Fumata bianca al tavolo del latte a Sassari: trovato l’accordo a 74 centesimi al litro. Centinaio: “Quello di oggi è solo l’inizio”
Sul prezzo del latte si è trovato l’accordo a 74 centesimi al litro. “Dopo l’approvazione del decreto legge in Cdm per la crisi del settore lattiero caseario e ovi-caprino, oggi un’ottima notizia dal tavolo del latte che si è appena concluso a Sassari. È stato finalmente trovato l’accordo sul prezzo del latte tra pastori e trasformatori a 74 centesimi, con l’impegno di un conguaglio a novembre in base al prezzo di mercato del pecorino romano. È la dimostrazione che quando ci si siede a un tavolo con spirito costruttivo si raggiungono importanti traguardi. Posso assicurare che quello di oggi è solo l’inizio. Andiamo avanti e ci mettiamo a disposizione, lavorando in modo serio sull’organizzazione dell’intera filiera e il rilancio del settore come ho sempre promesso”. E’ quanto dichiara il Ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, sen. Gian Marco Centinaio.
Codacons: è accordo al ribasso
“Un accordo al ribasso che tuttavia non deve avere ripercussioni per i consumatori finali”. Lo afferma il Codacons, commentando l’accordo raggiunto tra le parti sul prezzo del latte.
“Il prezzo individuato è ancora molto lontano da quanto chiedevano i pastori, e non può essere interpretato come una buona notizia perché certamente non sana le gravi alterazioni che hanno caratterizzato il mercato del latte negli ultimi anni, grazie allo strapotere dell’industria – spiega il presidente Carlo Rienzi –. Ora, però, occorre prestare massima attenzione ai listini al dettaglio di tutti i prodotti derivati dal latte, per evitare che il maggior equilibrio nella filiera produttiva venga scaricato dalle aziende sui consumatori finali, attraverso un rincaro dei prezzi. In tal senso il Governo deve vigilare per evitare che siano gli utenti a pagare il conto delle distorsioni nel mercato del latte” conclude il presidente Codacons.
UNC: ottima notizia
“Ottima notizia. Siamo sempre favorevoli ad un libero accordo tra le controparti, in questo caso tra rappresentanti dei pastori e aziende di trasformazione, così come è un bene che il Governo ed il Prefetto abbiano svolto un ruolo di mediazione tra le parti” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Sarebbe stato invece inaccettabile l’imposizione di un prezzo politico ad 1 euro come si voleva fare inizialmente. Un ricarico del 66,6% che sarebbe stato traslato sui consumatori finali” prosegue Dona.
“Resta da capire come mai il libero mercato non funzionasse e per questo attendiamo un pronunciamento dell’Antitrust” conclude Dona.