Il Ministro dei beni culturali Bonisoli ha siglato memorandum con la Cina per la lotta al traffico illecito e al mercato nero e per la valorizzazione di 107 siti Unesco
Contrasto al traffico illecito di opere d’arte e scavi clandestini, migliore fruizione dei siti Unesco in Italia e in Cina e due gemellaggi: uno tra le città di Verona e Hangzhou; l’altro tra i paesaggi vitivinicoli del Piemonte e in terrazzamenti del Riso di dello Yunnan.
Lo prevede il pacchetto di intese – due memorandum e due patti di gemellaggio – siglati a Roma tra il Governo italiano e la Repubblica popolare cinese in occasione della visita del presidente Xi Jinping. In segno di leale e più proficua collaborazione tra i due Paesi, l’Italia ha restituito 796 reperti archeologi trafugati in Cina in epoche diverse e giunti clandestinamente nel territorio italiano, che in occasione del Forum Italia-Cina sono stati esposti a Villa Madama, e che per le celebrazioni del 50/mo anniversario dall’avvio delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi, che ricade il prossimo anno, saranno esposte in mostra a Pechino, nell’autunno del 2020. A sigillo dell’intesa il ministro per i Beni e le attività culturali Alberto Bonisoli e l’omologo cinese, Luo Shugang hanno siglato un documento simbolico, mentre per rafforzare i rapporti di cooperazione internazionale nella lotta al traffico illegale di opere d’arte, i due ministri hanno sottoscritto, nel corso del Forum culturale Italia-Cina, un Memorandum per la prevenzione di furti, scavi clandestini, transito illecito di beni culturali al fine di favorirne la reciproca restituzione. L’accordo, che prevede, fra le altre cose, l’istituzione di un gruppo di lavoro composto dal segretario generale del Mibac, dal personale del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e dal direttore generale del dipartimento Affari esteri dell’amministrazione nazionale per il patrimonio culturale della Repubblica Popolare Cinese (NCHA), inaugura una nuova stagione nei rapporti tra Italia e Cina e favorisce la promozione di attività di formazione fra i due Paesi nell’ambito dell’amministrazione, della catalogazione e del monitoraggio dei mercati, della gestione, dell’importazione e dell’esportazione di beni culturali, da realizzare attraverso l’interscambio di visite e competenze, ma anche corsi di formazione tra le strutture inquirenti specializzate, sulla base dei regolamenti dei due Paesi e della normativa applicabile in materia di cooperazione internazionale di polizia.
Mira, invece, a valorizzare e migliorare la fruizione dei siti divenuti patrimonio dell’umanità italiani e cinesi, il memorandum sottoscritto dalla sottosegretaria per i Beni culturali Lucia Borgonzoni e dal direttore generale dell’amministrazione nazionale per il Patrimonio Culturale (NCHA) della Repubblica Popolare cinese Liu Yuzhu. Entrambi i Paesi contano, infatti, 107 siti Unesco su 1.092 iscritti nell’Heritage List: 54 si trovano in Italia, 53 in Cina. Non a caso, in questa cornice, si inseriscono anche il gemellaggio tra la città di Verona e la città di Hangzhou e quello fra l’associazione per il patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, del Piemonte, e il comitato di gestione per il Patrimonio dei “Terrazzamenti del Riso di Honghe Hani” della contea dello Yunnan.
“Nel 2020 ricade il 50/mo anniversario dell’avvio delle relazioni diplomatiche tra i nostri Paesi. Sarà l’anno del gemellaggio culturale tra Italia-Cina – ha dichiarato il ministro per i Beni e le attività culturali Alberto Bonisoli -. Contiamo di avviare collaborazioni in diversi campi: dalla musica all’arte contemporanea, dal design alla gestione del paesaggio, ma anche nella formazione”. “Intanto abbiamo cominciato – ha continuato – restituendo 796 beni trafugati alla Cina. Ho già concordato con il ministro della Cultura cinese, che le opere saranno esposte in mostra a Pechino, nell’ autunno del 2020”.
“La restituzione delle opere trafugate si inserisce – ha concluso – nel solco dell’azione di Governo che stiamo portando avanti. Non è la prima volta che restituiamo opere recuperate in Italia, dove erano arrivate illegalmente, ad altri Paesi. Andremo avanti in questa direzione, perché la nostra ‘mission’ è azzerare il mercato nero e il traffico illecito dei beni culturali”.