Quattordicesima mensilità di pensione in pagamento dall’INPS: verrà attribuita d’ufficio, senza presentazione di alcuna domanda
Quattordicesima in pagamento per oltre 3,5 milioni di pensionati italiani. Con il messaggio 27 giugno 2019, n. 2403, l’Inps comunica infatti che la quattordicesima mensilità di pensione verrà attribuita d’ufficio, senza presentazione di alcuna domanda, in presenza di tutti gli elementi necessari per la verifica reddituale di ammissione al beneficio.
Per consentire la corresponsione d’ufficio a luglio a un più ampio numero di beneficiari, è stata effettuata, oltre a quella ordinaria, una lavorazione aggiuntiva, con pagamento del beneficio l’8 luglio 2019.
Con questa modalità semplificata a luglio verranno pagate circa 3.150.000 quattordicesime.
A dicembre 2019, inoltre, saranno corrisposti, sempre d’ufficio, i ratei di quattordicesima a coloro che compiranno l’età di accesso al beneficio (64 anni) nel secondo semestre del 2019, ovvero che sono divenuti titolari di pensione nel corso del 2019.
Alle posizioni prive di notizie reddituali precedenti il 2015 non è stata attribuita d’ufficio la quattordicesima. Se il pensionato ritiene di averne diritto può presentare la domanda di ricostituzione attraverso il servizio online dedicato o, in alternativa, può avvalersi dell’assistenza gratuita dei patronati.
Il messaggio 20 giugno 2017, n. 2549 chiarisce infine requisiti di età, contribuzione e reddito richiesti per l’accesso alla quattordicesima.
Come spenderla? In spese mediche e bollette
In Italia 1 pensionato su 4 resiste con meno di 500 euro al mese. E’ quanto emerge dall’analisi di Uecoop, l’Unione europea delle cooperative, su dati Inps in occasione del pagamento delle quattordicesime a circa 3,15 milioni di persone. La maggior parte del bonus se ne andrà per spese mediche e bollette, in linea con la situazione di oltre un quinto della popolazione italiana che ha difficoltà a pagare farmaci e assistenza sanitaria spiega Uecoop su dati Eurispes.
Esiste una oggettiva situazione di difficoltà e di malessere che incide in particolare sulle fasce più deboli come i 4,2 milioni di grandi anziani che superano gli 80 anni di età. Una problematica che tocca una fascia importante di pensionati, nonostante in Italia ci sia una nicchia di 150mila fortunati che ogni mese incassano una pensione dai 4mila ai 5mila euro e oltre.
Con una speranza di vita che per gli uomini sfiora ormai gli 81 anni mentre per le donne supera gli 85 anni, la sfida del futuro sarà continuare a garantire alti livelli di cure e assistenza con un sistema misto dove pubblico privato dovranno sempre più sostenersi a vicenda per soddisfare tutti quei servizi che l’uno o altro non riescono a coprire.