Alla Conferenza Stato-Regioni siglata l’intesa per il potenziamento dei Centri per l’Impiego: tremila nuove assunzioni delle Regioni oltre ai navigator
“Con questo accordo rafforziamo ulteriormente il sistema delle politiche attive, cuore pulsante del Reddito di cittadinanza e spina dorsale del nuovo welfare italiano. Con l’iniezione di nuove risorse fino a 11.600 unità, il personale a supporto dei Centri per l’Impiego verrà più che raddoppiato. Questo accelererà l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, restituendo finalmente alle istituzioni quel ruolo di primo piano necessario per rispondere ai bisogni dei lavoratori, delle imprese, dei territori”.
Lo afferma soddisfatto il Sottosegretario Claudio Cominardi in conclusione dell’ultima Conferenza Stato-Regioni nel corso della quale Governo ed Enti Locali hanno siglato l’intesa che mette in azione il Piano straordinario di potenziamento dei Centri per l’Impiego e delle politiche attive del lavoro. In una prima fase saranno 3mila i navigator selezionati da ANPAL Servizi (come partecipare alla selezione) e che saranno messi a disposizione delle Regioni mediante accordi bilaterali. Altri 3mila operatori saranno selezionati in una seconda fase dalle Regioni.
Le 6mila nuove unità si aggiungono alle 4mila già previste dalla Legge di Bilancio varata a fine anno e ai 1.600 precari per i quali la stabilizzazione era stata promessa – ma finora mai realizzata – nel dicembre 2017. La ripartizione dei 3mila navigator vede al terzo posto la Lombardia (329), preceduta da Sicilia (429) e Campania (471). Seguono Lazio (273), Puglia (248), Piemonte (176), Calabria (170), Emilia Romagna (165), Toscana (152), Veneto (142), Sardegna (121), Liguria (66), Marche (55), Abruzzo (54), Friuli Venezia Giulia (46), Umbria (33), Basilicata (31), Molise (13), Valle d’Aosta (6).
“Le Regioni e il Governo hanno sempre avuto un unico obiettivo: fare in modo che il sistema delle politiche attive venisse davvero rafforzato. Nei quattro mesi di confronto serrato non ho mai dubitato del fatto che saremmo giunti a una soluzione favorevole non a noi, ma al Paese”.