Primo via libera alla diffusione della vespa samurai per fermare la strage dei raccolti causati dalla cimice asiatica che con il caldo si sta moltiplicando nelle campagne
Per fermare la strage dei raccolti causati dalla cimice asiatica che con il caldo si sta moltiplicando nelle campagne ed in città arriva il primo via libera alla diffusione della vespa samurai, nemica naturale dell’insetto che sta devastando meli, peri, kiwi, ma anche peschi, ciliegi, albicocchi e piante da vivai con danni che possono arrivare fino al 70% delle produzioni.
E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente l’approvazione del regolamento, ora alla firma del Presidente della Repubblica, per l’immissione di specie e popolazioni non autoctone di organismi, come la vespa samurai, antagonisti di insetti alieni nel territorio italiano su richiesta delle Regioni, delle province autonome o degli enti di gestione delle aree protette nazionali.
“Un provvedimento fortemente richiesto dalla Coldiretti a cui è necessario ora dare rapida attuazione – sottolinea il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini – velocizzando la procedura in modo da consentire l’immissione in campo della vespa samurai contro la cimice asiatica già durante la campagna agricola in corso”.
Il rischio è, infatti, che un allungamento dei tempi burocratici possa impedire l’avvio concreto delle sperimentazioni.
La “cimice marmorata asiatica” arriva dalla Cina ed è particolarmente pericolosa per l’agricoltura perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all’anno con 300-400 esemplari alla volta che con le punture rovinano i frutti rendendoli inutilizzabili e compromettendo seriamente parte del raccolto. La situazione – sottolinea la Coldiretti – è difficile in tutto il Nord dal Friuli al Veneto, dalla Lombardia all’Emilia Romagna fino in Piemonte dove i fastidiosi insetti provocano vere stragi delle coltivazioni, per l’uomo, oltre al fastidio provocato dagli sciami che si posano su porte, mura delle case e parabrezza delle auto.
La diffusione improvvisa di questi insetti che non hanno nemici naturali nel nostro paese – spiega la Coldiretti – è favorita dalle alte temperature e dalla loro polifagia, potendosi spostare su numerosi vegetali, coltivati e spontanei. La lotta in campagna per ora può avvenire attraverso protezioni fisiche come le reti a difesa delle colture.
Per contrastare la proliferazione dell’insetto alieno è dunque importante proseguire a marcia spedita con la ricerca per interventi a basso impatto ambientale, attività già avviata con importanti centri universitari, come nel caso del Piemonte dove è stato sperimentato l’utilizzo di un piccolo insetto indigeno, l’Anastatus bifasciatus, contro la cimice grazie ad un progetto promosso dalla Fondazione CRC con il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) dell’Università di Torino e Coldiretti Cuneo.
La cimice asiatica è solo l’ultimo dei parassiti alieni che hanno invaso l’Italia con i cambiamenti climatici e la globalizzazione degli scambi commerciali, dal moscerino dagli occhi rossi (Drosophila suzukii) che colpisce ciliegie, mirtilli e uva al cinipide del castagno (Dryocosmus kuriphilus), dall’Aethina tumida, il coleottero killer delle api, al punteruolo rosso Rhynchophorus ferrugineus che fa seccare le palme, provocando all’agricoltura danni stimabili in oltre un miliardo.
Sotto accusa è il sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo – denuncia il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini – che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari. Una politica europea troppo permissiva che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che – conclude Prandini – devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni e che affrontano un prodotto alla volta.