Dal vicepremier Salvini, impegnato a Cagliari in un summit con pastori e agricoltori, impegni su etichetta d’origine e difesa del Made in Italy nei trattati
Quasi cinquemila tra agricoltori, allevatori e pastori hanno partecipato al summit della Coldiretti in Sardegna con il presidente nazionale Ettore Prandini e il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini a Cagliari.
In una fiera gremita con molte persone rimaste in piedi, Salvini è stato accolto dal presidente della Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu, ricevendo in dono “Sa Bertula”, l’antica bisaccia dei pastori simbolo della tenacia del popolo sardo a difesa delle proprie tradizioni. Il vicepremier ha annunciato davanti all’assemblea il suo impegno per la difesa del Made in Italy dalle imitazioni anche negli accordi internazionali, a cominciare da quello in discussione sul Mercosur.
Al vicepremier Salvini gli agricoltori e i pastori della Coldiretti hanno rivolto anche un appello affinché si favorisca la programmazione di filiera garantendo un equo compenso agli agricoltori superiore ai costi di produzione ponendo fine a speculazioni e distorsioni di mercato. Una esigenza per valorizzare le grandi potenzialità dell’agroalimentare sardo che – conclude la Coldiretti – è stato protagonista di una maxiesposizione visitata dal vicepremier.
Occorre rendere disponibili al più presto i nomi delle aziende che importano alimenti dall’estero per rivenderli sotto la copertura di marchi nazionali. E’ quanto ha chiesto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini all’incontro con Salvini.
“Grazie allo storico pronunciamento del Consiglio di Stato del 6 marzo 2019 è infatti caduto il segreto di Stato sui cibi stranieri che arrivano in Italia e – ha sottolineato Prandini – “occorre definire subito le modalità attraverso cui saranno rese disponibili le informazioni relative alla destinazione dei prodotti agroalimentari stranieri importati in Italia”.