Dieci anni fa il terremoto a L’Aquila che causò 309 vittime e oltre 1600 feriti: nella città abruzzese la commemorazione delle vittime
Dieci anni fa, alle 3,32, un sisma sconvolse la città dell’Aquila. Il carico di dolore per le 309 vittime e gli oltre mille e seicento feriti non si è ancora spento; chi è sopravvissuto al cataclisma ha visto la propria vita cambiata e stravolta per sempre. La ricostruzione per rimettere in piedi un’intera città con le sue case, le sue infrastrutture, i servizi pubblici non è impresa da poco e oggi sarà anche il momento per fare il punto sul futuro della città e dei suoi abitanti.
Tante le autorità presenti a rendere omaggio alle persone scomparse, ai sopravvissuti e ad una città intera.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha partecipato alla fiaccolata notturna che con un lungo serpentone ha illuminato tutta la città.
Tra le tante iniziative attraverso le quali l’Italia si è stretta intorno a tutti gli aquilani, questa mattina a Coppito, nella sede della Scuola della Guardia di finanza che ha ospitato per mesi tanti sopravvissuti, si è svolta una cerimonia alla quale ha preso anche parte il capo della Polizia Franco Gabrielli, che all’indomani del sisma, fu nominato prefetto della città.
Nel corso dell’incontro è stato ricordato il ruolo delle Forze dell’ordine nelle operazioni di primo soccorso post terremoto e di aiuto alla popolazione.
Durante il suo intervento il prefetto Gabrielli ha ricordato che “Non bisogna dimenticare che vicende come queste poggiano principalmente sul dolore e sulla tragedia di tanta gente. Qui, subito dopo il sisma, sono stati compiuti fatti straordinari. Un vero esercito di popolo, per dirlo alla Zamberletti, si è attivato per far fronte alle esigenze di protezione civile.
Novanta mila giovani, donne, anziani sotto l’egida della Protezione Civile hanno dato il meglio di loro stessi. Le azioni e le tante attività messe in campo nel “durante” sono state eccezionali.
Importantissimo è stato il contributo fornito dalla scuola della Guardia di Finanza di Coppito e dai suoi uomini e donne che in quei 13 mesi ci hanno accompagnato, seguito, coccolato con attenzione, cura e discrezione. La Scuola è divenuta lo Stato.”
Il capo della Polizia ha poi concluso affermando che: ” Dobbiamo un po’ tutti ritararci e, proprio nell’esempio di quello che fecero i finanzieri, riposizionare ognuno di noi nell’unica ottica possibile: al servizio delle comunità che ci sono state affidate”.