Simone Ridolfi, CEO di Moovenda interviene dopo il caso della lista nera dei Vip che non lasciano mance ai riders: “Voglio dire ai miei competitors che un modello virtuoso già esiste”
Ha scatenato un putiferio la lista pubblicata sulla pagina Facebook di Deliverance Milano, il gruppo dei riders nel quale è apparsa la black list di Vip che non lasciano le mance dopo aver ricevuto cibo a casa.
Fedez dalla Polinesia, con una storia su Instagram, è passato al contrattacco. “Aldilà dell’infondatezza della notizia, parlano tutti di lotta di classe 2.0 ma le mance sono il non plus ultra dello sfruttamento del capitalismo. E le liste di proscrizione sanno di fascio” ha affermato il rapper.
Simone Ridolfi, CEO di Moovenda, startup nata nel 2015 nell’ambito di un programma di accelerazione organizzato da LUISS Enlabs, che ad oggi è il più grande player italiano di food delivery per numero di ordini, interviene ora sulla vicenda.
“Il comportamento dei riders è sicuramente da condannare ma rappresenta un urlo di rabbia per una classe abbandonata dalle istituzioni, a parte dalla Regione Lazio. Esistono modelli positivi, come Moovenda, dove i riders hanno diritti e tutele che ogni lavoratore merita” afferma.
“Mi dispiace leggere che alcuni vip di quelli citati da alcuni articoli della stampa di questi giorni hanno dichiarato di non voler più usufruire dei servizi di food delivery: non solo noi di Moovenda abbiamo sempre tutelato la loro privacy, ma ne abbiamo anche molti nella nostra compagine di investitori. Come l’attaccante della Lazio e giocatore anche della Nazionale Italiana Ciro Immobile: il capocannoniere e, a questo punto, “imprenditore digitale” aveva addirittura scelto di prestare la sua immagine per alcune promozioni” aggiunge.
“Insomma: utenti, riders, competitors, vip… un modello virtuoso è possibile, esiste già e sicuramente Moovenda può essere un esempio” conclude Ridolfi.