Modena: finti esami per il permesso di soggiorno, 5 arresti


A Modena la Polizia ha arrestato 5 persone, altri 25 indagati: scoperti finti esami di Italiano per far ottenere il permesso di soggiorno

A Modena la Polizia ha arrestato 5 persone, altri 25 indagati: scoperti finti esami di Italiano per far ottenere il permesso di soggiorno

Esami fittizi sulla conoscenza della lingua italiana per far ottenere il permesso di soggiorno. Questo è il motivo che ha portato all’arresto di cinque persone da parte della Squadra mobile di Modena accusate di corruzione, falsità ideologica, truffa, contraffazione di documenti necessari per il rilascio del permesso di soggiorno per lungo periodo ed indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato. Altre 25 persone sono indagate.

L’attività della Squadra mobile ha fatto luce su un sistema che faceva capo ad un “Centro di Formazione Linguistico” accreditato presso l’università per Stranieri di Perugia. A chi doveva sostenere gli esami per ottenere l’attestato di conoscenza della lingua italiana, venivano fornite risposte già compilate o aiuti dalla commissione compiacente.

Nelle sessioni di esame tenutesi tra luglio e settembre del 2018 tutti i candidati risultavano promossi, mentre nell’ultima prova, quella che si è tenuta nel mese di novembre, quando l’Ateneo perugino, in accordo con la Polizia, ha sostituito il giorno stesso i fascicoli di esame, tutti i candidati sono stati bocciati.

Nel corso dell’indagine, come si legge sul sito ufficiale della Polizia di Stato, è stato riscontrato che, alcuni cittadini stranieri hanno sostenuto le prove d’esame all’interno di un phone center modenese o in altri luoghi non idonei, per poi essere falsamente inseriti in elenchi di prove di esame sostenute presso i centri autorizzati dall’Università, in palese contrasto con le normative previste.

Un giro di affari che, nelle sedi d’esame sparse in varie città del nord Italia, fra Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna, ha coinvolto più di 6 mila stranieri i quali, a fronte del pagamento di svariate centinaia di euro, somme rigorosamente in contanti che andavano da 450 euro a 700, richiedevano e ottenevano, pur non avendo i requisiti, l’ambito certificato “CELI” (certificato di lingua italiana).