Il consiglio dell’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna interviene sul tema del counseling: la persona che necessita di un intervento psicologico professionalmente qualificato, infatti, rischia di trovarsi esposta all’operato di altre figure, come i counselor o i coach
Il consiglio dell’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna desidera chiarire la propria posizione sul tema del counseling e informare la cittadinanza, al fine di tutelarla al meglio. La persona che necessita di un intervento psicologico professionalmente qualificato, infatti, rischia di trovarsi esposta all’operato di altre figure, come i counselor o i coach, che possono occuparsi soltanto di ambiti limitrofi a quello psicologico e non prevedono la garanzia di un controllo anche deontologico istituito per legge sul loro operato, come invece è previsto per gli psicologi regolarmente iscritti all’albo.
Va chiarito che il counseling – che letteralmente significa semplicemente “consulenza” – si configura come consulenza prettamente psicologica quando è un processo finalizzato ad aiutare a risolvere un problema di disagio o malessere o a prendere una decisione in un arco di tempo breve e delimitato. Può essere rivolto a una singola persona, ma anche a famiglie, comunità, enti, ecc. Comprende tutte le attività caratterizzanti il lavoro dello psicologo, come l’ascolto, la definizione del problema, la valutazione e l’empowerment necessari alla formulazione dell’eventuale, successiva, diagnosi o all’individuazione delle cause che determinano la problematica presentata.
Lo psicologo si pone l’obiettivo di sostenere, motivare, abilitare o riabilitare il soggetto, all’interno della propria rete affettiva, relazionale e valoriale, al fine anche di esplorare difficoltà relative a processi evolutivi o involutivi, fasi di transizione e stati di crisi anche legati ai cicli di vita, rinforzando capacità di scelta, di problem solving o di cambiamento. In tutti questi contesti, quindi, è importante che i cittadini si rivolgano a professionisti specializzati, al fine di tutelare al meglio la loro salute.
Per l’estrema delicatezza degli ambiti in cui ci si trova ad agire, è evidente che un cattivo intervento di counseling non è neutro e senza effetti, ma è dannoso e può anche essere molto pericoloso per la salute e il benessere delle persone. Lo psicologo affronta un percorso formativo lungo e qualitativamente adeguato, che non si esaurisce con il conseguimento del diploma di laurea. Per poter esercitare la professione occorre, oltre alla laurea magistrale in psicologia, effettuare un tirocinio della durata di un anno, sostenere un esame di Stato e iscriversi all’albo.
L’Ordine sottolinea che il counseling teso alla cura del benessere personale e alla promozione dell’equilibrio tra sé e l’ambiente circostante, anche dove non ci siano situazioni patologiche, sia di pertinenza della professione di psicologo, che con la legge 3/2018 è stata inoltre riconosciuta definitivamente quale professione sanitaria, ricordando la famosa definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: “La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non consiste soltanto in un’assenza di malattia o di infermità”.