Nella direttiva ai Prefetti inviata oggi dal vicepremier e Ministro dell’Interno Matteo Salvini gli indirizzi operativi su sicurezza, terrorismo e immigrazione: ecco il testo
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha firmato questa mattina la direttiva destinata ai prefetti per aumentare i controlli e il livello di attenzione intorno ai luoghi di aggregazione di cittadini islamici.
Di seguito ecco il contenuto della direttiva firmata da Salvini.
Gli eventi degli ultimi anni fino ad arrivare ai più recenti attentati che il giorno di Pasqua hanno colpito lo Sri Lanka dimostrano come la tutela della sicurezza nazionale debba costantemente adeguarsi a nuovi profili di rischio, modellandosi su contesti e problematiche che sono, per loro natura, fluidi ed impongono un continuo ed attento processo di affinamento ed aggiornamento di metodi e prassi di intervento. Il riferimento è innanzitutto al terrorismo di matrice jihadista, la cui perdurante forza attrattiva è tale da innescare processi di radicalizzazione all’interno degli stessi Paesi target, incoraggiando l’attivazione autonoma dei seguaci e traducendosi in un pericolo di carattere puntiforme e sfuggente.
Altrettanto significativa per le dimensioni assunte è la tendenza alla migrazione di massa, alimentata non solo da conflitti in atto a livello internazionale, ma soprattutto dalla mediazione di trafficanti senza scrupoli, organizzazioni e reti criminali coinvolte nella gestione dei flussi che veicolano come accessibile agli interessati la prospettiva di una vita migliore fuori dai Paesi di origine, alimentando i canali dell’immigrazione clandestina offerti all’eventualità di infiltrazioni terroristiche.
In questo scenario, il grande impegno profuso dalle diverse componenti del nostro comparto sicurezza ha consentito di ostacolare progettualità criminali che si caratterizzano per una accentuata imprevedibilità, estensione e natura poliedrica, sia negli attori che nelle pratiche. Come testimoniano le risultanze statistiche, la decisa mobilitazione di risorse ed apparati ha permesso di contrastare le suggestioni operative della propaganda, assicurando sul territorio idonei presidi di vigilanza e sicurezza nei luoghi maggiormente a rischio. L’azione condotta in sinergia da tutti i protagonisti del sistema ha reso possibile la migliore riuscita di eventi, anche di rilievo internazionale, ed il sereno svolgimento di cerimonie ed attività, come quelle in occasione delle recenti festività pasquali, caratterizzate da una notevole affluenza di persone nelle località religiose e turistiche di tradizionale richiamo.
Appare di tutta evidenza come si tratti di un processo complesso e molto delicato che richiede una serrata attività di indagine e monitoraggio volta a cogliere per tempo segnali anticipatori del pericolo sui quali intervenire con immediatezza.
Ciò posto, gli ambiti verso i quali si è rivolta l’attenzione degli operatori sono quelli in cui trova alimento e diffusione l’attività propagandistica ostile di DAESH, con specifico riguardo agli ambienti virtuali del web e ai sempre più numerosi centri di aggregazione, esposti all’ascendente di alcuni “predicatori” di orientamento estremista capaci di attribuire “dignità ideologica” ai propositi violenti, talvolta innescati da condizioni di disagio personale, anche di ordine psichiatrico, di soggetti spesso con trascorsi di criminalità comune.
A conferma degli sforzi compiuti in questa direzione, è sufficiente ricordare il crescente rilievo assunto dalle espulsioni per motivi di ordine e sicurezza pubblica, uno strumento di assoluta efficacia per allontanare, ove ammissibile e necessario, soggetti estremisti. Tanto premesso, la permanente attualità della minaccia cui si accompagnano episodi di natura emulativa verosimilmente ispirati da influenze mediatiche esigono la massima tensione delle SS.LL. nella ricerca di moduli di osservazione ed analisi delle fenomenologie locali capaci di far emergere situazioni sospette meritevoli di intervento. In considerazione del descritto profilo della minaccia, incarnata anche da singoli radicalizzati istigati dal messaggio propagandistico, occorre riservare una cura particolare alle dimensioni di elezione del proselitismo. In questa categoria rientra la variegata realtà dei centri di aggregazione e delle associazioni culturali asseritamente ispirate alla fede musulmana, distribuite su tutto il territorio nazionale ma concentrate soprattutto in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte, Sicilia e Toscana.
Una presenza in aumento, contraddistinta da differenti ideologie di riferita matrice religiosa, in certi casi orientata a una strumentale interpretazione radicale e intransigente dell’Islam. Altri circuiti di rilievo sono quelli parentali e relazionali che, tuttavia, risultano di difficile penetrazione. Nello sviluppo di modelli informativi calibrati sulle singole realtà, capaci di “leggere” i contesti territoriali per prevenire il compimento di qualsivoglia illegalità, un ruolo importante deve essere assegnato alle amministrazioni locali. Si tratta, come è chiaro, di un impegno di grande portata che fa leva sulla naturale vocazione di quegli enti a “sentinella” delle comunità, volto ad accrescerne la resilienza all’estremismo violento, così da tutelare la sicurezza nazionale. A tal fine, sarà cura delle SS.LL. valorizzare le opportune forme di collaborazione e di interazione con i suddetti attori istituzionali per la creazione di ulteriori canali informativi, accompagnando la proiezione operativa con una attenta pianificazione delle relative strategie che tenga conto dell’incessante evoluzione del settore. Il costante raccordo e le interlocuzioni che saranno avviate nelle sedi competenti contribuiranno a rilevare possibili progettualità ostili, intercettando il bacino potenzialmente esteso ed insidioso dei “radicalizzati in casa”.
Il patrimonio conoscitivo così acquisito, messo a disposizione delle Autorità, potrà scongiurare l’attivazione violenta dei militanti grazie al ventaglio di misure di prevenzione e contrasto proficuamente impiegato dalle Forze dell’ordine.
Ripongo il massimo affidamento sulla consueta, preziosa collaborazione delle SS.LL., delle Forze di Polizia e delle Amministrazioni locali affinché siano poste in essere tutte le azioni necessarie per garantire la piena attuazione della presente direttiva.