La relazione annuale del Garante per l’infanzia a Reggio Calabria: occasione per evidenziare le lacune di una società poco presente verso i minori
Finito da pochi giorni l’incontro dei Garanti di mezza Italia a Reggio Calabria che diventa occasione per evidenziare le lacune di una società non solo governance, poco presente verso i minori.
Un auditorium stracolmo di giovani quello di Palazzo Campanella, nella sede del consiglio regionale calabrese, ma anche di figure istituzionali politiche religiose e delle forze dell’ordine, che ha mostrato indubbiamente un momento in cui il fanciullo è protagonista. Una figura sempre più debole e sola, in una società dove la genitorialità ha problemi trasversali e, la scuola fa un po’ di disordine nella gestione dell’educazione scolastica. Sono indubbiamente cambiate le figure di genere. E, anche qui, c’entra la dispersione scolastica, in una regione, quella di Calabria, che riesce a regalare dati sconvolgenti sullo sbrancamento delle risorse minorili. Lasciando ai margini i più sfortunati.
Esiste oggi, una legislazione specifica, che permette, ha permesso dal 2000, di istituire un Garante per l’Infanzia. Anche se non tutte le città italiane hanno aderito alla nomina di questa figura socio-assistenziale nel mondo minorile. Dal 2016, in Calabria, il Garante per l’Infanzia e l’adolescenza della Regione è Antonio Marziale, Fondatore e Presidente dell’Osservatorio sui diritti dei minori, consulente della Presidente della Commissione Parlamentare per l’Infanzia e, a vario titolo, importanti funzioni di grandi responsabilità e, soprattutto: promotore, divulgatore, sostenitore, difensore di un mondo in cui la new generation è divenuta sempre più fragile, sola e indifesa.
Il diritto alla salute, questo il progetto realizzato sin dal suo insediamento da Garante, in un progetto che ha visto l’istituzione di un reparto di terapia intensiva Pediatrica, dalla nascita al diciassettesimo anno di età all’ospedale dell’Annunziata a Cosenza. Un nosocomio all’avanguardia, sulle patologie neonatali e per la dotazione strumentale. Un salva vita che può diventare punto di riferimento per l’Italia meridionale. Con il Garante Marziale il commissario Scura è stato sensibile al progetto: quattro posti di terapia intensiva accettati. Un fiore all’occhiello per la regione. In sette mesi 23 bambini ricoverati, 10 ricoveri diretti, 13 trasferiti in altre U.O. Deceduti 3.
“io non sono un pubblico ministero, ma quando si parla di tutela dei minori bisogna avere il coraggio della denuncia. No, uno schiaffo agli interlocutori ma che sia da sprone da quello ciò che dobbiamo fare. Chi sta da una parte dei bambini non sta né a destra neppure a sinistra neppure al centro. Le cose le deve dire le cose. Un mondo dove ci sono bimbi che scappano guerra alla fame, alla carestia, e vengono lasciate in mare per giorni e giorni è lontano dai diritti dei minori. Comunque la si pensi. Perché i bambini sono cittadini del mondo. Lo dice la carta della convenzione internazionale sui diritti dei minori”. Così ha esordito il Garante calabrese in un silenzio plateale. Hanno partecipato alla tavola rotonda i garanti per lo più di un sud attento, quali la Basilicata, Campania, Puglia, Sicilia e Lazio, ma anche il Molise la Lombardia e le Marche. Il Presidente dell’Unicef Italia, dott. Francesco Samengo ha ribadito sulla povertà allarmante che preoccupa. “Lo sostiene con dati certi l’ISTAT: un milione duecento mila bambini in povertà assoluta, duemila in povertà relativa”. L’ UNICEF si occuperà anche dell’Italia ha sostenuto, presentando progetti interessanti. Il Presidente del consiglio regionale calabrese Nicola Irto ha ricordato che l’11 aprile a Bruxelles nella seduta si approverà, nell’organismo che ospita i presidenti dei consigli Europa, un impegno tra UNICEF Europa e Italia, insieme ad altre attività. Finalmente Protagonisti in Europa.