Caso Emanuela Orlandi, sabato l’apertura di altri due ossari: il fratello della ragazza scomparsa nel 1983 attacca il Vaticano: “Mia sorella ‘arma’ di guerra interna”
Altri due ossari da esaminare. Dopo le tombe aperte e risultate vuote a Roma al Cimitero teutonico, sabato Pietro Orlandi e il suo legale, l’avvocato Laura Sgrò, assisteranno a un altro capitolo della vicenda della scomparsa dell’allora 15enne Emanuela Orlandi, cittadina vaticana, sparita il 22 giugno 1983. L’argomento è stato approfondito a ‘La Storia Oscura’ su Radio Cusano Campus.
Al microfono di Fabio Camillacci, riferisce l’Agenzia Dire (www.dire.it) il fratello di Emanuela Orlandi ha dichiarato: “Noi vogliamo arrivare alla verità, e anche se ogni volta è come buttare del sale su una ferita aperta, andiamo avanti e non ci arrendiamo. La vicenda farsa delle tombe vuote al Cimitero teutonico della Santa Sede, conferma che all’interno del Vaticano c’è qualcuno che a tutt’oggi dopo 36 anni vuole tenere vivo il caso della scomparsa di mia sorella per ricattare qualcun altro. Una di quelle tombe peraltro sembra quasi una cripta utilizzata in passato per nascondere qualcosa, un ‘tesoro’ o qualcosa di scottante, di compromettente. Perché la cosa strana è che quella stanza sotterranea non ha un ingresso tranne la tomba che sta sopra. Una stanza trovata peraltro ristrutturata con materiali che non sono dell’800. Ancor più sconcertante l’altra tomba con tanto di sarcofago vuoto: che fine ha fatto la principessa Carlotta che era sepolta lì?”.
“Successivamente- ha aggiunto Pietro Orlandi- hanno ipotizzato che le ossa delle due principesse possano essere state spostate in due ossari che proprio sabato prossimo 20 luglio verranno controllati dalle autorità vaticane alla nostra presenza. Ossa che poi dovranno essere analizzate, per capire a chi appartengano: io come sempre da un lato mi auguro di trovare qualche resto di Emanuela per mettermi finalmente l’anima in pace, dall’altro spero di non trovare nulla perché voglio continuare a pensare che mia sorella sia viva. Ormai da tempo convivo con questo terribile doppio stato d’animo”.
Tornando a quanto accaduto giovedì 11 luglio, con le tombe delle due principesse risultate vuote, “devo dire che il Vaticano ha fatto davvero una figuraccia davanti al mondo intero. E’ chiaro a questo punto- ha detto ancora Pietro Orlandi- che in Vaticano ci sono due anime: una che lavora per arrivare alla verità su Emanuela e un’altra, più oscura, che invece sfrutta il caso per ricattare qualcuno e gettare fango sulla Santa Sede. Una sorta di faida interna: d’altronde, in Vaticano è così da sempre con gruppi avversi tra loro. Altrimenti non si spiegano le fonti, anonime e non, che ci hanno spinto a far aprire quelle due tombe al Teutonico”.
“La mia speranza- ha concluso il fratello di Emanuela Orlandi- è che questa guerra interna al Vaticano ci aiuti ad arrivare alla verità su Emanuela: perché molti in Vaticano sanno cosa è successo a mia sorella e magari un giorno qualcuno tirerà fuori la verità che va a colpire la parte avversa. E a questo punto, dopo tutto quello che è successo, l’inchiesta interna al Vaticano non può non andare avanti. L’apertura delle due tombe al Teutonico, e ora la vicenda dei due ossari, è comunque l’ammissione da parte della Santa Sede che possa esserci qualche responsabilità interna sulla scomparsa di Emanuela. Visto che fino a poco tempo fa non era così, ormai la strada è tracciata e devono andare fino in fondo”.