Nuovi dati a lungo termine sul trattamento dell’artrite reumatoide con upadacitinib: con il trattamento quasi azzerati i segni e i sintomi della malattia
Tra le novità relative ai farmaci presentate a Madrid nel corso del congresso EULAR, hanno destato particolare interesse i nuovi dati a lungo termine sul trattamento dell’artrite reumatoide (AR) con upadacitinib, un nuovo JAK inibitore avente azione specifica sulla JAK1 attualmente in studio nel programma di studi clinici di fase 3 SELECT.
Le analisi a lungo termine degli studi SELECT EARLY, SELECT COMPARE, SELECT BEYOND e SELECT NEXT, infatti, hanno documentato, anche a distanza di 48 o 60 settimane di terapia con questo farmaco in sottopopolazioni diverse di pazienti con artrite reumatoide (AR) (a seconda del trial considerato), il beneficio di questo trattamento in termini di miglioramento dei segni e dei sintomi di malattia.
Inoltre, gli studi hanno anche dimostrato come si mantenga nel tempo anche la remissione clinica di malattia (cioè il quasi azzeramento dei segni e dei sintomi della malattia), la cui valutazione si basa principalmente sul punteggio del Disease Activity Score 28 C-Reactive Protein (DAS28-CRP) che per essere considerati in remissione deve essere minore di 2,6.
Alcune informazioni su upadacitinib e sui trial del programma SELECT
Upadacitinib, un inibitore selettivo JAK1, ha un ruolo documentato nella patofisiologia dell’AR di altri disturbi infiammatori mediati dal sistema immunitario. La sua efficacia terapeutica è stata studiata nell’AR nel programma SELECT e in molteplici patologie immunitarie mediate come l’artrite psoriasica, la malattia di Crohn, la colite ulcerosa, la spondilite anchi-losante e la dermatite atopica. Il programma SELECT di fase 3 in pazienti con AR ha valutato più di 4.000 pazienti con malattia da moderata a grave in 6 studi.
Nel commentare i risultati di queste ricerche a lungo termine sui 4 trial clinici SELECT analizzati, la prof.ssa Elisa Gremese (Professore Associato di Reumatologia, Fondazione Policlinico Universitario Gemelli, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma) ha sottolineato come “quanto visto confermi l’efficacia di upadacitinib nel trattamento di sottopopolazioni diverse di pazienti con artrite reumatoide, comprese quelle più complicate da gestire, in quanto già refrattarie alle opzioni terapeutiche più avanzate nel campo, rappresentate dai farmaci biologici”.
A dare man forte a questi risultati sono, soprattutto i dati relativi ad un outcome di efficacia molto stringente, come la remissione di malattia: “Per noi clinici – ha ricordato la prof.ssa Gremese – la remissione implica, sulla base dell’impiego di alcuni indici clinimetrici diversi – come il punteggio DAS28 o l’indice CDAI, per fare degli esempi – che un trattamento è efficace. Per il vissuto del paziente, invece, la remissione ha un significato fondamentale, in quanto segna il suo possibile ritorno alla vita normale, o comunque ad una condizione in cui la malattia può essere tenuta efficacemente sotto controllo”.
L’approvazione Fda all’impiego del farmaco nell’AR dovrebbe arrivare nei prossimi mesi, in quanto il farmaco viene valutato con procedura di urgenza in quanto ha ricevuto la Priority Review dell’agenzia americana. In Europa, l’agenzia dei medicinali dovrebbe esprimersi entro la fine dell’anno.