Orrore a Ragusa: a 13 anni costretta dalla madre a prostituirsi


Ragusa: tredicenne costretta dalla madre a prostituirsi per vino, birra e sigarette. La Polizia ha arrestato cinque persone, tra i “clienti” anche un novantenne

Ragusa: tredicenne costretta dalla madre a prostituirsi per vino, birra e sigarette. La Polizia ha arrestato cinque persone, tra i "clienti" anche un novantenne

C’era anche un 90enne tra i “clienti” di una bambina di 13 anni nella provincia di Ragusa costretta dalla madre a prostituirsi, con braccianti agricoli e uomini di tutte l’età per piccole somme di denaro, del vino, birra e sigarette. I fatti avvenivano nelle campagne di Acate in provincia di Ragusa, dove vi sono migliaia di metri quadri destinati alle coltivazioni in serra.

L’indagine della Squadra mobile di Ragusa, partita a marzo scorso dopo dei controlli nelle campagne limitrofe della città per il contrasto allo sfruttamento del lavoro, ha messo in luce una situazione di estremo squallore e miseria in cui la giovane era costretta a vendere il suo giovane corpo.

I rapporti sessuali si consumavano all’interno delle baracche delle aziende agricole messe a disposizione dei braccianti che, terminato il lavoro nei campi, come se fosse la cosa più naturale di questo mondo, abusavano della ragazzina. Durante le investigazioni è stato possibile appurare che la bambina consumasse rapporti sessuali con uomini molto più grandi, uno di questi (61 anni) addirittura pretendeva di avere l’esclusiva in quanto aveva dato in uso la sua casa al mare a lei e alla madre.

La procura della Repubblica di Catania, a conclusione dell’operazione GreenHouse, ha disposto il fermo di 5 persone: la madre della bambina è indagata per sfruttamento della prostituzione minorile e 4 uomini, per atti sessuali con l’aggravante della violenza sessuale.

La bambina di 13 anni, immediatamente affidata a una poliziotta e ascoltata da una psicologa, ha raccontato la triste realtà: nel raccontare quanto accadutole non faceva trasparire alcun segno di rabbia nei confronti della madre, questo perché chi doveva proteggerla ha fatto il contrario facendole vivere una vita non sua, una vita che per un’adulta è già atroce. La piccola non si è resa conto perché non ha mai conosciuto la differenza, ovvero la vita che merita una bambina della sua età.

Attualmente, riferisce la Polizia di Stato sul suo sito ufficiale, è stata affidata ad un centro specializzato.