I trattamenti per il tumore al testicolo possono danneggiare, per un tempo provvisorio o in maniera permanente, la fertilità: un aiuto dalla crioconservazione
I trattamenti per il tumore al testicolo possono danneggiare, per un tempo provvisorio o in maniera permanente, la fertilità. Per questo, prima dell’inizio delle cure, è bene parlare con il medico delle proprie aspettative e valutare la possibilità di attuare strategie per preservare la possibilità di avere un figlio. La crioconservazione – il cosiddetto congelamento del seme – è una possibilità che dovrebbe essere sempre fornita ai pazienti con tumore del testicolo.
La procedura consiste nella raccolta di uno o più campioni di sperma che vengono congelati in azoto liquido a una temperatura prossima ai 200 gradi sotto zero, in modo da poter conservarli per molti anni. La raccolta dello sperma può essere eseguita prima o dopo l’intervento di orchiectomia. In ogni caso, deve avvenire prima dell’inizio della chemioterapia o radioterapia.
Nel dettaglio, ecco gli effetti dei diversi trattamenti per il tumore al testicolo sulla fertilità.
- Orchiectomia: l’asportazione di un testicolo generalmente non compromette la fertilità. Il testicolo rimasto è infatti in grado di sopperire alla perdita aumentando la produzione di spermatozoi e di ormoni sessuali. È però opportuno verificare la reale funzionalità del testicolo sano prima dell’intervento.
- Radioterapia: ha effetti temporanei sulla fertilità. Nel corso della radioterapia viene erogata una massiccia dose di radiazioni sull’addome e, in alcuni casi, nell’area circostante l’inguine. Anche se viene applicato un apposito dispositivo per proteggere il testicolo residuo dalle radiazioni, questo può comunque essere esposto a una dose di radiazioni sufficiente a ridurre la produzione dello sperma e a indurre alterazioni negli spermatozoi che, in caso di fecondazione, possono causare malformazioni nel feto. L’effetto si protrae per qualche mese dopo la fine del trattamento. A causa dei potenziali danni agli spermatozoi, è opportuno non cercare di avere figli durante la radioterapia e per un anno dopo il termine del trattamento.
- Chemioterapia: comporta una perdita temporanea della fertilità. In genere oltre il 70 per cento dei pazienti con tumore al testicolo che si sottopone a chemioterapia recupera la capacità di procreare nel giro di pochi mesi dopo il termine del trattamento. La capacità di recupero è tanto più bassa quanto più alte sono le dosi di chemioterapici ricevuti. In genere il recupero della fertilità richiede circa due anni. In questo periodo è comunque sconsigliato cercare il concepimento allo scopo di evitare malformazioni o aborti spontanei.
- Linfoadenectomia: non incide sulla fertilità. La linfoadenectomia non compromette in alcun modo la possibilità di avere figli. Tuttavia, in alcuni casi può avere un impatto sull’eiaculazione. È possibile infatti che durante l’intervento sia necessario asportare i fasci nervosi deputati all’eiaculazione (o che vengano danneggiati per errore). Quando ciò avviene, al momento dell’eiaculazione lo sperma non viene spinto fuori dall’organismo attraverso l’uretra, ma scorre a ritroso nella vescica. La condizione è definita eiaculazione retrograda. Quando è presente, non è possibile avere figli con un rapporto sessuale ma è necessario ricorrere a tecniche di fecondazione assistita.