Dal 23 luglio si apre la XXXIII edizione del festival di Radicondoli, il borgo tra il Chianti e la Maremma. Venticinque appuntamenti di spettacolo dal vivo, per un’officina del teatro che verrà
Ritorna il Festival di Radicondoli, quest’anno alla sua XXXIII edizione: dal 21 luglio al 4 agosto offrirà un percorso di teatro, musica, documentari e film d’autore, letture poetiche, trekking teatrali, testimonianze. Un appuntamento legato inestricabilmente ad un territorio di grande fascino, a metà strada fra il Chianti e la Maremma.
La marginalità sarà il tema attorno a cui si addentrerà l’edizione 2019. Un termine con cui un tempo si indicava la condizione di chi, vivendo in aree decentrate, ne subiva gli effetti, restando fuori dallo sviluppo economico, ma che è oggi estendibile a tutte le voci fuori dal coro, che parlano da punti di vista diversi, non importa se per geografia, per veggenza poetica e artistica, per coraggio sociale. Persone dal colore del pensiero ‘diverso’ che portano un valore di autenticità. “In questo momento storico la massificazione culturale e la perdita di valori forti spostano di colpo l’asse, rimettendo in discussione cosa sia centro e cosa margini. Le periferie del mondo e della società diventano ricchezza espressiva, capacità di interpretare il mondo con maggiore solidità e creatività. Ecco che il festival si pone come occasione per rimettere in gioco la nostra idea di noi e della nostra cultura, di interrogarci sugli altri e sugli altri modi di stare al mondo”, spiega il direttore artistico Massimo Luconi.
Tra i protagonisti ci saranno artisti e voci che portano dunque questi valori di alterità. Tra gli altri ricordiamo Mariangela Gualtieri, Federica Fracassi, Laura Marinoni, Arianna Scommegna, Ivan Alovisio, Arturo Annecchino, Viola Graziosi, Giorgio Scianna, compagnia Vetrano/Randisi, Ulderico Pesce, Mascia Musy, Nicola Russo, migranti africani, naufraghi di culture minori e molti altri.
Ecco i principali spettacoli:
L’anteprima del festival sarà, il 21 luglio un Concerto recital su celebri arie di belcanto, da Bellini, Donizetti, Versi, Puccini, che vedrà Ding Ting come soprano, Yuan Jianguang tenore, Daniele Galli al piano (progetto in collaborazione con Opera Network Firenze).
Il 23 luglio, si entra nel tema del festival – ai margini – con la proiezione dello spot scritto e diretto da Elena Fiorenzani e Dario Baldi sulla sindrome di Down, testimonial d’eccezione Lino Guanciale. A seguire sarà proiettato il film documentario di Tamr Tal Anati sulla storia di tre fratelli che, dopo 70 anni, tornano da Israele in Toscana, dove sono nati, per cercare il luogo dove si erano rifugiati con la famiglia per sfuggire alle persecuzioni durante la guerra. Sarà presente l’autrice.
L’avvio ufficiale alla rassegna lo dà poi il 24 luglio lo spettacolo corale Il pianeta dei naufraghi a cura di Massimo Luconi. 15 protagonisti di biografie e geografie diverse, incrociano le loro storie e le loro lotte per la rivendicazione dei diritti di base: dall’Africa ai nativi dell’America Latina, dalla guerra in Libia ai bambini schiavi del boom economico asiatico. Lo spettacolo è frutto di un lungo laboratorio di teatro e incontri che ha visto coinvolti gli abitanti di Radicondoli e un gruppo di profughi richiedenti asilo.
Lo stesso giorno, il concerto La rubia canta la negra di Ginevra di Marco e Francesco Magnelli farà dedica speciale a Mercedes Sosa e alla musica argentina.
Il 25 luglio Yael Karavan, una delle più interessanti ballerine/performer della scena europea della danza, di origine anglo-israeliana, si esibirà nello spettacolo I was dead then alive. Seguono la proiezione del film documentario I villani di Daniele De Michele, presentato con successo all’ultimo festival di Venezia, che mostra un’altra Italia possibile, e video testimonianze di voci inascoltate: donne e bambini in più di sessanta Paesi vivono in società tribali, custodi del mondo naturale, vittime di razzismo e violenze genocide. Un progetto Survival.
Il 26 luglio sarà in scena lo spettacolo Rocky Marciano: un campione a bordo ring, a 50 anni dalla tragica scomparsa del campione di origine italiana. Il testo è di Lisa Capaccioli, interprete Francesco Dendi. Ulderico Pesce porta sul palco uno spettacolo di teatro inchiesta, scritto con il giudice Ferdinando Imposimato: moro, i 55 giorni che cambiarono l’Italia, sul rapimento e l’uccisione di Aldo Moro da parte delle brigate rosse e, secondo gli autori (Imposimato fu titolare dei primi processi Moro), dello Stato.
Il 27 luglio Arianna Scommegna, accompagnata dalla fisarmonica di Giulia Blasi e diretta da Massimo Luconi, ripercorre le tappe poetiche e le canzoni di Pietro Ciampi nel recital …E bastava un’inutile carezza a capovolgere il mondo. Un percorso dentro le fughe, il vino, gli amori dell’anarchico cantautore degli anni ’70. Un progetto speciale del festival, in prima nazionale.
