Indagine Coldiretti per l’8 marzo: il 31% degli italiani ha scelto le mimose un altro 3% si è orientato su altri fiori mentre un 21% ha scelto dolci, cioccolatini e altri doni
Mimose e fiori per quasi 1 donna su 3 (34%). E’ quanto emerge da una rilevazione on line della Coldiretti in occasione della festa dell’8 marzo sui regali più popolari per il tradizionale appuntamento che celebra la forza e il ruolo del mondo femminile nella società.
Se il 31% degli italiani ha scelto le mimose un altro 3% si è orientato su altri fiori mentre un 21% ha scelto dolci, cioccolatini e altri doni. C’è pero’ un consistente 45% che ha deciso di non regalare nulla, nonostante la forza celebrativa di una giornata che risale al 1908 quando un gruppo di operaie decise di scioperare per vedere riconosciuti i loro diritti, mentre è dal 1946 che in Italia le mimose sono state scelte come il simbolo dell’8 marzo grazie anche alla loro capacità di fiorire in anticipo rispetto alla primavera astronomica.
Quest’anno – sottolinea la Coldiretti – la produzione della mimosa è stabile rispetto allo scorso anno anche se ha dovuto affrontare il saliscendi dei cambiamenti climatici: partita in ritardo per il gelo e il vento della seconda metà di gennaio, ha recuperato in febbraio con la primavera anticipata.
Oltre a essere il simbolo della presenza femminile nel mondo, dalla famiglia al lavoro, la mimosa esprime anche un importante valore ambientale perché è realizzata in Italia con tecniche eco-compatibili soprattutto nei tipici terrazzamenti che si affacciano sul mare, altrimenti destinati al degrado e all’abbandono. I ramoscelli che verranno regalati sono praticamente tutti di origine nazionale e soprattutto della provincia di Imperia, in Liguria, dove si realizza oltre il 90 per cento della produzione italiana.
Dal punto di vista botanico si tratta in realtà un’acacia dealbata, arbusto sempreverde originario delle zone tropicali, che insieme al genere della mimosa appartiene all’unica famiglia delle Leguminose. Le varietà più diffuse sono la Floribunda e la Gaulois che è più rigogliosa. Le foglie di mimosa, composte da tante foglioline verde chiaro, in caso di pericolo (per esempio se vengono sfiorate o la temperatura supera i 20 gradi) si ritraggono, ed è per questo particolare atteggiamento che ha preso il nome scientifico “mimus”, dal latino attore mimico. La mimosa venne introdotta in Europa intorno al 1820 e con il passar del tempo riuscì ad adattarsi molto bene al clima Italiano, soprattutto nelle zone temperate come la Liguria.
Boom del prezzo delle mimose
I prezzi delle mimose sono aumentati all’ingrosso del 370% in una sola settimana per raggiungere il valore di 0,80 euro al chilo alla vigilia dell’8 marzo. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base delle quotazioni Ismea sul mercato di Roma.
Saranno circa 12 milioni i ramoscelli regalati in occasione della Festa delle donna con l’importo che sale ulteriormente per la vendita al dettaglio su valori che variano da un euro ai 15 euro per i mazzetti a seconda delle dimensioni mentre le piante, il cui prezzo va in base alla grandezza del vaso, variano dai 10 euro fino ai 60 euro.
Si tratta di valori molto lontani da quelli riconosciuti agli agricoltori che si sono peraltro ridotti rispetto allo scorso anno.