Diabete di tipo 2, semaglutide orale somministrato una volta al giorno ha dimostrato di non comportare un eccesso di rischio cardiovascolare rispetto al placebo
Nei pazienti con diabete di tipo 2 semaglutide orale somministrato una volta al giorno ha dimostrato di non comportare un eccesso di rischio cardiovascolare rispetto al placebo. E’ il messaggio principale che deriva da uno studio denominato PIONEER-6 appena pubblicato sul New England Journal of Medicine.
La malattia cardiovascolare è la principale causa di morte nei pazienti con diabete di tipo 2 e l’esclusione di un rischio cardiovascolare in eccesso è un requisito normativo per le nuove terapie antidiabetiche. Gli agonisti del recettore GLP-1 sono farmaci ben noti per ridurre il glucosio per il trattamento del diabete di tipo 2 e sono associati a riduzioni del peso corporeo e un basso rischio di ipoglicemia.
Questi agenti hanno mostrato sicurezza cardiovascolare (lixisenatide ed exenatide) e, in alcuni casi, addirittura dei benefici (liraglutide, albiglutide, semaglutide per via iniettiva e, più recentemente, dulaglutide). In diversi studi i pazienti con diabete di tipo 2 che hanno ricevuto un’iniezione sottocutanea una volta alla settimana di semaglutide hanno riportato un rischio inferiore del 26% dell’outcome cardiovascolare primario rispetto al placebo. Le recenti linee guida per il trattamento del diabete e della cardiologia raccomandano gli agonisti del recettore del GLP-1 come opzione di trattamento di seconda linea per gli adulti con diabete di tipo 2.
Tutti gli agonisti del recettore del GLP-1 attualmente approvati vengono somministrati per via sottocutanea. La versione orale di semaglutide è stata sviluppata sotto forma di una compressa da assumersi una volta al giorno, a vantaggio dei tanti pazienti che non gradiscono le iniezioni. Rispetto alla formulazione iniettiva una volta alla settimana, semaglutide orale ha un profilo di assorbimento diverso ma proprietà farmacocinetiche ed effetti simili, indipendentemente dalla via di somministrazione.
Lo studio PIONEER 6
Lo studio di fase IIIa Peptide Innovation for Early Diabetes Treatment (PIONEER) 6 è un trial randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo specificamente progettato per escludere un eccesso di rischio cardiovascolare con semaglutide orale tra i pazienti con diabete di tipo 2.
Ha coinvolto oltre 3000 pazienti ad alto rischio cardiovascolare (età ≥50 anni con malattia cardiovascolare o renale cronica accertata o età ≥ 60 anni con soli fattori di rischio cardiovascolare), assegnati in modo casuale a ricevere semaglutide orale o placebo per un tempo mediano di 15,9 mesi.
L’outcome primario in un’analisi time-to-event era il verificarsi di un evento cardiovascolare avverso maggiore (morte per cause cardiovascolari, infarto miocardico non fatale o ictus non fatale). Lo studio è stato progettato per escludere l’80% di rischio cardiovascolare in eccesso rispetto al placebo.
Nessun eccesso di rischio cardiovascolare
I principali eventi avversi cardiovascolari si sono verificati in 61 su 1591 pazienti (3,8%) nel gruppo semaglutide orale e in 76 su 1592 pazienti (4,8%) nel gruppo placebo (hazard ratio 0,79, p<0,001 per non la non-inferiorità e p=0,17 per la superiorità).
I risultati per le varie componenti dell’outcome primario sono stati: morte per cause cardiovascolari 0,9% nel gruppo semaglutide orale e 1,9% nel gruppo placebo (HR 0,49), infarto miocardico non fatale rispettivamente di 2,3% e 1,9% (HR 1,18), ictus non fatale 0,8% vs 1,0% (HR 0,74).
La morte per qualsiasi causa si è verificata nell’1,4% dei soggetti del gruppo semaglutide orale e nel 2,8% nel gruppo placebo (HR 0,51).
Gli eventi avversi gastrointestinali che hanno portato alla sospensione del trattamento sono stati più elevati con semaglutide orale.
«Questo studio sugli esiti cardiovascolari ha raggiunto il suo obiettivo primario di escludere un rischio cardiovascolare in eccesso dell’80% con semaglutide orale, confermando la non inferiorità rispetto al placebo per l’outcome primario (HR 0,79)», hanno commentato i ricercatori. «Un risultato coerente con quelli emersi negli altri trial sugli esiti cardiovascolari pubblicati sugli agonisti del recettore del GLP-1, che hanno confermato l’assenza di un eccesso di rischio cardiovascolare».
«Un alto tasso di completamento (99,7%), un’alta percentuale di pazienti che hanno continuato a ricevere semaglutide orale (> 80%) e lo stato vitale completo noto alla fine dello studio per tutti i pazienti assegnati in modo casuale al trattamento indicano un’elevata validità per lo svolgimento dello studio e per i risultati ottenuti», hanno concluso.