La legge sulle chiusure domenicali dei negozi si blocca e per ora non farà passi avanti: esultano le associazioni dei consumatori, ecco perché
La rinuncia del Governo alle chiusure domenicali dei negozi è una vittoria del Codacons, che da subito si è scagliato contro un provvedimento che avrebbe danneggiato il commercio e favorito l’e-commerce.
“Grazie alle nostre pressioni Lega e M5S hanno fatto dietrofront sulle chiusure domenicali – spiega il presidente Carlo Rienzi –. A più riprese e con dati alla mano abbiamo dimostrato al Governo come la misura fosse autolesionista, in un momento in cui i consumi sono in stallo e le famiglie approfittano proprio dei giorni festivi per fare qualche compera”.
“Sono infatti 19 milioni gli italiani che acquistano proprio la domenica e nei giorni festivi, e i cittadini italiani erano fortemente contrari alle chiusure domenicali, misura che, in base ai dati Codacons, avrebbe avvantaggiato unicamente l’e-commerce, il cui giro d’affari sarebbe cresciuto di 2,7 miliardi di euro solo nel primo anno e come effetto diretto di un eventuale divieto di apertura nei giorni festivi per gli esercizi tradizionali” conclude Rienzi.
UNC: ottima notizia
Secondo fonti parlamentari di maggioranza la legge sulla chiusura domenicale dei negozi è ferma e per ora non farà passi avanti anche perché, secondo alcune rilevazioni, l’opinione pubblica si spaccherebbe a metà sull’opportunità di tenere aperti gli esercizi commerciali di domenica.
“Ottima notizia! Perseverare sarebbe stato diabolico” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Peraltro tutte le rilevazioni fatte seriamente, non, quindi, quelle commissionate appositamente per avere la risposta auspicata, ci dicono che l’opinione pubblica non è affatto divisa a metà. La stragrande maggioranza degli italiani è favorevole alla libera apertura dei negozi e considererebbe la chiusura domenicale come un tonfo anacronistico nel passato” prosegue Dona.
“Ci fu persino un’indagine commissionata da un ministro, una ricerca Ipsos del luglio 2011, commissionata dall’allora ministro del Turismo Brambilla, secondo la quale il 78% degli italiani era favorevole alla liberalizzazione domenicale. Insomma nessun Paese spaccato in due, ma solo qualcuno che voleva tornare agli anni ’50” conclude Dona.