Da venerdì 19 aprile a Matera si inaugura una grande mostra dedicata alla storia artistica e culturale dell’Italia tra ‘400 e ‘500: “Rinascimento visto da Sud” rovescia l’ottica abituale su questo periodo storico mettendo il Sud al suo centro. Dipinti, sculture, miniature, medaglie, oreficerie, maioliche, libri e stampe ma anche oggetti preziosi, carte geografiche, portolani, strumenti di navigazione con l’obiettivo di mettere a fuoco una storia originale, diversa da quella sviluppata nelle grandi capitali del centro e del nord
Venerdì 19 aprile 2019 alle ore 9.00 a Matera, presso il Museo di Palazzo Lanfranchi sarà aperta al pubblico la mostra Rinascimento visto da Sud. Matera, l’Italia meridionale e il Mediterraneo tra ‘400 e ‘500 a cura di Marta Ragozzino, Pierluigi Leone de Castris, Matteo Ceriana, Dora Catalano e co-prodotta dal Polo Museale della Basilicata e dalla Fondazione Matera-Basilicata 2019.
La mostra rimarrà aperta fino al 19 agosto 2019 e potrà essere visitata durante le ore di apertura del museo [ore 9.00 – 20.00 / Mercoledì ore 11.00 – 20.00].
Appuntamento del programma culturale di Matera – Basilicata 2019, la mostra – come scrive Marta Ragozzino nel testo di presentazione del catalogo – «affronta in primo luogo il tema del “viaggio” che, non a caso, ci porta proprio tra le sponde del Mediterraneo per raccontare in un modo diverso uno dei periodi più interessanti, ricchi e complessi della storia della cultura e delle arti. In secondo luogo uno speciale “cambiamento di prospettiva” che ci permette di guardare questo periodo, così indagato e conosciuto, da un’angolatura, invece, completamente nuova: scegliendo l’ottica del “pensiero meridiano” e sperimentando una visione che mette al centro l’Italia meridionale, nell’anno di Matera Capitale Europea della Cultura. L’idea innovativa che guida il progetto è quella di rovesciare il punto di vista tradizionale su questo decisivo periodo della storia europea, nell’ambito di un’articolata rilettura trasversale, particolarmente attenta al contesto storico e alla dialettica tra “centro e periferia”, in cui a fianco delle arti emergono necessariamente anche gli altri aspetti della cultura e del pensiero».
Una storia meridiana, fatta di contaminazioni culturali e scambi intensissimi tra le sponde del Grande Mare, in quel secolo speciale durante il quale, con la scoperta dell’America, si è ‘allargato’ il mondo. Che mostra come e quanto questo spazio equoreo sia stato percepito come esiguo, facilmente percorribile e passibile di continui rapporti e, allo stesso tempo, avvertito come vasto, irrelato e ostile.
In Palazzo Lanfranchi e nell’attigua chiesa del Carmine ad essere proposta, in un percorso arricchito da grandi immagini e postazioni multimediali di approfondimento, è una stimolante rilettura di testimonianze culturali e scientifiche le più diverse: dipinti, sculture, miniature, medaglie, oreficerie, maioliche, libri e stampe ma anche oggetti preziosi, carte geografiche, portolani, strumenti di navigazione con l’obiettivo di mettere a fuoco una storia originale, diversa da quella sviluppata nelle grandi capitali del centro e del nord, come Firenze, Milano, Venezia, Roma, seppur continuamente interconnessa agli eventi e ai linguaggi che caratterizzarono queste capitali.
«Tra le principali opere esposte – anticipano i curatori – la quattrocentesca Carta del navegar di Albino da Canepa, insieme a molte altre carte, mappamondi, portolani e strumenti di navigazione. La grande Pianta prospettica di Venezia di Jacopo de Barbari a confronto con la Veduta di Napoli della Certosa e Museo di San Martino, medaglie e fogli miniati che raccontano dei protagonisti della vicenda storica che la mostra illustra, accompagnate dalla maestosa Incoronazione di Alfonso II d’Aragona dal Bargello.
Il Martirio di Santa Lucia di Martorell da Barcellona con la Santa Lucia di Alvaro Pirez di Nola recentemente restaurata, L’Adorazione dei Magi tratta da Van Eyck dei Musei Reali di Torino, preziose opere di Colantonio e Antonello da Messina, tra le quali le tavolette di Reggio Calabria, due opere di Jacomart Baço accanto a opere di pittori spagnoli attivi in Sardegna come Thomas e Figuera e poi Francesco Laurana, Domenico Gagini e la superba Testa di cavallo di Donatello, dal Museo Archeologico di Napoli. L’Annunciazione di Bartolomeo Vivarini da Modugno, il San Girolamo di Lazzaro Bastiani da Monopoli, il polittico di Michele da Valona di Guglionesi, per illustrare i rapporti di dare e avere sulla sponda adriatica. E poi libri, codici, il Busto di Carlo V del Montorsoli, il Ritratto del Sultano Solimano di Hieronymus Hopfer, ma soprattutto lo Studio preparatorio per la Madonna del pesce di Raffaello e i dipinti a questa collegate di Cesare da Sesto, Girolamo da Salerno, Giovan Francesco Penni, Giovan Filippo Criscuolo e del notevole Andrea Sabatini. Grandi polittici dalla Basilicata interna e opere venete giunte in Puglia, tra cui dipinti di Lotto, Pordenone, Paris Bordone e altre opere che sorprenderanno i visitatori per finire con capolavori di Polidoro da Caravaggio e Pedro Machuca». A comporre una spettacolare, intensa mostra affresco.
«La grande mostra sul Rinascimento visto da Sud – dichiara Salvatore Adduce, presidente della Fondazione Matera Basilicata 2019 – ci offre la testimonianza di come, anche in una delle fasi più elevate della civiltà europea, il Mezzogiorno abbia avuto un ruolo da protagonista, a partire dal suo ruolo di hub tra il Mediterraneo e il continente. E’, in tutta evidenza, un tema di strettissima attualità che declina una delle principali direttrici di sviluppo della capitale europea della cultura. Nel 2019 da un piccolo centro del sud, Matera, si diffonderà il meglio delle produzioni artistiche e culturali europee. E tra queste c’è sicuramente la mostra che abbiamo coprodotto con il Polo Museale della Basilicata».