Atlante cellulare della malaria: creata la prima mappa dettagliata del comportamento individuale dei parassiti responsabili dell’infezione veicolata dalla zanzara
Ricercatori del Wellcome Sanger Institute britannico hanno completato l’Atlante cellulare della malaria, “la prima mappa dettagliata del comportamento individuale dei parassiti” responsabili dell’infezione veicolata dalla zanzara, “attraverso tutti gli stadi del loro complicato ciclo di vita”. L’annuncio è pubblicato su ‘Science‘, dove il ‘Malaria Cell Atlas‘ viene definito come la “panoramica a più alta risoluzione dell’espressione genica dei parassiti” vettori, che permetterà di “monitorare il modo in cui i patogeni cambiano nel passaggio dall’insetto all’organismo ospite” e “rivoluzionerà la ricerca” di nuove armi contro la malattia: farmaci, vaccini e altri strumenti di prevenzione.
Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, l’infezione ha colpito nel 2017 oltre 200 milioni di persone nel mondo con circa 450 mila morti, la maggior parte dei quali bambini al di sotto dei 5 anni. Mentre si stanno facendo progressi nello sviluppo di un vaccino, sul fronte farmaci le autorità sanitarie fanno i conti con la diffusione di forme resistenti alle terapie disponibili. E la messa a punto di nuovi trattamenti è ostacolata dal fatto che la funzione di quasi la metà dei geni del parassita patogeno è sconosciuta.
“Per sconfiggere la malaria dobbiamo comprendere tutti i trucchi che il parassita utilizza durante il suo ciclo di vita – afferma l’autrice principale, Mara Lawniczak – L‘Atlante cellulare della malaria ci dice quanto i parassiti siano diversi l’uno dall’altro, anche quando geneticamente identici”. La speranza è che il nuovo strumento offra un “riferimento per capire come i parassiti cambiano i propri comportamenti in risposta ai nostri sforzi per controllarli. Saperlo ci aiuterà a scoprire come combatterli ed eliminarli” agendo sui loro talloni d’Achille.
Per creare la mappa, gli scienziati hanno isolato 1.787 singoli parassiti della malaria, in 10 stadi del loro intero ciclo di vita all’interno sia della zanzara sia dell’uomo, e ne hanno misurato l’attività genica. “Sapere quali sono i geni chiave in ogni fase del ciclo di vita del parassita – precisano infatti ricercatori – è utile a comprendere i possibili punti deboli e a individuare futuri bersagli farmacologici“. Osservando l’attività genica e incrociando le nuove informazioni con altre raccolte in precedenza, il team ha provato inoltre a far luce sul ruolo del 40% dei geni che resta misterioso. “Abbiamo dedotto funzioni finora completamente ignote”, riferisce Andrew Russell, primo autore congiunto insieme a Virginia Howick.
Attraverso un’altra tecnologia a singola cellula, l’équipe inglese ha quindi ampliato l’Atlante cellulare della malaria con l’esame di ulteriori 16 mila parassiti che infettano topi, scimmie ed esseri umani, rilevando un’attività genetica simile anche quando i patogeni attaccano ospiti tanto diversi. L’idea alla base è che, identificando i geni cruciali in più specie parassitarie, sia più facile individuare target farmacologici utili contro tutte e 5 le specie che colpiscono l’uomo.
Gli studiosi hanno infine raccolto parassiti presenti nel sangue di 3 pazienti kenioti che avevano contratto la malattia, in modo da capire quali sono i geni essenziali per l’infezione in un contesto di contagio reale e non riprodotto in laboratorio.