Allarme del WWF in un incontro al Bioparco: se non si affrontano le criticità entro 100 anni l’orso bruno marsicano rischia di estinguersi
I più recenti studi hanno dimostrato come la popolazione dell’Orso bruno marsicano sia esposta ad un rischio significativo di estinzione entro i prossimi 100 anni se non verranno risolte con successo le principali criticità che la minacciano, come l’elevata mortalità per cause legate all’uomo.
Questo l’allarme con il quale si è aperto nei giorni scorsi al Bioparco di Roma (sala dei Lecci) il Convegno nazionale organizzato dal WWF Italia per la conservazione dell’Orso bruno marsicano. In platea c’era anche Fulco Pratesi, presidente onorario del WWF Italia e protagonista delle battaglie per la conservazione dell’orso bruno marsicano fin dal 1966.
“Insieme per il futuro dell’Orso bruno marsicano in Appennino” non è solo il punto di arrivo di un percorso di confronto tra esperti della specie e tra comunicatori specializzati su temi naturalistici, ma anche un punto di partenza per rilanciare e rinvigorire lo sforzo comune contro l’estinzione del plantigrado più raro del mondo.
Nelle settimane scorse, infatti, il WWF ha riunito i maggiori esperti della specie e i rappresentanti dei principali organi deputati alla gestione e conservazione dell’orso marsicano, stimolando un confronto d’idee su questa popolazione unica al mondo e riflettere su come rilanciare le azioni di conservazione previste nel Piano d’Azione per la Tutela dell’Orso marsicano, in vigore ormai da 9 anni, alla luce delle nuove conoscenze ed esperienze accumulate in questi anni. In parallelo, dato l’importante ruolo svolto dalla comunicazione nel favorire la convivenza tra il plantigrado e le attività umane, il WWF ha anche promosso un incontro in cui, alla luce dell’esperienza delle aree protette e dei progetti LIFE attivati negli anni passati, sono state condivise le migliori esperienze di sensibilizzazione ed evidenziate le principali lacune nella trasmissione di informazioni puntuali e corrette come quelle già messe in campo dai diversi soggetti responsabili per individuare nuove forme, ancora più efficaci ed innovative, di comunicazione e sensibilizzazione.
A introdurre la giornata è stato il direttore generale del WWF Italia, Gaetano Benedetto, che ha portato i saluti della presidente Donatella Bianchi, e ricorda quanto il WWF sia da sempre in prima linea per la conservazione delle specie iconiche, in Italia come nel mondo.
“Se c’è una cosa rispetto a cui il WWF non si rassegna è che, in un Paese come questo, i successi di conservazione di cui dovremmo vantarci siano stati trasformati in elementi di problematicità con aspetti percettivi amplificati da parte della comunicazione. Invece di trovare le risposte ai problemi in una corretta gestione, la si trova nell’abbattimento di lupi o orsi e tutto questo è inammissibile, non solo da un punto di vista di valore, ma anche sul piano logico- ha spiegato Benedetto-. Riguardo al piano lupo ci siamo battuti con forza per l’eliminazione degli abbattimenti, per cui ringraziamo il ministero dell’Ambiente e che speriamo prosegua nella conferenza Stato-Regioni; mentre sull’orso bruno marsicano dobbiamo promuovere un aspetto partecipativo che garantisca una coesione fra scienza, gestione e amministrazione delle risorse naturali. E’ evidente che oggi si verifichino problemi di convivenza con la natura, ma è anche di evidenza che si è troppo spesso abituati ad affrontare il problema eliminandolo, più che risolvendolo e imparando a conviverci”.
“Questo convegno deve essere solo l’inizio di un percorso virtuoso dove è fondamentale la partecipazione di tutti per affrontare gli elementi di problematicità, senza dimenticarci che quando parliamo di orso parliamo di una specie dal significato iconico,che non solo è simbolo del Parco Nazionale d’Abruzzo, ma è elemento che caratterizza pienamente un territorio e con questo convive, convive con la sua economia, con i suoi abitanti e con le sue attività turistiche e produttive”. E ha concluso: “Le best practices devono essere linee guida di questo percorso”.
La IUCN riconosce nell’orso bruno marsicano una popolazione a grave rischio di estinzione, per questo “è necessaria una strategia di conservazione a lungo termine– spiega Paolo Ciucci, ricercatore dell’Università La Sapienza di Roma-. Le ultime tecniche di monitoraggio non invasive ci portano a stimare circa 50 orsi bruni marsicani in Appennino, con circa 3-11 cuccioli all’anno. L’orso marsicano è tornato all’attenzione nazionale e nell’ultimo decennio la popolazione è stabile, ma deve essere ridotta la mortalità infantile e delle femmine”.
“Servono il supporto da parte del pubblico e la volontà politica necessaria per sostenere adeguatamente le iniziative di conservazione. La scienza da sola non fa la conservazione”, aggiunge il professor Ciucci.
“Al tavolo tecnico, fra i temi affrontati c’è la necessità di eliminare il randagismo canino e approfondire le cause mortalità dell’orso bruno marsicano, ma anche le uccisioni illegali, la diffusione di patologie e gli interventi da mettere in atto per mitigare gli impatti di strade, ferrovie e altre criticità sull’orso”, spiega Marco Galaverni, responsabile specie e habitat del WWF Italia.
Al convegno, che ha l’obiettivo di mettere a fuoco le nuove sfide necessarie per garantire la conservazione dell’Orso bruno marsicano nel lungo periodo, hanno preso parte tutte le organizzazioni che ad ogni livello si occupano della conservazione della specie, dai rappresentanti dei parchi nazionali e regionali alle riserve naturali, dalle regioni ai Carabinieri forestali, dal mondo accademico agli operatori economici, dagli esperti di comunicazione alle associazioni ambientaliste oltre intervenuta anche il direttore generale della Direzione per la Protezione della Natura e del Mare del Ministero dell’Ambiente Maria Carmela Giarratano.