Ipertensione: secondo uno studio di Senior Italia FederAnziani che ha monitorato costantemente la pressione di 12 mila pazienti la semplificazione della terapia migliora l’aderenza
Senior Italia FederAnziani ha monitorato oltre 12.000 anziani attraverso un controllo costante della pressione, costruendo un vero e proprio diario dell’ipertensione.
Il gruppo di studio è arrivato alla conclusione che semplificare la terapia favorisce l’aderenza. Passando dal caso di chi usa un solo farmaco antipertensivo al caso di chi invece utilizza tre farmaci contro l’ipertensione l’aderenza quasi si dimezza crollando dal 68% al 40%. Questo perché attualmente la popolazione over 65 assume da 6 a 10 terapie giornaliere e quindi l’anziano iperteso si trova a dover gestire oltre alla terapia anti ipertensiva parallelamente altre terapie per le diverse comorbidità (tra le più comuni il colesterolo elevato e il diabete).
Allo studio ha partecipato la società europea dell’ipertensione, ESH – European Society of Hypertension, oltre alle organizzazioni nazionali SIIA – Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa, FIMMG – Federazione Italiana Medici Medicina Generale, SNAMI – Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani, SUMAI Assoprof – Sindacato Unico Medicina Ambulatoriale Italiana e Professionalità dell’Area Sanitaria.
Obiettivo dell’indagine, quello di determinare il controllo pressorio e l’aderenza alla terapia nei pazienti anziani ipertesi già in trattamento. Lo studio è stato presentato oggi presso il Ministero della Salute alla presenza del Sottosegretario di Stato alla Salute Luca Coletto e del Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica Pierpaolo Sileri, del Presidente Senior Italia FederAnziani Roberto Messina, del Past President ESH – European Society of Hypertension Enrico Agabiti Rosei e del Segretario Generale SUMAI Assoprof Antonio Magi.
«I dati emersi da questo studio di Real Life sono particolarmente significativi poiché evidenziano la bassa percentuale di ipertesi a target nonostante il trattamento, ovvero con livelli di pressione sistolica inferiore a 130mm Hg. Un problema non da poco se si considera che nel nostro Paese soffre di ipertensione circa un quarto degli adulti e oltre il 70% dei soggetti di età superiore ai 65 anni, stando ai dati epidemiologici raccolti dalla medicina generale – dichiara Roberto Messina Presidente di Senior Italia FederAnziani -. Inoltre la comorbidità nell’anziano rende l’obiettivo dell’aderenza nell’ambito dell’ipertensione ancora più complesso da raggiungere. L’uso di farmaci in associazione fissa può semplificare significativamente la terapia, migliorando la vita dei pazienti, la loro salute e favorendo la sostenibilità del servizio sanitario nazionale. Questo perché favorire l’aderenza migliora il controllo pressorio riducendo gli eventi cardiovascolari e quindi l’ospedalizzazione e i conseguenti costi diretti e indiretti per lo Stato; ad esempio se consideriamo l’unica triplice terapia antipertensiva rimborsata in Italia il costo di una singola compressa è inferiore del 30% rispetto alla somma dei singoli principi attivi che la compongono».
Dallo studio prende le mosse la campagna di sensibilizzazione “Monitoro la mia pressione” sull’importanza del controllo pressorio nella popolazione over 65 condotta da Senior Italia FederAnziani nei centri anziani aderenti alla sua rete per educare i pazienti a un corretto monitoraggio della pressione arteriosa, in quanto fattore di rischio cardiovascolare. Lo studio ha dimostrato che l’aderenza alla terapia e il controllo della pressione migliorano grazie alla semplificazione. Infatti passando da tre compresse assunte in maniera estemporanea a una sola compressa con tre principi attivi l’aderenza raggiunge l’85%.
«Nel patto della salute stiamo scrivendo un capitolo destinato alla medicina del territorio e quindi alle cure delle patologie croniche che riguardano soprattutto gli anziani – ha dichiarato il Sottosegretario alla Salute Luca Coletto Quanto alla semplificazione delle terapie suggerita dalla ricerca presentata oggi i dati sono interessanti e possono essere assorbiti dalle regioni che hanno la programmazione sanitaria ma anche dal governo, per poter interagire con le Regioni per quanto riguarda la cura dell’ipertensione. L’ipertensione riguarda prevalentemente gli anziani ma non solo, quindi un importante farmaco può essere uno stile di vita più sano per migliorare la risposta alle cure.»
«E’ importante il metodo col quale è stato condotto questo studio, ovvero l’indagine Real Life condotta direttamente su ampie e reali coorti di pazienti» dichiara il Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica Pierpaolo Sileri «È necessario un connubio tra associazioni, società scientifiche, industria e politica per semplificare la terapia, monitorare i pazienti e garantire l’aderenza. Non bisogna tagliare chiudendo ambulatori e servizi ma riducendo la spesa superflua».
«Le recenti linee guida europee della società europea di cardiologia e della società europea dell’ipertensione hanno evidenziato come, nonostante i grandi progressi della ricerca scientifica nell’ambito dell’ipertensione, il numero di pazienti ipertesi ben controllati sia piuttosto deludente, con percentuali del 35-40% di pazienti trattati e di meno del 15% della popolazione totale degli ipertesi, e molti non sanno neanche di essere tali – dichiara il Past President ESH – European Society of Hypertension, Enrico Agabiti Rosei. Una delle cause più importanti di questo scarso controllo è la bassa aderenza alla terapia e l’inerzia terapeutica da parte del medico. E’ necessario un forte progetto di educazione, sensibilizzazione, monitoraggio che deve avvenire nel mondo reale utilizzando tutte le figure sanitarie e le istituzioni sanitarie (medici, ma anche farmacisti, infermieri ecc.) che possono essere interessate e coinvolte in questo grande problema sanitario, la cui soluzione può consentire una consistente riduzione di eventi cardiovascolari, con i benefici che ne deriverebbero».
«Manca la presa in carico dell’anziano per garantire l’aderenza terapeutica e, nel momento in cui le malattie evolvono, anche la possibilità di modificare le cure. E’ necessario confrontarsi con le istituzioni e mettere in moto una organizzazione creata dai medici e dalle altre professioni sanitarie per garantire agli anziani benessere e salute», dichiara il Segretario Generale SUMAI Assoprof Antonio Magi.