Psicologi mal pagati: la metà non ha reddito decoroso


Psicologi, quasi uno su due non ha un reddito “decoroso”. Il Consiglio nazionale: “Manca il riconoscimento sociale”

Psicologi, quasi uno su due non ha un reddito "decoroso". Il Consiglio nazionale: “Manca il riconoscimento sociale”

“Abbiamo ancora un 40% di giovani colleghi che non riesce ad avere un reddito decoroso. I sacrifici di tante famiglie sono a volte scemati perché manca un riscontro sociale nell’impegno dei nostri giovani colleghi. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha recepito che nel mondo della scuola e degli enti locali, dove si fa prevenzione, non vi sono adeguate presenze di psicologi”. Così Fulvio Giardina, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi (Cnop) all’Agenzia Dire (www.dire.it) in occasione del trentennale della professione a Roma.

Nei giorni scorsi il presidente Mattarella ha ricevuto, infatti, una delegazione di psicologi, tra cui il presidente del Cnop, cogliendo “l’opportunità sociale della nostra professione– ripete Giardina- ed evidenziando come la parte amministrativa sia troppo lenta nel recepire le nostre istanze. L’Italia è un paese che sta invecchiando, con una povertà crescente che affligge il 10% delle famiglie e dobbiamo dare un supporto concreto allo sviluppo del paese. Il mondo della scuola è ormai palesemente coinvolto in tante problematiche che non appartengono più alla didattica e gli insegnanti sono soli nel governare dei processi molto complessi. I rapporti con le famiglie, fra i professori, fra alunni e insegnanti deve essere supportato. Ci stiamo impegnando – fa sapere il presidente del Cnop – per promuovere meglio la professione”.

Nel frattempo coincidenze importanti si muovono in tal senso: “La nostra professione è transitata da poco sotto l’alveo del ministero della Salute e il Parlamento ha ratificato il decreto Calabria – prosegue Giardina – nel quale per la prima volta compare la figura dello psicologo delle cure primarie. È un passaggio importantissimo perché è il primo riconoscimento del nuovo tipo di impegno del mondo della Salute non dentro le strutture sanitarie ma fuori, in collaborazione con il medico di medicina generale”.

La legge dice che “c’è una carenza dei medici di medicina generale e qualora il medico avesse già il massimo dei suoi assistiti e volesse ampliarne il numero dovrà avvalersi della figura dell’infermiere e dello psicologo. Sono ancora delle presenze contingentate – conclude – ma passa il principio che tutte le patologie della cronicità che affliggono 1/3 dei cittadini italiani sarà governato anche grazie all’intervento degli psicologi”.