Domenica 18 agosto alle ore 19 il Moby Dick, un grande carro-palco mobile del Teatro dei Venti, arriva nell’Arena Geotermica di Larderello
Dopo il grande successo ottenuto a Londra e in Germania, arriva al Festival delle Colline Geotermiche il maestoso “Moby Dick” del Teatro dei Venti. La serata si svolgerà domenica 18 agosto alle ore 19:00 nell’Arena Geotermica, un palcoscenico unico al mondo realizzato nel 2017 da Enel Green Power all’interno di una vecchia torre di raffreddamento nell’area della centrale geotermica Nuova Larderello, già Larderello 3: uno scenario tanto originale quanto suggestivo, che unisce elementi di archeologia industriale a una moderna concezione di teatro contemporaneo. Si tratta di un investimento significativo da parte di Enel Green Power per favorire il turismo sostenibile e dotare uno dei territori simbolo della geotermia nel mondo di uno spazio identificativo di questa energia pulita e rinnovabile, che è stato possibile realizzare grazie alla collaborazione con il Comune di Pomarance, da anni impegnato per la valorizzazione storica, culturale e artistica dell’area geotermica.
Lo spettacolo-evento porta in piazza la nave del capitano Achab e la sua ossessione per la Balena bianca, con una grande macchina teatrale e un cast di 20 artisti, tra attori, musicisti, acrobati e tecnici e la parte. Con questo progetto, il Teatro dei Venti prosegue la sua ricerca artistica negli spazi urbani con uno spettacolo che entra in relazione con le comunità e con i temi di un classico della letteratura mondiale. L’ambientazione marinaresca ed epica del romanzo di Melville incontra il suono arcaico delle botti della tradizione campana, in un lavoro costituito dalla riflessione filosofica sull’ignoto, dalla contaminazione tra linguaggi da occidente a oriente e dall’uso di grandi macchine teatrali. Moby Dick è, come scrive Pavese nell’introduzione al romanzo con la sua traduzione, “l’allegoria della spasmodica ricerca, della sete di conoscenza e di vendetta, del rapporto tra bene e male, della ferocia e forza devastante della natura e dell’uomo”.
Ideazione e regia Stefano Tè; adattamento drammaturgico Giulio Sonno; consulenza alla regia Mario Barzaghi; assistenza alla regia Simone Bevilacqua; musiche dal vivo Luca Cacciatore, Igino L. Caselgrandi e Domenico Pizzulo; costumi a cura di Teatro dei Venti, Luca Degl’Antoni e Beatrice Pizzardo; disegno luci Alessandro Pasqualini; audio Nicola Berselli; scenotecnica e realizzazione macchine di scena Dino Serra e Massimo Zanelli; scenografie Dino Serra in collaborazione con il Teatro dei Venti. Con Oksana Casolari, Marco Cupellari, Daniele De Blasis, Alfonso Domínguez Escribano, Federico Faggioni, Talita Ferri, Francesca Figini, Alessio Boni, Davide Filippi, Hannes Langanky, Giovanni Maia, Alberto Martinez, Amalia Ruocco, Antonio Santangelo, Mersia Valente, Elisa Vignolo. Una produzione Teatro dei Venti, in co-produzione con Klaipeda Sea Festival (Lituania), realizzata con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Modena, della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, con il contributo del Comune di Dolo (VE) in collaborazione con l’Associazione Echidna.
Ingresso Libero. Si consiglia prenotazione: info e prenotazioni per Spettacolo /CenAteatro / Bla Bla Theater – car sharing – Ufficio turistico di Pomarance +39 058862089 (orario lun/mar/giov/ven/dom ore 10-13 – mer/sab ore 15-19) – www.officinepapage.it
L’Arena Geotermica
La serata si svolge nell’ “Arena Geotermica”, un palcoscenico unico al mondo realizzato nel 2017 da Enel Green Power all’interno di una vecchia torre di raffreddamento non più utilizzata (nell’area della centrale geotermica Nuova Larderello, già Larderello 3), la cui parte superiore è stata demolita, mentre il basamento e l’opera inferiore sono stati mantenuti e ristrutturati per dare forma a una grande arena all’interno della quale sorge un ampio spazio per spettacoli a cielo aperto.
