Il Consiglio di Stato ha rigettato la sospensiva delle compagnie telefoniche sui rimborsi per le bollette a 28 giorni: esultano le associazioni dei consumatori
Finalmente qualcosa si muove sul fronte delle bollette a 28 giorni, e con una decisione che favorisce i consumatori il Consiglio di Stato respinge le richieste di sospensive presentate da Vodafone, Wind Tre e Fastweb, in merito ai rimborsi agli utenti.
“La telenovela delle fatturazioni a 28 giorni si arricchisce oggi di un’altra puntata, con i giudici di Palazzo Spada che riconoscono l’inadempimento dei gestori e suggeriscono un piano di storno scaglionato – afferma il presidente Carlo Rienzi –. Riteniamo tuttavia che la vicenda si sia trascinata troppo a lungo, mentre i consumatori attendono da tempo i rimborsi cui hanno diritto, rimborsi che non appaiono affatto alle porte. Farebbero bene le aziende telefoniche ad arrendersi e ad abbandonare la strada dei ricorsi e controricorsi, riconoscendo gli indennizzi agli utenti così come stabilito dall’Agcom”.
UNC: rimborsi più vicini
Il Consiglio di Stato ha rigettato la sospensiva delle compagnie telefoniche sui rimborsi per la nota vicenda delle bollette a 28 giorni e le ha invitate a predisporre un piano per i rimborsi.
“Era ora! Finalmente si stringe il cerchio intorno alle compagnie telefoniche e anche gli ultimi tentativi fatti dalle compagnie telefoniche si stanno rilevando inutili. Ora i rimborsi sono alle porte!” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Peraltro le compagnie stanno già presentando dei piani alternativi di rimborso sotto forma di servizi. I consumatori sono liberi di accettarli, ma devono verificare se sono effettivamente convenienti e conformi alle linee guida dell’Agcom. In ogni caso resta salvo il diritto del consumatore di avere il rimborso in fattura” conclude Dona.
Movimento consumatori: ora subito i rimborsi
Il Consiglio di Stato, nella serata di ieri, ha pubblicato le ordinanze con le quali ha respinto le richieste delle compagnie telefoniche di sospendere il provvedimento dell’Agcom che ha previsto la restituzione di quanto illegittimamente fatturato con la cadenza delle bollette a 28 giorni per la telefonia fissa nel periodo giugno 2017-aprile 2018, mediante il meccanismo dei giorni erosi, ovvero la posticipazione della fatturazione per un numero di giorni pari a quelli erosi dalla fatturazione anticipata a 28 giorni.
I giudici di Palazzo Spada rilevano che non sussistono ragioni per procastinare ulteriormente il ristoro conseguente all’inadempimento delle compagnie telefoniche al divieto di fatturazione a 4 settimane o 28 giorni. Le compagnie telefoniche devono quindi adempiere alla delibera dell’Agcom che ha imposto la posticipazione delle fatture. Si tratta di importi individualmente modesti (intorno ai 30 euro), ma complessivamente enormi e stimabili in oltre 1 miliardo di euro, dovuti a oltre 20 milioni di consumatori.
Movimento Consumatori ritiene che le decisioni del Consiglio di Stato rivestano una primaria importanza sia per il caso specifico della fatturazione a 28 giorni, sia per le prospettive future di tutela dei consumatori e degli utenti.
“I provvedimenti dell’Agcom, confermati dai giudici amministrativi – afferma Paolo Fiorio, legale del Movimento Consumatori che ha assistito l’associazione nel procedimento avanti il Consiglio di Stato – segnano un precedente di fondamentale importanza, forse il primo caso nel quale una pubblica autorità si fa carico di risarcire milioni di consumatori in modo automatico e senza necessità di una domanda o di un’adesione ad una class action. Finalmente un’azione di public enforcment da lodare sia per il risultato, sia per i tempi che dovrebbero vedere la parola fine sulla vicenda giudiziaria entro 2 anni dall’inizio degli illeciti. Un esempio da seguire per il futuro”.
“Le ordinanze del Consiglio di Stato – dice Alessandro Mostaccio, segretario generale MC – eliminano ogni dubbio sull’obbligo delle compagnie di provvedere al rimborso dei consumatori tramite il meccanismo dei giorni erosi. Le compagnie provvedano immediatamente e si attivino per risolvere il problema anche, come precisato dai giudici di Palazzo Spada, in via spontanea proponendo piani di storno da estendere progressivamente, ma in tempi brevi, a tutta la clientela, ivi compresi i consumatori che, nell’arco degli ultimi due anni, hanno cambiato operatore. E’ ora che con i risarcimenti integrali venga posta la parola fine ad una vicenda inaccettabile che ha visto un intero settore strategico nell’economia nazionale ribellarsi all’Autorità e al rispetto delle regole”.