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L’anticipo su Tfr/Tfs è una bufala

Arrivano le tredicesime per oltre 33 milioni di italiani ma a far festa è anche l'Erario: 11,8 miliardi di ritenute Irpef finiranno nelle casse dal fisco

Confsal-Unsa: “L’anticipo su Tfr/Tfs è una bufala. Le Banche già offrono crediti a tasse inferiori, diffidato il Governo”

Confsal-Unsa: “L’anticipo su Tfr/Tfs è una bufala. Le Banche già offrono crediti a tasse inferiori, diffidato il Governo”

“L’anticipo di 45 mila euro sul Tfr/Tfs dei dipendenti pubblici è un prestito fatto da banche con interessi a carico dei lavoratori, non l’erogazione, come dovrebbe essere, di un diritto maturato in più di 40 anni di contribuzione. I lavoratori pubblici continuano a essere truffati da un datore di lavoro che non eroga il loro Tfr/Tfs in termini accettabili”. Lo afferma all’Agenzia Dire (www.dire.it) Massimo Battaglia, segretario generale della federazione Confsal-UNSA.

“Oggi, l’avv. Antonio Mirra ha depositato, per conto dell’Unsa e a difesa dei lavoratori pubblici, una diffida al governo in cui si intima un intervento urgente di sistemazione della materia in modo completamente diverso rispetto al prestito bancario”, fa sapere il sindacalista.

Per Battaglia “l’anticipo di 45 mila euro del Tfr/Tfs è una bufala. Vi sono banche convenzionate che con una normale operazione di cessione del credito già offrono anticipi a tassi inferiori. Salvini, vicepremier del Governo, non dice che al ministero dell’Interno il Banco BPM Spa riconosce ai lavoratori della polizia di Stato e al personale civile del Dipartimento della pubblica sicurezza l’anticipo del Tfr al tasso dell’1% fisso”.

“La questione va risolta alla radice e il Governo è chiamato a farlo e a farlo, si spera, in modo equanime. Dopo più di 40 anni di lavoro, il dipendente pubblico deve avere a disposizione il proprio Tfr/Tfs subito, senza interessi e per la cifra intera cui ha diritto avendo versato puntuali contributi durante l’intera carriera lavorativa”, conclude il segretario. Il sindacato ricorda che “la Corte Costituzionale, con sentenza 159/19 sul ricorso dell’Unsa contro il differimento e la rateizzazione del Tfr, ha dichiarato di non poter ‘esimersi dal segnalare al Parlamento l’urgenza di ridefinire una disciplina non priva di aspetti problematici, nell’ambito di una organica revisione dell’intera materia, peraltro indicata come indifferibile nel recente dibattito parlamentare’, e ha sottolineato che la recente introduzione di norme sul finanziamento anticipato del Tfr ‘non altera i termini delle questioni’”.

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