Bergamo, permessi di soggiorno falsi: 10 arresti


Operazione “Yuan” della Polizia di Stato a Bergamo: in manette dieci persone accusate di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina, falsità ideologica, alterazione di documenti e corruzione

Operazione "Yuan" della Polizia di Stato a Bergamo: in manette dieci persone accusate di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina, falsità ideologica, alterazione di documenti e corruzione

Dieci persone sono state arrestate, questa mattina, dagli uomini della Squadra mobile di Bergamo nell’operazione chiamata “Yuan”, per aver alterato i documenti per il rilascio dei permessi di soggiorno. L’operazione ha interessato anche le province di Milano e Novara.

Tra gli arrestati anche dei pubblici ufficiali, alcuni dipendenti della Polizia locale un segretario comunale e un impiegato civile del ministero dell’Interno: tutti responsabili, di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina, falsità ideologica, alterazione di documenti per determinare il rilascio di un titolo di soggiorno e di diversi episodi di corruzione.

L’indagine è nata dopo una segnalazione fatta alla Squadra mobile sulla particolare richiesta di validazione, all’Ufficio immigrazione, di alcune pratiche di rinnovo di permessi di soggiorno, appartenenti a cittadini cinesi.

La richiesta sospetta era arrivata da parte di un dipendente civile impiegato nell’archivio dello stesso Ufficio.

Attraverso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali e attività di osservazione, gli agenti sono riusciti a scoprire l’attività illecita di titolari e collaboratori di due Agenzie di servizi di Bergamo, responsabili delle falsificazioni.

L’indagine, come si legge sul sito ufficiale della Polizia di Stato, ha consentito anche di delineare il modus operandi del gruppo che, per ottenere il nulla-osta al ricongiungimento familiare in Italia, falsificavano la certificazione anagrafica mediante la creazione di residenze e attività lavorative finte.

Dalle operazioni di intercettazioni telefoniche è emerso che il costo pro-capite di una pratica di ricongiungimento familiare si aggirava intorno ai 9mila euro mentre il rinnovo del permesso di soggiorno costava circa 3mila euro, denaro che veniva generalmente incassato e poi spartito tra i vari collaboratori, interni ed esterni all’agenzia.