Si tratta di uno scenario tanto originale quanto suggestivo, che garantisce un’acustica ottima grazie all’ambiente delimitato dalle pareti basse della torre di raffreddamento, e unisce elementi di archeologia industriale a una moderna concezione di teatro contemporaneo. Si tratta di un investimento significativo da parte di Enel Green Power per favorire il turismo sostenibile e dotare uno dei territori simbolo della geotermia nel mondo di uno spazio identificativo di questa energia pulita e rinnovabile, che è stato possibile realizzare grazie alla collaborazione con il Comune di Pomarance, da anni impegnato per la valorizzazione storica, culturale e artistica dell’area geotermica.
Questo intervento si aggiunge alle numerose attività promosse da Comuni, Co.Svi.G. (Consorzio Sviluppo Aree Geotermiche) ed Enel Green Power nel settore del turismo geotermico: dal Museo della Geotermia al MUBIA (il nuovo Museo delle Biancane), dall’area naturalistica de “Le Fumarole” al Parco delle Biancane fino alle iniziative per l’apertura delle centrali e per la valorizzazione dell’indotto enogastronomico legato alla geotermia.
A Larderello e in Toscana Enel Green Power gestisce il più antico complesso geotermico del mondo, che conta 34 centrali geotermoelettriche, dislocate tra le province di Pisa, Siena e Grosseto. Gli oltre 6 miliardi di KWh prodotti in Toscana, oltre a soddisfare più del 30% del fabbisogno energetico regionale, forniscono calore utile a riscaldare più di 10 mila utenti residenziali, circa 30 ettari di serre e numerose aziende della filiera agroalimentare, floricola e della pelletteria.
Moby Dick – Note di regia
La piazza è vuota, sospesa, respira in attesa.
Da lontano risuona una voce profonda, ancestrale: venti marinai, venti uomini, venti anime percuotono grandi botti di legno su un carro in movimento; le botti sono vuote, rimbombano avide, in attesa del grasso di balena.
L’aria si squarcia e vibra. Il ritmo scandisce il lavoro dell’equipaggio. Raggiunta la piazza il carro fende il selciato. La musica si espande. Gli spettatori assistono all’arrivo del carro, che diviene palco e in pochi secondi si trasforma in febbrile cantiere navale. Asse dopo asse, sagole, cime e palanchi, i marinai iniziano a costruire la nave. Scheletrica, irreale. È il nostro Pequod. Per tutto lo spettacolo si avvicenderanno lotte, fortunali improvvisi, allegre scorribande; emergono caratteri, affiorano storie.
Su tutti pesa l’ombra di Achab e il suo oscuro desiderio di vendetta, l’incubo dei marinai.
Con un minuzioso lavoro di macchinazione si compirà l’atto inaspettato.
La nave diviene balena. Da tutrice a mostro.
Quello che prima accoglieva ora terrorizza: lo scheletro dello scafo si ribalta e assume le forme del temibile leviatano.
Finalmente i due nemici si troveranno faccia a faccia per lo scontro finale: Achab e la balena bianca. L’uomo contro la natura, il prodigio, l’ignoto, il dio perduto, la paura che urla dall’abisso: Moby Dick.
Moby Dick – Note di drammaturgia
Moby Dick è un’illusione. Tutti credono di sapere cosa sia eppure nessuno lo sa. Se ne parla. È una balena? Un capodoglio? Un mostro bianco? Pochissimi in realtà hanno letto il romanzo fino in fondo: quasi tutti a un certo punto abbandonano. La natura del libro infatti è assai diversa da ciò che film, illustrazioni e antologie raccontano. Pagina dopo pagina la vicenda deraglia dai binari dell’azione, la furia del Capitano Achab esonda i sentimenti della vendetta, la sua caccia impossibile assume un respiro metafisico, e il lettore, confuso, si smarrisce: qualcosa non torna. Cosa? La meta di questa impresa.
