Nuovo protocollo per Tac con radiazioni dimezzate, la Società Italiana di Radiologia Medica ed Interventistica interviene: “Si tratta di fake news”
Da anni l’attenzione del mondo radiologico italiano e internazionale è focalizzata sulla riduzione, a parità di performance diagnostica, della dose di radiazioni ionizzanti erogata ai pazienti.
L’utilizzo inappropriato o forzato di sistemi di riduzione della dose potrebbe tuttavia non rappresentare l’optimum in casi particolari, potendo esporre al rischio di far passare inosservate alcune patologie del paziente, (come ad esempio metastasi di piccole dimensioni) od inficiare le possibilità di diagnosi.
Nonostante tali premesse, la riduzione della dose nelle indagini radiologiche è un obiettivo perseguito da tempo, sopratutto per la TAC che, fra tutte le indagini di diagnostica per immagini, è divenuta negli ultimi lustri il maggior erogatore di dose di radiazioni in ambito medico, poiché tecnica sempre più frequentemente utilizzata per il corretto planning del trattamento medico-chirurgico di numerosissime patologie.
Tutti i professionisti impegnati nell’uso di tale tecnologia e le aziende produttrici sono pertanto attivamente e costantemente coinvolti nell’obiettivo di minimizzate la dose al paziente.
L’algoritmo iterativo, oggetto della valutazione nello studio dell’Ing. Michela D’antò e dell’ Ing. Federica Caracò, che ha avuto ampia risonanza al punto da essere premiato al XIX Congresso dell’Associazione nazionale degli ingegneri clinici –AIIC- svoltosi di recente a Catanzaro, è ben noto da oltre 10 anni e già implementato nella maggior parte delle apparecchiature TAC in uso negli ospedali ed ambulatori radiologici italiani nonché ampiamente utilizzato nella diagnostica routinaria.
Tuttavia, come afferma il Prof. Sergio Salerno, in qualità di Presidente della Sezione di Studio in Radioprotezione e Radiobiologia della Società Italiana di Radiologia Medica ed Interventistica (SIRM): “La riduzione della dose si avvale non solo di algoritmi, quali quelli iterativi, ma è una procedura più complessa che coinvolge la formazione dei professionisti, la costante ottimizzazione delle apparecchiature ed il controllo periodico della qualità delle stesse; per attuare tale processo ci si avvale delle competenze ed interazioni di diversi professionisti dell’ambito sanitario tra i quali: i radiologi, i tecnici di radiologia ed i fisici medici, affinché ogni paziente abbia la giusta dose per la diagnosi più corretta”.
Inoltre la Prof.ssa Maria Antonietta Mazzei, quale Presidente della Sezione TC della SIRM, chiarisce: “Da tempo la Sezione di studio di Radioprotezione e Radiobiologia della SIRM è impegnata a 360° nell’aggiornamento continuo dei professionisti in tema di riduzione dosimetrica al paziente. E’ suo obiettivo, unitamente alla Sezione TC, diffondere le buone pratiche radiologiche, la conoscenza approfondita degli apparecchi TC e l’ utilizzo di metodologie utili alla riduzione dosimetrica, compresi gli algoritmi iterativi, al fine di conseguire il giusto equilibrio tra erogare al paziente la minor dose possibile ed ottenere dalle indagini TC le informazioni sufficienti per orientare la diagnosi ed il successivo trattamento medico-chirurgico”.