Dalla soia al mais: la vendetta della Cina contro i dazi di Trump manda a picco oltre a Wall Street anche le borse merci
La vendetta della Cina contro i dazi di Trump manda a picco oltre a Wall Street anche le borse merci con le quotazioni di tutti i principali prodotti agricoli in caduta libera, dalla soia al mais, dal grano alla carne. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti sull’andamento dei mercati future al Chicago Board of Trade, punto di riferimento mondiale per il commercio agricolo, dopo l’annuncio di di nuovi dazi cinesi su 60 miliardi di beni americani, tra i quali molti prodotti dell’agricoltura Usa.
Il nuovo round negoziale con la Cina sta costando caro agli agricoltori americani con le esportazioni di soia in Cina che – sottolinea la Coldiretti – sono scese a un minimo di 16 anni nel 2018, mentre i prezzi futures al Chicago Board of Trade hanno raggiunto i minimi degli ultimi 11 anni.
Una guerra planetaria che – continua la Coldiretti – rischia di sconvolgere gli equilibri commerciali internazionali e va quindi va attentamente monitorata da parte dell’Unione Europea per verificare l’opportunità di attivare, nel caso di necessità, misure di intervento straordinarie anche a livello comunitario.
Lo stesso presidente Donald Trump ha chiesto al segretario all’Agricoltura degli Stati Uniti, Sonny Perdue, di creare un piano per aiutare gli agricoltori americani a far fronte al pesante impatto della guerra commerciale USA-Cina.
Per gli Usa si annuncia un nuovo programma di aiuti agli agricoltori, dopo il piano del Dipartimento dell’Agricoltura da 12 miliardi di dollari voluto da Trump per compensare i prezzi più bassi dei prodotti agricoli.
Due – conclude la Coldiretti – sono le possibili azioni che Trump potrebbe realizzare per gli aiuti: il programma Food for Peace, che fornisce anche assistenza alimentare negli Stati Uniti o l’invio all’estero di prodotti agricoli acquistati dal governo con il programma di aiuti alimentari Food for Progress con il rischio di effetti distorsivi sul commercio internazionale.
Opportunità per i prodotti made in Italy
Il vino italiano potrebbe avvantaggiarsi della guerra commerciale tra Usa o Cina dopo che le esportazioni del nettare di bacco Made in Italy nel gigante asiatico hanno fatto registrare nel 2019 un aumento record dell’11%. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Istat relativi al primo mese dell’anno divulgata in occasione dell’annuncio dei superdazi cinesi nei confronti di beni importati dagli Stati Uniti per un totale di 60 miliardi di dollari, tra i quali un lunga lista di alimentari e bevande compreso il vino.
Una risposta alla “mossa protezionistica” decisa dal presidente Usa Donald Trump su merci cinesi per 200 milioni di dollari. Le spedizioni di vino statunitense in Cina si sono ridotte del 25% nel 2018 a causa delle tensioni tra i due Paesi mentre l’Italia nello stesso periodo ha venduto al gigante asiatico vino per 127 milioni di euro collocandosi al quarto posto tra i principali fornitori dopo Francia ed anche Australia e Cile che godono di intese commerciali a dazi zero.
Per effetto di una crescita ininterrotta nei consumi la Cina è entrata nella lista dei cinque Paesi che consumano più vino nel mondo ma è in testa alla classifica se si considerano solo i rossi. Un mercato dunque strategico per i viticoltori italiani che può essere rafforzato grazie all’accordo sulla Via della Seta.
In realtà è ampia la gamma di prodotti agroalimentari statunitensi colpiti dalla ritorsione cinese e riguarda tra l’altro acqua minerale, frumento, carne, succhi di frutta, olio di oliva, gelati, pasta all’uovo, marmellate, pesche sciroppate e conserve di pomodoro che sono voci molto importanti dell’export agroalimentare Made in Italy.