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Centri estivi privati: spesa media di 170 euro a settimana

Indagine Adoc: i centri estivi non hanno un costo accessibile per buona parte delle famiglie italiane. Ecco come scegliere

Indagine Adoc: i centri estivi non hanno un costo accessibile per buona parte delle famiglie italiane. Ecco come scegliere

Indagine Adoc: i centri estivi non hanno un costo accessibile per buona parte delle famiglie italiane. Ecco come scegliere

Con l’avvicinarsi della chiusura delle scuole ritorna la principale preoccupazione dei genitori: dove lasciare i propri figli per due mesi mentre loro lavorano. Se la soluzione “low cost” dei nonni sta diventando sempre meno praticabile, dato che spesso si trovano ancora in età lavorativa e quindi impossibilitati a fare da “baby sitter”, ai genitori non rimane che scegliere un centro estivo, privato o comunale, o trovare soluzioni di ripiego. Il problema è che i centri estivi non hanno un costo accessibile per buona parte delle famiglie italiane.

Secondo un’indagine dell’Adoc una famiglia deve spendere in media 170 euro a settimana per mandare il proprio figlio in un centro estivo privato, per tutta la giornata. Per mezza giornata, pasto escluso quindi, il prezzo scende di circa il 40%, attestandosi a 105 euro a settimana a bambino. Se si opta per un tempo pieno mensile la spesa media è pari a 650 euro per bambino, se mezza giornata si spende meno della metà, circa 300 euro. Di solito, comunque, sono previsti sconti, anche superiori al 25%, se si mandano due o più figli presso lo stesso centro estivo o se si prenota anticipatamente.

Il risparmio è più significativo, pari al 65%, se si sceglie di mandare i figli presso un centro comunale, dove il costo medio settimanale è pari a 60 euro. Il costo è comunque variabile in base all’ISEE della famiglia e al Comune di riferimento. Per i non residenti, ad esempio, le tariffe sono mediamente più elevate del 30%. Purtroppo l’offerta di spazi comunali è spesso limitata e risicata, per cui è una soluzione difficilmente percorribile per le famiglie.

“Con la chiusura estiva delle scuole i genitori devono affrontare un bel problema, dove lasciare i figli – dichiara Roberto Tascini, Presidente dell’Adoc – secondo una nostra stima solo il 25% delle famiglie potrà permettersi di mandare, almeno per una settimana, i propri figli in un centro estivo, quasi sempre privato in quanto le soluzioni comunali continuano a scarseggiare di posti a disposizione. Non è una scelta a buon mercato, in quanto il costo medio di un campus estivo privato si attesta sui 170 euro a settimana. Se questa soluzione venisse adottata per i due mesi che separano la chiusura delle scuole dalle vacanze la spesa sarebbe di 1300 euro, pari ad un intero stipendio. Nonostante l’offerta sia cresciuta, sia in termini quantitativi che qualitativi, i centri estivi sono ancora oggi una soluzione a portata di ben poche famiglie. Per questo crediamo sia il caso di valutare la possibilità di rendere detraibili, alla pari delle spese per l’istruzione scolastica, i costi sostenuti per questa attività. Un valido sostegno sia alle famiglie sia alle strutture che potrebbero incrementare gli investimenti, aumentando necessariamente gli standard di qualità e di sicurezza, a vantaggio di tutta la collettività”.

L’Adoc inoltre intende sottoporre al Governo un ulteriore ventaglio di proposte:

–          Aumentare sensibilmente l’offerta pubblica, sia in termini di posti disponibili che di qualità dei servizi. L’eccessiva differenza di offerta con il privato può portare ad una discriminazione sociale ed economica che riteniamo sia necessario evitare;

–          Incrementare la professionalità degli educatori, sia del settore pubblico che privato, prevedendo corsi di formazione costante, sia sul profilo pedagogico che sanitario;

–          Prevedere, per le strutture, l’introduzione di standard qualitativi minimi da rispettare e certificazioni che attestino il rispetto dei suddetti standard;

–          Prevedere, almeno per l’offerta pubblica, la copertura dell’intero territorio nazionale, e dell’intero periodo estivo, inclusi i mesi di agosto e settembre;

–          Sviluppare e promuovere servizi alternativi e innovativi, quali ad esempio le “Tagesmutter”, in modo da ampliare l’offerta alle famiglie e creare nuove opportunità di lavoro.

