro, il terzo è un fantasioso spaccato di vita animale in cui Mahler trasforma un Lied del Wunderhorn, Ablösung im Sommer, in una suggestiva pagina sinfonica caratterizzata dagli ironici battibecchi di una combriccola di pennuti e dalle movenze di danza contadina. Segue la contemplativa riflessione notturna sull’uomo, unico tra i viventi capace di comprendere nel profondo la sua condizione esistenziale, affidata alla voce di contralto che intona una nostalgica cantilena sui versi del Canto di mezzanotte di Nietzsche. I rintocchi di campane festose del penultimo movimento stemperano la tensione fin qui accumulata e accompagnano le voci degli angeli (coro di voci bianche), pronti a confortare l’animo dell’uomo penitente. Ma il punto di approdo finale di questo lungo tragitto è ancora più in alto: è l’amore supremo di Dio, raggiunto nell’ultimo movimento, uno struggente Adagio articolato in una serie di variazioni su un motivo caratterizzato da continui salti di quarta ascendente, espressione di un livello estatico e superiore da cui contemplare il mondo.