Dal 20 al 23 giugno a Firenze Virgilio Sieni presenta Hortus Festival, tre giorni di azioni coreografiche, laboratori e esperienze artistiche itineranti, dal mattino al buio dopo il tramonto
Hortus Festival _ Cantieri Culturali Isolotto, ideato da Virgilio Sieni per Firenze, propone un’articolazione di performance e visioni come un viaggio inedito nel territorio urbano, sorretto da un’idea di città che nasce dall’incontro tra corpi in movimento e in risonanza con il paesaggio.
Azioni coreografiche, laboratori, esperienze artistiche itineranti, si svolgeranno in una geografia di luoghi all’aperto, composta da giardini, piazze, mercati e da dettagli che solitamente non catturano l’attenzione quotidiana – un albero, la sua chioma, l’ombra proiettata su un interstizio urbano – ma che rappresentano possibilità di esplorare e rinnovare la percezione degli spazi del nostro abitare. Seguendo le variazioni offerte dalla luce, dal mattino al buio dopo il tramonto, e accompagnate da musiche dal vivo, sono immaginate per un pubblico che si muove fra cammini e soste, alla ricerca di nuovi percorsi fondati sull’esserci e sullo stupore, su una frequentazione libera e partecipe.
Il Festival si articola in quattro passaggi, tappe del viaggio che scandiscono i quattro giorni: “Dettagli e scoperte” (giovedì 20 giugno), “Camminare Osservare” (venerdì 21 giugno), “Luoghi silenziosi” (sabato 22 giugno), fino a “Ballo popolare”, azione pubblica di ampio respiro, pensata come se fosse un arrivo (domenica 23 giugno).
In Hortus Festival confluiscono in una forma organica e nuova i fondamenti che sorreggono l’intenzione trasformativa, gentile e non invasiva, che Sieni sta portando avanti nelle periferie, e i percorsi di formazione e trasmissione rivolti ad artisti come a cittadini di tutte le età e provenienze.
L’inaugurazione (giovedì 20 giugno ore 19) è affidata alla Barca Bianca, opera in legno frutto dell’immaginazione e creazione dei bambini (abitata dalle sagome dei piccoli partecipanti al laboratorio curato da Viola Tortoli) che, quale simbolo di accoglienza, attraversa Piazza dei Tigli come il mare e le frontiere.
All’Isolotto hanno preso forma esperienze che si generano l’una dall’altra, che dialogano e si arricchiscono costantemente: i percorsi didattico-creativi con la scuola Montagnola, le azioni permanenti della Galleria Isolotto e la scultura Il bambino dell’Isolotto in piazza dei Tigli, la trasformazione del Giardino delle erbacce in luogo simbolico di rigenerazione urbana, dove il Festival accoglie il pubblico ogni sera dalle 21 con le performance nella piccola serra Meditazioni e Fiabe, la proiezione di film, momenti di sosta e di festa con DJ set Funkamari e Dance Folk (il 22).
Nascono nuove esperienze e crescono quelle già avviate, espandendole e incastonandole nel quartiere: le pratiche all’aperto del Laboratorio sull’Improvvisazione per danzatori e performer; le performance site-specific nell’Area Melograni – Landscape n°619 (Claudia Catarzi, danza; Spartaco Cortesi, musica), La tenerezza delle chiome (Gruppo Tattile), Agave (Katia Pagni), L’Attesa (Maya Oliva), In a Large Open Space (Cristina Kristal Rizzo, danza; Tempo Reale Electroacoustic Ensemble, musica) – come frutto di uno studio dei luoghi, di una pratica dell’ascolto, sensibilizzata alla dimensione umile della natura; i balli con i cittadini Frontiera e La gioia dell’ombra.
Hortus accoglie e ricolloca percorsi di trasmissione generati a partire da altri contesti: quello delle piccole Isadora, provenienti da scuole di danza del territorio, protagoniste assieme ad altre bambine di A Passi Nudi/Danze libere, con Claudia Caldarano, danzatrice di Canto al Silenzio, performance nata a Villa Bardini e qui originalmente riproposta nella Galleria Isolotto.
I gruppi cosiddetti Novissimi formati da giovani danzatori e danzatrici – Gruppo Cango e Gruppo Porta Romana – con le performance ispirate a La Leggerezza di Calvino, intrecciano una tessitura inedita con il Gruppo Tattile, Katia Pagni e Maya Oliva, impegnati nel progetto Dance Reporter – a cura di Virgilio Sieni, con Giulia Mureddu (assistente artistica), Agnese Lanza (assistente al progetto), Sabrina Tosi Cambini (antropologa culturale) – concepito come una mappatura vivente di luoghi sensibili del territorio, che nell’agire dei corpi degli artisti viene investito di nuovo senso e trasformato. Su questi presupposti, trova collocazione anche Diario Tattile, con il danzatore non vedente Giuseppe Comuniello e la ricercatrice Delfina Stella, che restituiscono con il gesto, danzato e raccolto, la relazione generata dall’incontro con luoghi e persone.
Hortus Festival_Cantieri Culturali Isolotto: spazi inediti, interstizi del paesaggio e riferimenti inaspettati, diventano la trama di un nuovo diario fisico della città, attraverso le possibilità di esplorazione e di conoscenza offerte dai linguaggi democratici del corpo e della danza.