Il 28 luglio si celebrerà il Premio Radicondoli per il teatro: momento di riflessione sulle nuove tendenze del teatro italiano e della critica militante, con una giuria composta da Sandro Avanzo, Rossella Battisti, Claudia Cannella, Elena Lamberti, Enrico Marcotti, Valeria Ottolenghi e si avvale anche delle indicazioni del pubblico e degli operatori teatrali. Nello stesso giorno sarà mostrato l’esito della Master class del maestro del teatro di ricerca Riccardo Caporossi condotto con giovani attori (progetto in collaborazione con Kilowatt festival e Hystrio. Si replica il 29 luglio).
Sempre il 28 luglio, sarà in scena, per la prima volta, il progetto teatral-musicale che mette insieme la sensibilità attoriale di Viola Graziosi e la musica di un grande artista e compositore quale Arturo Annecchino: Offelia Suite, opera musicale tratta dal testo di Luca Cedola e reinterpretata dalla figura di Ofelia dell’Amleto di Shakespeare.
La giornata si conclude con Ombre folli di Franco Scaldati nelle versione scenica degli apprezzati Enzo Vetrano e Stefano Randisi: l’autore racconta i suoi sogni sghembi, visionari, anticipatori. Li racconta e li vede fuori da sé, continuando a scrivere, a stupirsi, in un giuoco di porte, specchi, fiori e cimiteri.
Il 29 luglio un’ospite eccezionale del festival, la grande poetessa-drammaturga e interprete Mariangela Gualtieri guiderà in un ispirante trekking poetico intitolato Bello mondo lungo il paesaggio toscano, fino ad una distesa di querce millenarie, in un ‘rito sonoro’ curato da Cesare Ronconi, suo sodale nel Teatro della Valdoca.
Il mondo funambolo e i personaggi delle canzoni di Gabriella Ferri saranno invece rievocati da Vincenza Pastore nello spettacolo Gabriella Ferri, la vita come un canto.
Il 30 luglio Lino Musella è protagonista di un percorso poetico lungo 30 sonetti di Shakespeare, tradotto e ‘traditi’ in napoletano da Dario Jacobelli: L’ammore nun’è ammore, con la musica dal vivo (cordofoni e percussioni) di Marco Vidino.
A seguire un gradito ritorno per il festival di Radicondoli con Federica Fracassi che sarà interprete del testo di Concita de Gregorio Dora pro nobis, accompagnata dal violoncello di Lamberto Curtoni: si narra della storia di Dora Maar, e la sua storia è il Novecento.
Il 31 luglio la stessa Fracassi e Mariangela Gualtieri, unite dal teatro, dall’ammirazione e dall’amicizia, saranno protagoniste di un inedito duetto speciale per Radicondoli festival, intitolato Insieme.
La stessa giornata vedrà anche un nuovo trekking teatrale con Mia Benedetta, Linda Gennari, Fabrizia Sacchi, Chiara Tomarelli intitolato Ribelle mai domata, sul tema di canti, racconti di antifascismo e Resistenza al femminile.
L’1 agosto, un altro ritorno per il festival sarà quello di Nicola Russo, che farà il reading Cristophe o il posto dell’elemosina – Sans papier: da lui scritto per dare identità a tutta quell’umanità ‘clandestina’ che è abitata invece di vera vita, a partire dalle lettere vere di Cristophe, sans papier e poeta approdato a Parigi. Dalla marginalità della strada alla follia dell’arte, lo spettacolo Modigliani ripercorre le origini del grande artista, che non fu compreso nella propria terra, a Livorno. In scena Michele Crestacci diretto da Alessandro Brucioni. Per ritornare, poi, alla verità della testimonianza di Mohamed Traorè, arrivato con un barcone dalle guerre del Mali, ci porta dentro il suo mondo di dolce e profonda tradizione africana nello spettacolo Parole con il vento dal deserto.
Il 2 agosto lo spettacolo Piccola patria di e con Luca Ricci e Lucia Franchi ci riporta ancora al tempo presente: al giorno prima, il giorno stesso e il giorno successivo a un referendum locale dove si chiede agli abitanti di un luogo non specificamente identificato se vogliono staccarsi dall’Italia.
Laura Marinoni, anche lei amica del festival, propone di seguito un’antologia poetica da due autori che ama, Chandra Livia Candiani e Franco Arminio, intitolato Amo il bianco tra le parole. “I poeti per me sono i veri politici del mondo”, spiega l’attrice. Si tratta di un progetto speciale Radicondoli festival.
Il 3 agosto Mascia Musy sarà protagonista sensibile insieme a Francesco Argirò del commovente racconto di Svetlana Aleksievic (premio Nobel 2015) Preghiera per Chernobyl, diretta da Massimo Luconi. Si racconta Il dramma, lo smarrimento e il senso di morte di un popolo e la grande forza dell’amore fra due persone, di un uomo, fra i primi volontari a riparare il reattore nucleare senza nessuna preparazione e protezione, e di una donna che continua a amare, nella quotidianità della morte. Lo spettacolo arriva a Radicondoli dopo il debutto nazionale al festival di San Miniato a fine giugno.
La musica di Dario Cecchini, compositore e leader dei Funk Off, conclude la giornata con un concerto a cavallo tra jazz, soul, funk, con la partecipazione della banda di Radicondoli.
Il festival si chiude il 4 agosto con Ivan Alovisio, anche lui gradito ritorno per Radicondoli, con il reading di Ersatz di Giorgio Scianna (con la presenza dell’autore) e l’anteprima nazionale dello spettacolo che lo vede alla regia e interprete insieme a 6 giovani attori di Edipo Re, che “è la storia innanzitutto di un figlio alle prese con la conoscenza di sé”, commenta.