Un’alimentazione non equilibrata aumenta il rischio di recidiva e riduce la sopravvivenza dopo un tumore del colon-retto. Lo dimostrano i risultati di uno studio che ha misurato la produzione di insulina. Ma la responsabilità non è solo dei carboidrati
Da molti anni chi si mette a dieta si sente dire che è importante fare attenzione all’indice glicemico degli alimenti e non solo alle calorie. L’indice glicemico è una misura della capacità di un alimento di stimolare il rilascio rapido di insulina nell’organismo.
L’insulina è un ormone prodotto dal pancreas che controlla la concentrazione di zucchero nel sangue (glicemia), ha numerosi altri effetti sul metabolismo ed è coinvolta anche nella proliferazione delle cellule tumorali. Viene prodotta quando si consumano carboidrati (come gli zuccheri), ma anche proteine e grassi.
Poiché il rilascio rapido di insulina ha diversi effetti negativi sull’organismo (tra cui il consumo veloce delle calorie ma anche l’aumento di alcuni fattori infiammatori), è meglio privilegiare i cibi a basso indice glicemico.
Questo consiglio sembra essere ancora più utile nel caso di pazienti operati per un tumore del colon in stadio avanzato. Infatti, nei pazienti che consumano molti alimenti responsabili di una produzione di insulina sopra la media, rispetto a quelli che ne consumano pochi, il rischio che il tumore si ripresenti nel giro di 2-3 anni è più alto e la sopravvivenza minore. Sono queste le conclusioni di uno studio condotto dagli oncologi del Dana-Farber Cancer Institute di Boston, pubblicate sul Journal of the National Cancer Institute.
I ricercatori hanno analizzato la dieta di oltre 1.000 pazienti che erano stati sottoposti a chemioterapia e a intervento chirurgico per la rimozione di un tumore del colon al terzo stadio. I pazienti sono stati divisi in 5 gruppi in base al consumo di alimenti con diverso indice glicemico e ai livelli di insulina prodotta in risposta alla dieta. Confrontando i pazienti dei gruppi con i valori più alti e più bassi è emerso che i primi avevano una prognosi decisamente peggiore. L’influenza negativa dell’insulina sulla prognosi era particolarmente evidente nei pazienti obesi. Questi risultati, che andranno confermati in uno studio più ampio, suggeriscono che i pazienti con tumore del colon possano trarre particolare beneficio da una dieta che consideri anche l’indice glicemico.
Sedentarietà aumenta il rischio di sviluppare un tumore del colon-retto
Un gruppo di ricercatori della Washington University di St Louis ha scoperto che il rischio relativo di avere un tumore all’intestino prima dei 50 anni aumenta di circa il 69 per cento se si trascorrono più di 14 ore alla settimana seduti a guardare la televisione.
I ricercatori americani, analizzando i dati relativi a circa 90.000 donne, hanno cercato di capire se l’incidenza del tumore del colon-retto a insorgenza giovanile fosse più alta tra coloro che avevano una particolare predilezione per il piccolo schermo. Come termine di paragone sono state scelte invece donne che avevano dichiarato di trascorrere al massimo 7 ore alla settimana sedute a guardare la TV.
Dall’analisi risulta che effettivamente esiste un nesso tra il tempo trascorso sul divano e il rischio di sviluppare un tumore, anche tenendo conto di altri due fattori importanti, l’attività fisica svolta e l’obesità. Nello specifico, chi passa più di 14 ore alla settimana seduto a guardare la TV ha due volte e mezzo più probabilità di ammalarsi di tumore del colon-retto rispetto a chi ne passa meno di 7.
Ovviamente il problema non è la televisione, ma il comportamento sedentario. È noto che la sedentarietà è un fattore di rischio per numerose malattie croniche tra cui il diabete, le patologie cardiovascolari e, appunto, il tumore del colon-retto. L’abitudine a stare tanto tempo davanti allo schermo è quindi solo un indicatore di scarsa attività fisica. Verosimilmente risultati analoghi si potrebbero riscontrare in persone che passano molto tempo senza muoversi, qualunque sia l’attività svolta: guardare la televisione come pure leggere, giocare a videogiochi, interagire sulle piattaforme social o altro.
Lo studio della Washington University, i cui risultati sono stati pubblicati sul Journal of the National Cancer Institute Cancer Spectrum, dimostra che la sedentarietà predispone soprattutto al tumore del colon-retto a insorgenza giovanile, un tipo di tumore che, rispetto a quello che colpisce persone sopra i 60 anni, viene spesso diagnosticato a uno stadio più avanzato ed è generalmente più aggressivo.