Agcom multa Sky per la poca trasparenza su costi e recesso nell’ambito delle verifiche sul ripristino della fatturazione mensile
L’Agcom ha sanzionato con una multa da un milione di euro Sky, in relazione all’informativa incompleta relativa alla variazione del corrispettivo mensile delle sue offerte e alla garanzia del diritto di recesso senza costi da parte degli utenti.
“Vittoria! Accolte le nostre tesi. Multa sacrosanta!” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Dal luglio 2017 abbiamo presentato un esposto all’Autorità delle Comunicazioni contro Sky sulla nota vicenda della bollette a 28 giorni, chiedendo una completa informativa agli utenti, anche sull’esercizio del diritto di recesso” prosegue Dona.
“E’ evidente, infatti, che se il consumatore non viene correttamente informato che, per via della modifica della periodicità della fatturazione e del conseguente incremento di spesa, ha la facoltà di sciogliere il vincolo contrattuale senza costi, difficilmente eserciterà i suoi diritti” conclude Dona.
Codacons: ora difendere sanzione davanti al Tar
Bene per il Codacons la multa inflitta dall’Agcom a Sky per la poca trasparenza su costi e recesso nell’ambito delle verifiche su ripristino fatturazione mensile.
“Speriamo tuttavia che tale sanzione resista dinanzi ad un possibile ricorso al Tar Lazio considerato che i giudici, per analoghe multe inflitte dall’Antitrust alle aziende telefoniche, hanno bocciato i provvedimenti sanzionatori dell’Autorità” spiega l’associazione.
“Il ripristino della fatturazione delle offerte su base mensile ha fato il via libera ad una serie di irregolarità a danno degli utenti, le cui scelte economiche sono state pesantemente influenzate dalla mancanza di informazioni rese e dalla scarsa trasparenza in fatto di recesso – spiega il presidente Carlo Rienzi –. Pertanto la multa dell’Agcom deve essere difesa in ogni sede, e speriamo che in caso di ricorso della società al Tar la sanzione sia confermata, rafforzando così i diritti dei consumatori lesi dallo strapotere delle grandi società” – conclude Rienzi.