Cibi etnici: metà dei ristoranti con irregolarità


Controlli dei Nas su cibi etnici: metà dei ristoranti presenta irregolarità, sequestri per oltre 128 tonnellate. Il Ministro della Salute Grillo: “Etnico non significa fuorilegge”

Controlli dei Nas su cibi etnici: metà dei ristoranti presenta irregolarità, sequestri per oltre 128 tonnellate. Il Ministro della Salute Grillo: “Etnico non significa fuorilegge”

“Cibi scaduti, scongelati e ricongelati, mancato rispetto delle norme igieniche, etichette incomprensibili, importazioni vietate. Ben vengano le cucine etniche, a tutti piace il sushi, ma ‘all you can eat’ non può fare rima con rischio di intossicazione alimentare: le regole valgono per tutti. Non si mette a rischio la salute dei cittadini con pratiche illegali per mantenere i prezzi stracciati. Spesso manca la conoscenza del nostro sistema di regole che è tra i più avanzati a livello mondiale e su questo bisogna lavorare. Grazie ai nostri Carabinieri del Nas che fanno luce su un settore in grande espansione e di grande richiamo soprattutto per le generazioni più giovani. A tutela di tutti sia ben chiaro che etnico non deve far rima con fuorilegge” dichiara il ministro della Salute, Giulia Grillo.

Nell’ambito di una consolidata strategia dei controlli volti a garantire la sicurezza alimentare a tutela della salute del consumatore, principale compito istituzionale, di concerto con il Ministero della Salute, il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, nel mese di maggio, ha eseguito mirate verifiche in campo nazionale presso strutture appartenenti alla filiera della commercializzazione e somministrazione di prodotti alimentari etnici, ovvero di produzione e preparazione enogastronomiche essenzialmente riconducibili a culture di Paesi extra europei.

“Particolare attenzione è stata riservata agli esercizi di ristorazione veloce e a quelli che adottano la formula “all you can eat” per accertare che mantengano i livelli essenziali di corretta prassi igienica e la fornitura di materie prime idonee ad assicurare un livello accettabile di sicurezza per il consumatore” chiarisce il generale di divisione dei Carabinieri, Adelmo Lusi.

Nel solo mese di maggio 2019, periodo nel quale è stato rafforzato il dispositivo di controllo allo specifico settore, i NAS hanno effettuato 515 ispezioni che hanno determinato l’accertamento di irregolarità in 242 strutture (pari al 47% circa degli obiettivi controllati). L’incidenza delle non conformità è sicuramente maggiore nel settore della ristorazione, dove il 48% dei locali di cibi etnici controllati ha presentato delle irregolarità, mentre tale valore si riduce al 41% nei controlli a grossisti e depositi di alimenti etnici.

“Il piano di controlli sui cibi etnici – specifica il generale Lusi – è stato realizzato con una metodologia finalizzata alla verifica del puntuale a rigoroso rispetto delle procedure di preparazione, conservazione e somministrazione degli alimenti, dello stato igienico e strutturale dei locali di ristorazione e degli esercizi di vendita al dettaglio di prodotti preconfezionati, del mantenimento della catena del freddo soprattutto in relazione ai cibi da mangiare crudi, estendendo la vigilanza anche ai canali di importazione e distribuzione delle derrate alimentari e delle materie prime provenienti da Paesi esteri, gestiti da aziende  di commercio all’ingrosso, di deposito e di trasporto”.

Tra le criticità riscontrate, sono stati rilevati alimenti in cattivo stato di conservazione, procedure preventive di autocontrollo aziendali inosservate o addirittura mai predisposte, utilizzo di alimenti con etichettature non in lingua italiana o prive di informazioni utili per ricostruirne la rintracciabilità, in alcuni casi materie prime di origine animale provenienti da Stati asiatici importate in violazione ai divieti esistenti.

È stato altresì riscontrato che, sebbene i servizi di ristorazione di cibi etnici impieghino prevalentemente derrate alimentari di origine nazionale o dell’UE, non sempre la loro qualità e igiene è assicurata lungo la filiera gestionale dei prodotti. Infatti, complessivamente, sono state sequestrate 128 tonnellate di prodotti ittici, carne e vegetali riscontrate irregolari e non idonee al consumo perché prevalentemente privi di tracciabilità ed in cattivo stato di conservazione, per un valore commerciale di circa 232mila euro.

