Le malattie della pelle colpiscono 15 milioni di italiani


Dalla dermatite atopica alla psoriasi e ai tumori cutanei: le malattie della pelle colpiscono quindici milioni di persone ma la dermatologia italiana è ai vertici mondiali

Dalla dermatite atopica alla psoriasi e ai tumori cutanei: le malattie della pelle colpiscono quindici milioni di persone ma la dermatologia italiana è ai vertici mondiali

Quindici milioni di italiani, circa il 25% della popolazione, soffrono di malattie della pelle. Patologie come dermatite atopica, psoriasi e tumori cutanei sono sempre più diffuse, anche a causa dell’ambiente e del progressivo invecchiamento dei cittadini.

La dermatologia è l’apripista di innovazioni che stanno cambiando la storia della medicina, con passi in avanti decisivi che toccano sia le tecniche diagnostiche che i farmaci.

Progressi a cui ha offerto un contributo importante la SIDeMaST (Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse), la più antica società scientifica al mondo nel settore delle malattie della pelle (fondata nel 1885). Alla vigilia del XXIV Congresso Mondiale di Dermatologia, che si svolgerà a Milano dal 10 al 15 giugno a Milano, la SIDeMaST fotografa lo stato dell’arte nella ricerca, cura e prevenzione in una conferenza stampa oggi presso Palazzo Lombardia con l’intervento dell’Assessore al Welfare della Regione, Giulio Gallera.

“Sono 3000 le malattie della pelle: infiammatorie, autoimmuni, allergiche, degenerative, tumorali e infettive – spiega il prof. Piergiacomo Calzavara-Pinton, Presidente SIDeMaST -. La nostra specialità sta vivendo un momento rivoluzionario con l’introduzione di nuove procedure diagnostiche e di farmaci innovativi che negli ultimi 20 anni hanno radicalmente cambiato l’approccio a queste malattie. Si è passati da una dermatologia in sordina, in cui disponevamo di mezzi impropri per la cura della psoriasi, dell’eczema e di patologie più gravi a innovazioni in grado di trasformare il panorama dell’intera medicina. Oggi la nostra specialità emerge per la sua capacità trainante e nella sua meritata centralità”.

Circa il 10% della popolazione italiana soffre di malattie infiammatorie della pelle, come dermatite atopica e psoriasi. E non va sottovalutata la percentuale, bassa ma decisamente rilevante in numeri assoluti, di casi in cui queste patologie causano inabilità e gravissima sofferenza fisica.

“Le biotecnologie – sottolinea la prof.ssa Ketty Peris, Consigliere SIDeMaST e Segretario del XXIV Congresso Mondiale di Dermatologia – hanno rivoluzionato le terapie delle malattie infiammatorie. La psoriasi da tempo viene curata con numerosi farmaci biologici efficaci, ora anche la terapia della dermatite atopica include una varietà di farmaci biotecnologici che spaziano dagli anticorpi monoclonali alle small molecules”. “Un tempo – continua la prof.ssa Peris -, questi pazienti, sapendo che non erano disponibili terapie realmente efficaci e che probabilmente non sarebbero riusciti a risolvere il loro problema, finivano con il rassegnarsi e non chiedevano più il consulto dal dermatologo, con una conseguente sottostima del numero dei casi. Ora alla luce dei progressi della terapia, aumentano il numero di visite e i casi diagnosticati, soprattutto nella dermatite atopica, in cui sappiamo che l’interazione fra genetica e ambiente gioca un ruolo importante. La ricerca deve andare proprio in questa direzione per svelare il peso dell’ambiente nell’origine di queste patologie”.

La figura del dermatologo oggi assume un’importanza decisiva, anche in fase di diagnosi e terapia dei tumori della pelle. “Sono disponibili farmaci immunoterapici e a bersaglio molecolare nel trattamento del melanoma metastatico, con il loro utilizzo anche nella terapia adiuvante del melanoma, cioè dopo l’intervento chirurgico – afferma la prof.ssa Maria Concetta Fargnoli, Segretario SIDeMaST -. Per quanto riguarda i tumori non melanoma, un’importante prospettiva è costituita dall’introduzione dell’immunoterapia nelle forme avanzate e metastatiche del carcinoma squamocellulare, che fino a oggi era privo di terapie efficaci. Va inoltre evidenziata l’elevata prevalenza delle cheratosi attiniche, caratterizzate da lesioni, spesso multiple, che si formano sulle zone foto-esposte, per esempio sul volto o il cuoio capelluto nelle persone calve, che possono evolvere in un carcinoma squamocellulare invasivo. Maggiore è il numero delle cheratosi attiniche, maggiore è la probabilità che si formi un carcinoma squamocellulare, talvolta anche molto aggressivo. Poiché non possiamo prevedere quale lesione progredisca, devono essere trattate tutte: si parla di terapia di campo. Negli ultimi 3-4 anni, sulle cheratosi attiniche c’è stato un crescente interesse ed abbiamo in questo ambito molti nuovi approcci terapeutici”.

“È riconosciuta a livello internazionale la nostra eccellente capacità diagnostica, con l’applicazione di metodi non invasivi– conclude il prof. Giovanni Pellacani, Presidente del XXIV Congresso Mondiale di Dermatologia -. Tecniche all’avanguardia come la dermatoscopia e la microscopia confocale consentono di individuare precocemente lesioni neoplastiche e di intervenire tempestivamente, senza il ricorso alla biopsia con vantaggi importanti per il paziente. La cultura delle metodiche non invasive nel nostro Paese è molto diffusa: ad esempio, la dermoscopia è conosciuta e applicata da tutti i dermatologi sul territorio. Inoltre, in molti centri di riferimento, vi è la presenza di metodiche non invasive di avanguardia, come la microscopia confocale, che permette di visualizzare le cellule della cute direttamente, senza eseguire la biopsia. In tutto il mondo, ci viene riconosciuta la capacità di gestire la quotidianità clinica a un ottimo livello, accanto ad una qualificata produzione scientifica internazionale”.