Perché un gruppo di uomini decide di mettersi in viaggio? Se Melville trasse ispirazioni dalla sua esperienza diretta su una baleniera, dai racconti di mare e dalla letteratura occidentale, egli si nutrì altresì di quel nascente spirito americano che sognava la democrazia. Si può costruire un nuovo modello di società o la massa («the Mob») è condannata alla sopraffazione? Moby Dick diventa allora il «genio della folla», la sintesi impossibile, il leviatano spietato di Hobbes che divora il trascendentalismo di Emerson.
Ma per quanto ogni civiltà sia destinata a scomparire tra le ruote della storia, la tensione al viaggio sempre sopravvive, sempre un giorno un gruppo sparuto di uomini deciderà di spingersi su acque incerte per scoprire se un altro modo di vivere sia possibile. Così la caccia di Moby Dick diventa l’inseguimento di un’illusione.
L’adattamento del romanzo cerca di recuperare alcune delle voci che animarono la scrittura di Melville (si potranno riconoscere echi dalla Bibbia e dal Faust di Goethe, nelle traduzioni di Ceronetti e Fortini) per restituire un respiro iniziatico al viaggio delle genti a bordo del Pequod. Un carro-palco che sia arca, porto e indimenticato relitto al di là del tempo. Il celebre incipit in fondo è un invito al teatro: call me Ishmael, come a dire, facciamo che oggi sono Ishmael e vi racconto una storia, facciamo che un sogno di umanità torni a rivivere, facciamo che quest’illusione domani diventi realtà.
Moby Dick – Teatro dei Venti
Il Teatro dei Venti nasce a Modena nel 2005, svolge la sua attività in quattro ambiti diversi, ma correlati: produzione di spettacoli, progettazione in ambito socio-culturale, formazione e organizzazione di festival e rassegne. Ha sviluppato una propria ricerca artistica con una particolare attenzione al Teatro negli spazi urbani, approfondendo l’utilizzo di trampoli e di scenografie mobili di grande impatto. Con gli spettacoli “Il Draaago” , “Simurgh” e “Pentesilea” ha realizzato tournée in Italia e all’estero, in Francia, Polonia, Serbia, Croazia, Spagna, Romania, Taiwan, India, Argentina.
Membro del Coordinamento Teatro Carcere Emilia-Romagna, svolge laboratori permanenti presso la Casa di Reclusione di Castelfranco Emilia e il Carcere di Modena. Sempre in ambito sociale promuove progetti di Cooperazione Internazionale (Mozambico, Serbia, Senegal) e nel campo della Salute Mentale in collaborazione con Dipartimento di Salute Mentale dell’Ausl di Modena. Dal 2012 organizza Trasparenze > Festival e Residenze Teatrali per la promozione della scena teatelae contemporanea. Dal 2015 al 2017 ha portato avanti il progetto “Urban Theatre Experience” con il sostegno di Funder 35 – fondo per l’impresa culturale giovanile. Nel biennio 2016-2018 ha fatto parte del Progetto FAIDRA sostenuto da Creative Europe con partner provenienti da diversi paesi europei. Dal 2017 tiene un laboratorio con un gruppo di richiedenti asilo del progetto “Mare Nostrum” con il sostegno di Caleidos Cooperativa Sociale, con il quale nel 2018 ha vinto il bando MigrArti, in collaborazione con l’Associazione GhanaYomo.
“Moby Dick” è l’ultimo progetto in ordine di tempo, una sintesi del lavoro sviluppato dalla compagnia fin dalle sue origini: l’utopia del teatro negli spazi urbani e a contatto con le comunità.