Nel corso delle attività è stato constatato l’uso di magazzini abusivi di stoccaggio dei prodotti, cucine mantenute in pessime condizioni igienico-sanitarie, ambienti mancanti dei minimi requisiti sanitari, strutturali e di sicurezza per i lavoratori, che hanno comportato l’applicazione di provvedimenti di chiusura o sospensione dell’attività a carico di 22 imprese commerciali, il cui valore economico ammonta ad oltre 5,3 milioni di euro.

Complessivamente sono state contestate 477 violazioni penali ed amministrative, deferendo all’Autorità Giudiziaria 23 operatori del settore alimentare di cibi etnici, mentre ulteriori 281 sono stati sanzionati per infrazioni amministrative, per un ammontare di 411mila euro.

In ambito penale i reati maggiormente riscontrati, in totale 27, sono stati la frode in commercio e la cattiva conservazione degli alimenti. Molti infatti i casi accertati dai NAS in cui la somministrazione degli alimenti era, per qualità, diversa da quella dichiarata al consumatore a cui, spesso, veniva celato l’originario stato fisico “congelato” dei prodotti ittici serviti nei ristoranti e tavole calde.

Tra le situazioni più significative accertate dai NAS nella filiera dei cibi etnici si evidenziano:

Nas Pescara

Denunciato il legale responsabile di un ristorante etnico per aver detenuto alimenti in cattivo stato di conservazione ed insudiciati nonché proposto alla clientela prodotti ittici congelati presentati come freschi.

Sequestrati Kg. 200 di alimenti e chiusa l’attività di somministrazione a causa delle carenze igienico-strutturali ed organizzative accertate (mancata applicazione piano di autocontrollo, omessa attuazione delle procedure sulla tracciabilità degli alimenti, locali destinati alla manipolazione degli alimenti in condizioni sanitarie pessime).

Il valore di quanto vincolato ammonta ad oltre un milione di euro. 

Nas Bari

Scoperto un deposito abusivo annesso a un ristorante asiatico gestito da un cittadino cinese, privo della prescritta documentazione autorizzativa. Sottoposti a sequestro amministrativo 40 kg. di riso e 40 kg. di salsa giapponese nonché birra, confezioni d’acqua e bottiglie di olii vari stoccati all’interno, per un totale di 952 lt.   

Nas Treviso

Sottoposti a sequestro amministrativo 85 quintali di prodotti alimentari etnici, pronti per essere commercializzati, rinvenuti all’interno di un deposito all’ingrosso, tutti recanti in etichetta una data di scadenza superata da diversi mesi. Inoltre la merce (salumi, dolci, bibite, preparati a base di carne ecc.) era stoccata in maniera promiscua ad altri prodotti in corso di validità, in difformità a quanto stabilito dal manuale di autocontrollo aziendale. Al titolare del deposito, un cittadino kosovaro, oltre al sequestro degli alimenti, sono state contestate violazioni per carenze igienico-sanitarie.  

Nas Napoli

Sequestrati, all’interno di un supermercato gestito da un cittadino cinese, 500 kg di pollame e prodotti ittici poiché rinvenuti in cattivo stato di conservazione nonché 33 confezioni di uova di anatra salate (già cotte) destinatarie da parte del Ministero della Salute di segnalazione RASFF (sistema di allarme rapido per gli alimenti e i mangimi con cui gli Stati membri scambio le informazioni  sui rischi per la salute legati a determinati alimenti e mangimi) in quanto vietata l’importazione dalla Cina e/o da altro Paese terzo.

Nas Alessandria

Denunciata una cittadina cinese, legale responsabile di un ristorante etnico, per aver detenuto, per la successiva somministrazione, preparati gastronomici in cattivo stato di conservazione poiché risultati abusivamente congelati e conservati, all’interno di contenitori non idonei, in un impianto di refrigerazione interessato da gravi carenze igieniche (diffusa presenza di sporcizia e di grossi quantitativi di ghiaccio, indice di una non corretta gestione).

Sequestrati Kg. 100 di alimenti e chiusa l’attività di somministrazione a causa delle carenze igienico-strutturali (locali destinati alla manipolazione degli alimenti in condizioni sanitarie pessime). Il valore di quanto vincolato ammonta ad oltre 150mila euro.