COME SCEGLIERE I CENTRI ESTIVI

Un vademecum di consigli su come scegliere tra i centri estivi, in modo da assicurare al bambino divertimento e sicurezza.

1)      Ambiente

E’ opportuno scegliere, in primo luogo, il contesto ambientale più gradito e più adatto al bambino, che sia mare, campagna, montagna oppure città. Da valutare anche la presenza eventuale di amici o compagni di scuola, in modo da rendere più agevole l’inserimento.

2)      Attività e divertimento

In secondo luogo va scelto, insieme al bambino, il centro che mette a disposizione tutte quelle attività che sono di reale gradimento del minore. Dallo sport all’insegnamento delle lingue, dall’informatica ai percorsi naturali, sono numerosi i centri “specializzati” in determinate attività. Inoltre assicuratevi che, per età diverse, siano previste attività diverse.

3)      Verifica l’offerta di persona

Non bisogna limitarsi a valutare le offerte leggendo solo i volantini o consultando i siti web, ma è opportuno andare a parlare di persona con i responsabili e gli educatori presso la struttura a cui si è interessati. Vedete il campo con i vostri occhi, assicurandovi che le attività offerte possano effettivamente realizzarsi o meno. Controllate lo stato della struttura e delle attrezzature. E’ inoltre fondamentale assicurarsi che il centro estivo abbia un buon “curriculum” di anni di attività alle spalle e non sia stato aperto “per l’occasione”.

4)      Extra o compreso nel prezzo?

E’ meglio chiedere in anticipo se è previsto e come funziona il servizio mensa, soprattutto in merito alle caratteristiche e agli ingredienti del menu (in particolare in presenza di bambini allergici o celiaci), se ci sono eventuali extra da pagare, ad esempio merenda, bibite e lavaggio biancheria, e se nel prezzo sono comprese tutte le attività offerte o se per alcune è previsto un sovrapprezzo.

5)      Spazi giusti

Gli spazi devono essere adeguati ai servizi offerti dal centro estivo, per questo è meglio chiedere del rapporto numerico educatori/bambini. Dev’essere previsto al massimo un educatore ogni dieci ragazzi, l’ideale sarebbe uno ogni cinque o sei.

6)      Personale e sicurezza

Chiedete e verificate le qualifiche degli educatori: ad esempio se è prevista la piscina o attività al mare gli operatori devono avere il diploma di bagnino/assistente bagnante. Inoltre, se ci sono piscine gonfiabili, occorre accertarsi della qualità e del ricambio dell’acqua utilizzata. Chiedete inoltre se hanno fatto almeno una volta il corso di primo soccorso (che come Adoc chiediamo diventi obbligatorio) e di disostruzione e lasciate uno o più numeri per le emergenze.

7)      Flessibilità

È fondamentale soprattutto per i genitori. Chiedete e verificate se il servizio offre più orari per l’entrata e l’uscita dei bambini, se c’è la possibilità di fare solo mezza giornata con o senza pranzo, se è possibile fare anche solo un’iscrizione giornaliera o bisettimanale. Ovviamente, dal punto di vista economico, le tariffe sono più convenienti se si prenotano più settimane e se sono presenti fratelli o sorelle (di solito sono previsti sconti intorno al 10-20% in questo caso).

COSTI CENTRI ESTIVI

PRIVATI

TEMPO PIENO

MEZZA GIORNATA (generalmente fino alle 13)

 COMUNALI

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