A 50 anni dalla scomparsa della scultrice Jenny Wiegmann Mucchi, arriva a Milano la mostra “GENNI. Una scultrice di respiro europeo nella Milano del ‘900”
Il 2 luglio del 1969 si spegneva a Berlino Jenny Wiegmann Mucchi, in arte GENNI, tedesca di nascita, italiana d’adozione.
L’esposizione a lei dedicata, a cura di Francesca Pensa e Giorgio Seveso, riunirà così alla Casa della Memoria di Milano, proprio a 50 anni dalla scomparsa, circa 40 sculture in bronzo, cemento e legno, oltre a una decina di disegni originali e a vario materiale documentario. I curatori, assicurando un’adeguata e prestigiosa rappresentazione della personalità creativa della scultrice, hanno prestato particolare attenzione a scegliere opere collocate a Milano e in Lombardia.
Jenny Wiegmann Mucchi (Berlino Spandau 1895 – Berlino 1969) si forma artisticamente frequentando scuole private femminili in cui l’insegnamento si basava prevalentemente sul disegno e sulla grafica, ma la giovane Wiegmann predilige fin da subito la scultura e dal 1919 al 1923 segue, a Berlino, un corso di scultura in legno, sposando poi lo scultore Berthold Müller e partecipando con lui alla Secessione berlinese.
All’inizio degli anni Trenta, Genni è a Parigi, dove frequenta l’ambiente degli italiani di Parigi: Severini, De Pisis, Savinio, De Chirico. Qui vince, nel 1937, la medaglia d’oro per la scultura in occasione dell’Esposizione Universale, la stessa nella quale si fronteggiano i grandi padiglioni dell’Unione Sovietica e della Germania nazista, e nella quale Picasso presenta Guernica nel padiglione della Spagna repubblicana.
Nel 1933, sposa Gabriele Mucchi, architetto e pittore italiano, con il quale si trasferisce a Milano. Il nuovo ambiente milanese è determinante per Genni, che partecipa alla Triennale del 1933. Molti giovani che avevano esposto in quella Triennale si ritrovano nel movimento artistico di Corrente, formatosi a Milano attorno all’omonima rivista fondata dal giovanissimo Ernesto Treccani. È in questo periodo che la casa-atelier di Mucchi e di Genni diventa un punto di ritrovo di letterati e artisti che si riconoscono nel realismo e nel montante antifascismo della rivista.
Nel 1940, Corrente viene chiusa per diretto ordine di Mussolini, ma l’intervento censorio funge da acceleratore del movimento di denuncia e di polemica del gruppo. Genni e Mucchi militano tra i partigiani, trasferendo nell’impegno diretto la carica morale della loro arte. Dopo la guerra, opera tra Berlino e Milano ed esegue anche monumenti pubblici, come quello dedicato alla Resistenza, realizzato a Bologna nel 1959 in collaborazione con Piero Bottoni e Stella Korczynska. Nell’ultima fase della sua carriera, l’artista ricerca sempre più le sue radici nella Germania dell’Est, senza mai tralasciare un’acuta tensione di ricerca plastica, tesa tra primitivismo ed espressionismo, che da sempre caratterizza la sua opera.
GENNI. Una scultrice di respiro europeo nella Milano del ‘900
a cura di Francesca Pensa e Giorgio Seveso
Casa della Memoria, Via Federico Confalonieri 14, Milano