Piano del governo australiano per sterminare due milioni di gatti inselvatichiti: protestano le associazioni animaliste
Il Governo australiano ha condannato a morte due milioni di gatti inselvatichiti, accusati di “danneggiare” gli ecosistemi autoctoni. Saranno uccisi entro il 2020. Con il veleno, a fucilate, per mezzo di trappole. Le esche avvelenate – riferiscono alcune fonti – saranno lanciate addirittura dagli elicotteri. Le vittime di questo vero sterminio sono gatti che un tempo vivevano nelle case degli australiani, che un tempo venivano considerati a tutti gli effetti parte di un nucleo familiare. Prima cioè di essere messi alla porta, di essere abbandonati a loro stessi.
La mancanza di interventi sistematici di sterilizzazione, di una strategia di recupero e di messa in sicurezza degli animali all’interno di santuari, di una strutturata politica di adozioni, hanno fatto il resto.
“Massacrare i gatti inselvatichiti, così come qualsiasi altra specie animale, non è soltanto crudele. E’ inutile. Infatti, le uccisioni non rimuovono le cause che sono alla base di possibili squilibri demografici: ciò significa che un eventuale situazione di sovrannumero è inevitabilmente destinata a ripresentarsi nel prossimo futuro” afferma l’Enpa.
L’Ente Nazionale Protezione Animali, facendosi portavoce dell’indignazione di milioni di italiani, chiede al governo australiano di sospendere le esecuzioni di massa e di avviare finalmente di serio programma finalizzato al contenimento delle nascite, alla prevenzione del randagismo felino, al possesso consapevole degli animali.
Solo così sarà realmente possibile ottimizzare la convivenza con gli animali e portare a soluzione eventuali situazioni problematiche. Per firmare la petizione clicca qui.
Animalisti italiani Onlus: meglio la sterilizzazione
Con rammarico e con profonda indignazione dichiara Walter Caporale, Presidente di Animalisti Italiani Onlus: “La soluzione più ragionevole è destinare i fondi previsti dal Governo Australiano alla sterilizzazione, anziché alla carneficina dei gatti. Bisogna tutelare tutte le specie, felini randagi compresi”.
Il Presidente ha scritto una Lettera all’ Ambasciatore d’Australia in Italia, Greg French, con la precisa richiesta di fare un passo indietro prendendo in considerazione altre soluzioni che rispettino la vita degli animali.
Riportiamo uno stralcio dell’articolo, datato 28 aprile 2019, tratto da “Il Post” in cui si evidenzia che: […] “Una ricerca pubblicata a inizio anno sulla rivista scientifica Conversation Letters dubita che le stime fornite dal governo australiano nel 2015 fossero corrette. All’epoca non esisteva infatti un censimento attendibile dei gatti randagi e si diceva che potessero essere tra i 5 e i 18 milioni, seppure senza prove statistiche convincenti. Solo nel 2017 una ricerca più approfondita portò alla stima dei 2-6 milioni di gatti, rendendo quindi improbabile lo sterminio di 2 milioni annunciato dal governo. La ricerca ha inoltre contestato la stessa indicazione di quel numero, ritenuta arbitraria e mai motivata scientificamente”.
Il Governo non può essere cieco e usare la violenza massiva per affrontare il problema del controllo della popolazione animale. Il Vicepresidente di Animalisti Italiani Onlus Riccardo Manca afferma: “Abbiamo il dovere di custodire gli Animali e non certo di sterminarli senza motivo. Evoluzione vuol dire anche e soprattutto presa di coscienza, e non v’e’ alcuna traccia di questa virtù nell’uccidere qualcuno”.