Accolti a Pratica di Mare dal sottosegretario Candiani 147 richiedenti asilo provenienti dalla Libia: tra loro 46 minori non accompagnati
Provengono dalla Libia (Misurata) i 147 richiedenti asilo giunti grazie a un volo umanitario all’aeroporto militare di Pratica di Mare, dove sono stati accolti dal sottosegretario all’Interno Stefano Candiani.
Queste le loro nazionalità: Etiopia (5), Eritrea (69), Somalia (62), Sudan (6) e Siria (5).
Il gruppo di richiedenti asilo è composto da 87 uomini e 60 donne: 12 adulti (10 donne, 2 uomini), 23 coppie, 16 tra nuclei familiari e monoparentali; tra loro ci sono 68 minori di cui 46 non accompagnati.
I richiedenti asilo hanno lasciato Misurata grazie a un’operazione congiunta dell’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, e delle autorità italiane e libiche. Dall’inizio dei recenti scontri, l’Italia è il primo Paese ad accogliere persone evacuate dalla Libia. L’evacuazione è stata organizzata in collaborazione con il Ministero degli Interni libico.
I rifugiati evacuati saranno ospitati in centri di accoglienza straordinaria.
“Questa operazione di evacuazione è un’àncora di salvezza per le persone che hanno affrontato gravi minacce e pericoli in Libia,” ha affermato Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati. “Ora è di fondamentale importanza che anche altri Stati mettano in atto simili gesti di generosità, offrendo opportunità di evacuazione per i rifugiati coinvolti nel conflitto. Fingere di non vedere quanto sta accadendo avrà conseguenze drammatiche e reali”.
Intanto, a Tripoli, le condizioni di sicurezza continuano a peggiorare a causa del protrarsi dei combattimenti tra forze rivali. Nei giorni scorsi, i raid aerei hanno causato numerose vittime tra i civili e distrutto diverse infrastrutture.
Migliaia di rifugiati e migranti continuano a essere prigionieri nei centri di detenzione, dove anche prima dell’inizio del recente conflitto vivevano in condizioni drammatiche. Le persone detenute hanno riferito di temere per le loro vite e di aver sentito spari e attacchi aerei nelle vicinanze. Se i combattimenti dovessero raggiungere i luoghi di detenzione, queste persone rischierebbero di essere abbandonate o coinvolte nel conflitto.
L’UNHCR esorta la comunità internazionale a evacuare tutti i rifugiati rimasti nei centri di detenzione a Tripoli e a portarli al sicuro. Poiché gli scontri non accennano ad arrestarsi, la rapidità è un elemento essenziale.
Al momento più di 3.300 persone sono particolarmente a rischio, intrappolate all’interno dei centri di detenzione in prossimità degli scontri in corso e imminenti. L’UNHCR ha già evacuato centinaia di rifugiati e migranti lontano dai pericoli più immediati; tra essi, circa 500 persone sono state trasferite nel nostro Centro di Raccolta e Partenza a Tripoli, mentre altre 163 persone sono state portate in Niger nell’ambito del Meccanismo di Transito di Emergenza (Emergency Transit Mechanism). Tuttavia, poiché queste strutture sono al limite delle loro capacità, le evacuazioni dirette dalla Libia diventeranno presto la sola àncora di salvezza disponibile per i rifugiati vulnerabili. Il deteriorarsi della situazione di sicurezza sta già notevolmente ostacolando gli sforzi compiuti dall’UNHCR per raggiungere alcuni centri di detenzione, e la situazione è destinata a peggiorare qualora la violenza dovesse diffondersi ulteriormente.