Nas Padova

Sequestrati 200 kg di cibi etnici congelati, rinvenuti ad una temperatura di +19° all’interno di un furgone aziendale dotato di impianto di refrigerazione mantenuto spento, pronti per essere venduti nonostante l’interruzione della “catena del freddo” con potenziali rischi per la salute del possibile avventore. Denunciato alla competente autorità Giudiziaria il titolare dell’azienda.  

Nas Udine

Denunciato il legale responsabile di un’attività di ristorazione etnica poiché ritenuto responsabile di aver detenuto, per la successiva somministrazione, prodotti congelati indicati sulla lista delle vivande come “freschi”, peraltro, in cattivo stato di conservazione.

Sequestrati complessivamente Kg. 15 di alimenti e sanzionato il ristoratore per violazioni inerenti carenze igieniche nei locali destinati alla manipolazione delle preparazioni e la omessa attuazione delle procedure sulla tracciabilità degli alimenti.

Nas Firenze

Segnalato all’Autorità Sanitaria e Amministrativa il titolare di un ristorante etnico per aver detenuto prodotti carnei privi di informazioni sulla tracciabilità degli alimenti ed omesso di attuare, per il pesce crudo, le procedure di autocontrollo finalizzate a contrastare la possibile insorgenza della “sindrome sgombroide” mediante la verifica e la registrazione delle temperature di refrigerazione degli abbattitori e dei frigoriferi.

L’attività di ristorazione è stata sospesa a causa delle gravi carenze igieniche accertate (sporcizia diffusa sui piani di lavoro, pavimenti e attrezzature da lavoro, rinvenimento di blatte nelle trappole di cattura).

Il valore di quanto vincolato ammonta a circa 200mila euro.

Nas Parma

Denunciato alla competente Procura della Repubblica il titolare di un ristorante etnico responsabile di aver detenuto alimenti vari (spaghetti di soia, ripieno per ravioli ecc.) in secchi di plastica del tipo comunemente usato per le pulizie e in contenitori di plastica generalmente utilizzati per riporre indumenti e oggetti vari, certamente non idonei a essere utilizzati a contatto diretto con gli alimenti. Sottoposti poi a sequestro ulteriori alimenti, prevalentemente ittici, che venivano congelati o surgelati (all’origine o presso il ristorante) senza che di ciò fosse fatta menzione sui menù presentati alla clientela, ponendo in commercio, in tal modo, un prodotto diverso per qualità da quello dichiarato.     

Nas Torino

Segnalato alla competente Autorità Giudiziaria, per il reato di frode in commercio, il legale rappresentante di un’azienda alimentare che commercializzava riso basmati di falsa provenienza indiana, in realtà importato dal Pakistan. Al fine di approfondire gli accertamenti necessari, si è proceduto al campionamento e al contestuale sequestro sanitario di 110 tonnellate di riso.

Codacons: basta invasione di all you can eat

I risultati dei controlli dei Nas sui cibi etnici dei ristoranti di tutta Italia che hanno riscontrato una serie di irregolarità e violazioni, sono la conseguenza all’esplosione del fenomeno degli “All you can eat”, formula di ristorazione che sta letteralmente spopolando nelle città italiane. Lo afferma il Codacons, commentando i risultati allarmanti delle ispezioni condotte dai Nas.

“A partire dalla crisi economica si è registrata in tutto il paese la diffusione di ristoranti etnici, specie cinesi e “pseudo” giapponesi, che offrono menù “All you can eat” dove si può mangiare senza limiti a prezzi estremamente contenuti – spiega il presidente Carlo Rienzi –. Ma proprio i listini eccessivamente bassi sono sintomo di scarsa qualità, specie quando si serve pesce e sushi: i prodotti ittici infatti, specie se serviti crudi, devono essere di primissima qualità e non possono certo essere venduti a pochi spiccioli come avviene in tali ristoranti. Un prezzo troppo basso fa capire come la materia prima non sia di qualità, e non è un caso se spesso risulta anche difficile definire la tracciabilità del pesce, perché in tali locali l’approvvigionamento avviene attraverso canali illegali”.

“Il rischio concreto per i consumatori è quello di incorrere in intossicazioni alimentari, perché il cibo conservato in modo irregolare, non lavorato in modo adeguato e di qualità scadente, può avere serie ripercussioni sul fronte sanitario” conclude Rienzi.