Siria: 134 minori uccisi dall’inizio dell’anno


UNICEF denuncia nuove violenze in Siria: nei primi cinque mesi dell’anno oltre 130 minori morti e decine di migliaia a rischio nel Nord-Ovest del Paese

UNICEF denuncia nuove violenze in Siria: nei primi cinque mesi dell'anno oltre 130 minori morti e decine di migliaia a rischio nel Nord-Ovest del Paese

Decine di migliaia di bambini nel Nord-Ovest della Siria corrono il pericolo di essere feriti, uccisi e sfollati a causa di una significativa escalation dei combattimenti. Le violenze negli ultimi giorni si sono intensificate, in particolare nei villaggi nel nord di Hama e nel Sud di Idlib. Molte famiglie hanno dovuto lasciare ancora una volta le proprie case, mentre altre non possono spostarsi in aree più sicure, bloccate dai combattimenti.

Quest’ultima escalation è avvenuta in seguito a mesi di violenze sempre più intense nell’area, dove dall’inizio dell’anno almeno 134 bambini sono morti e più di 125.000 sfollati. Circa 30 ospedali sono stati attaccati, le violenze hanno costretto alcuni partner dell’UNICEF per l’assistenza sanitaria a sospendere le operazioni di soccorso salvavita. Circa 43.000 bambini adesso non frequentano le scuole e in alcune parti di Idlib gli esami di fine anno sono stati posticipati, con conseguenze sull’istruzione di circa 400.000 studenti.

“I partner dell’UNICEF sono sul campo nel Nord-Ovest e lavorano per raggiungere i bambini e le famiglie con ambulatori mobili, servizi per le vaccinazioni e la nutrizione, supporto psicosociale e aiuti per l’acqua e i servizi igienico sanitari. Queste sono soluzioni rapide che possono solo mitigare le conseguenze umanitarie di una violenza così brutale e gratuita” afferma il Direttore Generale Henrietta Fore.

“I bambini non hanno alcuna responsabilità per questa guerra, della quale subiscono più di chiunque altro stragi e conseguenze. Le parti in conflitto nel nordovest e in tutta la Siria dovrebbero compiere ogni sforzo per proteggere i bambini e le infrastrutture da cui dipendono, fra cui ospedali e scuole. Le parti e tutti coloro che possono esercitare un’influenza dovrebbero promuovere una pace duratura e globale che porti la guerra a una fine – per il bene dei bambini della Siria e il futuro stesso del paese e della regione” conclude.