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Xylella, ancora nessuna cura per il killer degli ulivi

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Non esiste ancora nessuna cura per la Xylella fastidiosa: l’analisi dei Gruppi di Ricerca Ecologica del Lazio sui rischi per l’olivicoltura italiana

L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) è stata chiara: non esiste ancora nessuna cura per la Xylella fastidiosa [1], l’organismo che si sospetta stia nuocendo agli uliveti in gran parte d’Europa e soprattutto in Salento.
L’EFSA, l’agenzia dell’Unione europea istituita nel 2002 e con sede a Parma, è stata incaricata di aggiornare la propria valutazione dei rischi da Xylella fastidiosa per piante e colture dell’Unione europea: il gruppo di esperti scientifici  sulla salute dei vegetali (gruppo PLH) si è pertanto  avvalso di tecniche di modellazione computerizzata per simulare come la Xylella fastidiosa si diffonda su brevi e lunghe distanze in diverse condizioni.
Seppure il gruppo abbia evidenziato la necessità di porre in essere le discusse misure di controllo specificate dalla Commissione Europea [2] ha sollevato dubbi sull’efficacia delle zone cuscinetto. Tuttavia anche il controllo dei vettori (la sputacchina o Philaenus spumarius) e la rapida eradicazione rimarrebbero soluzioni ritenute necessarie dall’EFSA ma sulle quali i GRE Lazio hanno ripetutamente espresso forti perplessità [3] proprio per l’elevata dannosità a fronte dell’incerta utilità.
La  principale valutazione del gruppo PLH è però la conferma che non esiste ancora un modo conosciuto per eliminare il batterio da una pianta malata in reali condizioni di campo. Né di tipo chimico, né di tipo biologico. Tale conclusione conferma pertanto le pesanti ombre sulle misure che, in spregio del principio di precauzione, si stanno adottando, ovvero il pesante ricorso alla chimica di sintesi quale ventilata resistenza al batteria nocivo che si posiziona nel tessuto xilematico della pianta.
Nel frattempo la X. fastidiosa,  rinvenuto per la prima volta in Europa nel 2013 in forma epidemica in Puglia, è stata segnalata sottoforma di focolai in numerose altre zone europee: in Francia (Corsica e Provenza-Alpi-Costa Azzurra), Spagna (Baleari, Valencia, Madrid), Italia centrale (Toscana, su 41 piante arboree ed arbustive nei dintorni dell’abitato di Porto Santo Stefano) [4] e Portogallo (Porto). Addirittura in Sassonia, in Germania, dove le piante infette sarebbero state immediatamente eradicate [5].
Sebbene l’UE meridionale sia maggiormente a rischio, il modello ha infatti dimostrato che vi sono aree di potenziale stabilimento più a nord nell’UE soprattutto per alcune sottospecie ( in particolare X. fastidiosa subsp. multiple).
Inoltre, diversi vettori possono trasportare la Xylella anche su altre tipologie di piante, come i gli agrumi (Citrus), i mandorli, le viti, ma anche altre essenze non agricole (come l’oleandro su cui è stata ritrovata in Germania): sembrerebbe quindi esserci una vera spada di Damocle sull’agricoltura europea, al momento parrebbe senza alcuna soluzione.
In questo quadro di incertezza, nel frattempo, si collocano anche le sempre maggiori preoccupazioni per gli effetti delle misure a base di pesticidi che si sta imponendo di porre in essere sia nelle zone di contenimento che in quelle cuscinetto: il timore, in particolare è che “i trattamenti insetticidi contro gli stadi adulti del vettore, da eseguire sulle piante ospiti arboree con insetticidi autorizzati per il controllo di Philaenus spumarius, secondo le indicazioni fornite dal servizio fitosanitario regionale” [6] possano compromettere la certificazione biologica di produzioni orticole consociate con gli oliveti, vanificando lo sforzo di tanti produttori che hanno creduto ed investito nel biologico, non solo come filosofia ma come vero e proprio investimento.
Per assurdo, in mancanza anche di un univoco riconoscimento di un nesso di causa diretto tra il complesso del disseccamento rapido dell’olivo [7], abbreviato in CoDiRO (Olive Quick Decline Syndrome, o OQDS), e la Xylella fastidiosa, i GRE Lazio ribadiscono ancora una volta la preoccupazione che le devastanti misure adottate possano essere addirittura più dannosa e impattanti su un piano ancor più ampio dello stesso CoDiRo.
Note:
  1. Update of the Scientific Opinion on the risks to plant health posed by Xylella fastidiosa in the EU territory – 15 maggio 2019 – EFSA
  2. DECISIONE DI ESECUZIONE (UE) 2015/789 DELLA COMMISSIONE del 18 maggio 2015 relativa alle misure per impedire l’introduzione e la diffusione nell’Unione della Xylella fastidiosa  (Wells et al.)
  3. XYLELLA FASTIDIOSA E OLIVO – pubblicazione del maggio 2016 edita e redatta a cura di: Pietro Massimiliano Bianco, Valter Bellucci, Francesca Floccia, Carlo Jacomini, Rosalba Tamburro
  4. Ritrovata Xylella fastidiosa in Toscana, il ceppo è diverso da quello pugliese – Comunicato stampa del Mipaaft del 12 dicembre 2018
  5. Notification of the eradication of a harmful organism (update – closing note). 4 aprile 2018. Institute for National and International Plant Health
  6. Decreto 5 ottobre 2018. Modifica del decreto ministeriale 13 febbraio 2018, concernente le misure di emergenza per la prevenzione, il controllo e l’eradicazione di Xylella fastidiosa (Well et al.) nel territorio della Repubblicata Italiana. Allegato 2, punto 4.2 e punto 6. Pubblicata in Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.271 del 21 novembre 2018 
  7. Pilot project on Xylella fastidiosa to reduce risk assessment uncertainties. 29 marzo 2016 – Institute for Sustainable Plant Protection, National Research Council of Italy, CNR.
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