Mucopolisaccaridosi, dati clinici incoraggianti per la terapia genica OTL-203. Nei primi pazienti trattati è stato osservato un aumento dell’enzima che è carente a causa della malattia
Sono incoraggianti i dati della sperimentazione clinica che sta valutando la sicurezza e l’efficacia di OTL-203, la terapia genica di Orchard Therapeutics per il trattamento della mucopolisaccaridosi di tipo I (MPS I), originariamente sviluppata presso l’Istituto San Raffaele-Telethon per la Terapia Genica (SR-Tiget) di Milano. I risultati, che includono fino a 12 mesi di follow-up per il primo paziente trattato, sono stati presentati al congresso annuale della SSIEM (Society for the Study of Inborn Errors of Metabolism).
La MPS I è una malattia ereditaria da accumulo lisosomiale, progressiva e spesso letale, che colpisce i bambini: la forma più severa è nota come sindrome di Hurler. I pazienti soffrono di una costellazione di sintomi molto gravi, tra cui compromissione neurocognitiva, deformità scheletrica, perdita della vista e dell’udito e complicanze polmonari e cardiovascolari.
Finora, nello studio clinico su OTL-2013, sei pazienti con sindrome di Hurler sono stati trattati con una formulazione crioconservata della terapia genica. Tutti i pazienti sono stati seguiti per un minimo di due mesi, con il follow-up più lungo che si è esteso a 12 mesi. Al momento del trattamento, i partecipanti al trial avevano un’età compresa fra 14 e 35 mesi: cinque su sei erano stati precedentemente trattati con terapia enzimatica sostitutiva e l’avevano interrotta tre settimane prima dell’arruolamento, conformemente al protocollo di sperimentazione.
Gli endpoint primari dello studio sono la sicurezza, l’attecchimento ematologico entro il 45esimo giorno successivo al trattamento e l’efficacia preliminare misurata dall’attività dell’enzima IDUA un anno dopo il trattamento. Lo studio ha dimostrato che la terapia genica OTL-203 e il regime di condizionamento selezionato sono stati ben tollerati. Inoltre, è stata osservata una rapida ricostituzione ematologica, con attecchimento di neutrofili e piastrine entro tre settimane dal trattamento, e un’espressione sopra la norma dell’enzima IDUA nel sangue periferico, con il primo paziente trattato che ha raggiunto livelli enzimatici 10 volte superiori alla norma e stabili nel tempo fino a 12 mesi dopo la terapia genica.
“Abbiamo fatto buoni progressi con la sperimentazione clinica per la MPS I e siamo incoraggiati da questi risultati provvisori, con diversi pazienti che hanno raggiunto un attecchimento stabile delle cellule staminali del sangue geneticamente corrette, e con un’espressione dell’enzima alfa-L-iduronidasi (IDUA) e promettenti effetti clinici preliminari nel paziente con 12 mesi di follow-up”, ha commentato la prof.ssa Maria Ester Bernardo, co-sperimentatrice principale presso l’SR-Tiget. “Non vediamo l’ora di completare l’arruolamento e valutare formalmente questa nuova terapia sperimentale per i pazienti affetti da questa condizione spesso fatale”.
Gli endpoint secondari ed esplorativi dello studio includono la normalizzazione dei glicosaminoglicani urinari (GAG), la velocità di crescita e gli effetti sulla funzione motoria e cognitiva a uno e due anni dopo il trattamento. Nei primi due pazienti trattati, con 12 mesi e 6 mesi di follow-up, è stata osservata una rapida correzione metabolica dei livelli di GAG nelle urine e nel liquido cerebrospinale, riflettendo il ripristino dell’espressione dell’enzima IDUA nel sistema nervoso centrale e periferico. Nel paziente con 12 mesi di follow-up, la valutazione clinica ha mostrato segni di ripresa nella crescita, un miglioramento delle capacità motorie e un punteggio cognitivo stabile.
“I dati che emergono dal programma MPS I si aggiungono al crescente numero di prove che il nostro approccio, basato su cellule staminali del sangue geneticamente modificate, ha il potenziale per correggere in modo permanente diversi disturbi neurometabolici”, ha detto la dr.ssa Andrea Spezzi, Chief Medical Officer di Orchard. “Riteniamo che le nostre terapie geniche potrebbero cambiare radicalmente la vita dei pazienti nati con MPS I o con altre malattie devastanti e rapidamente progressive che colpiscono il sistema nervoso centrale”.
Lo studio clinico su OTL-203 è tuttora in corso e si prevede l’arruolamento di otto pazienti entro la prima metà del 2020: i risultati degli endpoint primari saranno riportati dopo un anno di follow-up.