Rimini in cima alla classifica come capitale del tempo libero. L’indice per la prima volta quest’anno verrà utilizzato nella Qualità della vita 2019
Qual è la provincia italiana dove il tempo libero dei cittadini è migliore? A scattare questa fotografia è la classifica pubblicata sul Sole 24 Ore di oggi, che analizza la situazione nelle 107 province del nostro Paese attraverso 12 indicatori che rilevano l’offerta culturale, i servizi e l’attrattività turistica dei territori.
Sul podio, riferisce l’Agenzia Dire (www.dire.it), si trovano Rimini, Firenze e Venezia, mentre maglia nera della classifica è Enna, capitale con la minore offerta per il tempo libero, seguita da Isernia e Agrigento. Tra le grandi città anche Milano e Trieste compaiono nella top ten, che include ben cinque province della Toscana (Siena, Grosseto, Livorno e Pisa) e due del Friuli Venezia Giulia (Trieste e Gorizia).
Complessivamente, la classifica oltre a Rimini premia i grandi centri metropolitani dove la presenza di spazi e servizi favorisce la coesistenza di proposte di cultura alta (ad esempio il teatro) ed esperienze di cultura popolare (come i concerti pop) o sportiva, offrendo un ricco mix di proposte per il tempo libero della popolazione residente.
La provincia romagnola, si legge ancora nell’inchiesta firmata dal Sole 24 Ore, viene premiata da una serie di indicatori: si posiziona in cima alla classifica per capacità di attirare turisti sul territorio (presenze per kmq); è seconda per spesa pro capite in spettacoli culturali; quarta per incidenza di librerie ogni 100mila abitanti; sesta per numero di rappresentazioni teatrali realizzate nel 2018 ogni mille abitanti.
Guardando ai singoli indicatori, dalla classifica emerge che Savona e La Spezia registrano la maggiore incidenza di ristoranti e bar ogni 100mila abitanti, mentre Massa Carrara è in cima alla classifica per incidenza di librerie. Ascoli Piceno, Gorizia e Pescara sono sul podio per numero di proiezioni cinematografiche ogni mille abitanti, ma la spesa pro capite in cinema e teatro risulta più elevata a Verona e a Milano dove indubbiamente ci sono eventi capaci di attirare un pubblico più ampio e proveniente da fuori provincia.
Tre sono gli indicatori che raccontano le performance turistiche e quindi l’attrattività del territorio: la densità di presenze di turisti per chilometro quadrato premia le proposte di massa come Rimini, Venezia e Napoli, capaci di attirare visitatori da tutto il mondo; la permanenza media (notti nelle strutture ricettive), invece, penalizza il turismo mordi e fuggi a vantaggio di territori capaci di ‘intrattenere’ visitatori per lunghi periodi di vacanza (ad esempio Crotone, Fermo e Vibo Valentia); per ultima, la diffusione di agriturismi sul territorio racconta il successo del turismo slow che rende sempre più interessanti location italiane meno conosciute (sul podio Bolzano, Siena e Livorno).
La classifica finale è il risultato della media dei punteggi ottenuti dai diversi territori nei 12 indicatori presi in esame che fotografano tre aspetti fondamentali del tempo libero: l’attrattività turistica, i servizi e l’offerta culturale. Il diverso modo di offrire e di vivere la cultura nel tempo libero, rappresentato con questi dati, fa emergere una distinzione tra territori fast e slow. Nei primi prevale un’offerta culturale con ritmi, quantità e qualità frenetici e capaci di raccoglie la sfida dell’accelerazione. Nei territori slow si privilegiano, invece, il rallentamento dei ritmi e la valorizzazione di alcune nicchie di offerta culturale.
L’indice per la prima volta quest’anno verrà utilizzato nella Qualità della vita 2019, la classifica che storicamente viene pubblicata a fine anno e che misura i livelli di benessere del territorio. Quest’anno la storica indagine del Sole 24 Ore compie 30 anni dalla sua prima edizione pubblicata nel 1990 e, per l’occasione, verrà anticipata da una serie di tappe tematiche di avvicinamento durante l’anno. Con il tempo libero si celebra così la terza puntata di un percorso che si svilupperà durante tutto l’anno è che è partito lo scorso lunedì 25 marzo con la pubblicazione dell’Indice del clima ed è stato alimentato a maggio con l’Indice della Salute.