Oggi si celebra la Giornata mondiale contro la malaria, istituita nel 2007 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: la regione africana dell’OMS continua a rappresentare circa il 90% dei casi e dei decessi
La Giornata mondiale contro la malaria, istituita nel 2007 dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), viene celebrata ogni anno il 25 aprile.
La malaria costituisce un enorme problema sanitario mondiale ed è la principale causa di morbilità e mortalità in numerose nazioni.
Nel mondo
Secondo l’ultimo rapporto dell’OMS nel 2017:
- sono stati stimati 219 milioni di casi di malaria in 87 paesi
- il numero stimato di decessi, pari a 435.000, è rimasto praticamente invariato rispetto all’anno precedente
- la regione africana dell’OMS continua a rappresentare circa il 90% dei casi di malaria e dei decessi nel mondo.
Nei 10 paesi africani più colpiti dalla malaria (Burkina Faso, Camerun, Camerun, Repubblica democratica del Congo, Ghana, Mali, Mozambico, Niger, Nigeria, Uganda e Repubblica unita di Tanzania), si stima che nel 2017 si sono registrati 3,5 milioni di casi di malaria in più rispetto all’anno precedente.
In Italia
Nel nostro Paese, a partire dagli anni ’50, la malattia è scomparsa, i casi di malaria attualmente registrati sono “di importazione”, cioè contratti all’estero, in zone malariche, da viaggiatori internazionali.
La malaria ZERO inizia con me
In occasione della Giornata Mondiale contro la Malaria 2019, l’OMS si unisce al RBM Partnership to End Malaria, alla Commissione dell’Unione Africana e ad altre organizzazioni partner nel promuovere “La malaria zero inizia con me“, una campagna che mira a mantenere la malaria in cima all’agenda politica, mobilitare ulteriori risorse e dare alle comunità colpite il potere di farsi carico della prevenzione e della cura della malaria.
L’Italia ha un ruolo di rilievo nella costituzione del Fondo Globale per la lotta contro l’AIDS, la tubercolosi e la malaria (GFATM) sin dal 2001 e, come stato membro dell’ONU, si è impegnata e continua a impegnarsi a combattere e arrestare la diffusione dell’HIV, tubercolosi e malaria entro il 2030 (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals – SDGs).
Focus sulla malaria
La malaria è una malattia infettiva causata da un protozoo, un microrganismo parassita del genere Plasmodium, che si trasmette all’uomo attraverso la puntura di zanzare del genere Anopheles. Le zanzare infette sono dette “vettori della malaria” e pungono principalmente tra il tramonto e l’alba.
La malaria costituisce un enorme problema sanitario mondiale ed è la principale causa di morbilità e mortalità in numerose nazioni. In Italia è scomparsa a partire dagli anni ’50 e i casi di malattia che si verificano, comunque, ogni anno nel nostro Paese sono legati soprattutto ai turisti che rientrano da paesi malarici e all’immigrazione da tali Paesi.
Esistono quattro specie di parassiti che causano la malaria negli esseri umani:
- Plasmodium falciparum, responsabile della malaria maligna o terzana
- Plasmodium vivax responsabile della terzana benigna
- Plasmodium ovale che provoca una forma simile di malaria terzana benigna
- Plasmodium malariae responsabile di una forma di malaria definita “quartana” a causa della caratteristica periodicità con cui si presenta la febbre
Il Plasmodium falciparum e il Plasmodium vivax sono i più comuni.
Il Plasmodium falciparum è il più letale.
Nelle zone endemiche non sono rare infezioni “miste”, con contemporanea presenza di plasmodi di tipi diversi.
Si sono anche verificati casi di malaria umana dovuti al Plasmodium knowlesi, una specie che causa la malaria nelle scimmie ed è localizzata in alcune aree forestali del Sud-Est asiatico.
La malaria si trasmette esclusivamente attraverso la puntura della zanzara Anopheles. L’intensità della trasmissione dipende da fattori connessi con il parassita, con il vettore, con l’ospite umano e con l’ambiente.
Circa la metà della popolazione mondiale è a rischio di malaria.
Specifici gruppi di popolazione a rischio includono:
- bambini piccoli che vivono in aree a trasmissione stabile e non hanno ancora sviluppato l’immunità protettiva nei confronti delle forme più gravi della malattia
- donne incinte non immuni, in quanto la malaria provoca un’alta percentuale di aborti e può portare alla morte materna
- donne incinte parzialmente immuni, in aree ad elevata trasmissione. La malaria può avere come conseguenze aborti e basso peso alla nascita, soprattutto se si tratta della prima o seconda gravidanza
- donne incinte parzialmente immuni affette dall’AIDS in aree a trasmissione stabile, per tutto il corso della gravidanza. Le donne che presentano un’infezione da malaria localizzata nella placenta hanno anche un rischio maggiore di trasmettere al neonato l’infezione da HIV
- persone affette da HIV/AIDS
- viaggiatori internazionali in provenienza da aree non endemiche a causa dell’assenza di immunità
- immigrati provenienti da aree endemiche e i loro figli, che vivono in aree non endemiche e tornano nei Paesi d’origine in visita ad amici e parenti, sono similmente a rischio a causa del calo o assenza di immunità.