Agrigento, torture sui migranti: arrestati 3 scafisti


Torture sui migranti: arrestati tre scafisti ad Agrigento. Le violenze avvenivano nell’ex base militare di Zawyia, città della costa libica

Torture sui migranti: arrestati tre scafisti ad Agrigento. Le violenze avvenivano nell'ex base militare di Zawyia, città della costa libica

Sono stati fermati dalle Squadre mobili di Agrigento e Messina i tre scafisti torturatori di Zawyia la città della costa libica dove, dentro una ex base militare, vengono sequestrati centinaia di migranti in attesa di partire per l’Europa.

I tre uomini di 22, 24 e 26 anni sono accusati di gravissimi reati per i quali sono state raccolte molte testimonianze dagli investigatori, tutte concordanti tra loro.

I migranti, arrivati in Italia accompagnati dai tre scafisti, hanno testimoniato ancora una volta di violenze e minacce inaudite per costringere le persone sequestrate dentro la base militare, a fornire denaro per essere rilasciati.

Uomini, donne e bambini venivano chiusi a chiave dentro enormi capannoni; pane duro e acqua di mare costituivano il loro sostentamento. Ciclicamente gli uomini venivano picchiati con bastoni e tubi di gomma; frustati con cavi elettrici e minacciati costantemente con armi.

Le donne, come si legge sul sito ufficiale della Polizia di Stato, venivano spesso stuprate dai propri aguzzini.

Lo scopo di tale trattamento era quello di ridurre in condizione di sudditanza i migranti, fino a costringerli a chiamare i familiari nel Paese di origine e farsi inviare il denaro necessario per essere liberati e imbarcati su natanti di fortuna.

A chi si rifiutava di telefonare o a chi cercava di fuggire venivano riservate violenze ulteriori: scosse elettriche, bastonature e in alcuni casi anche l’uccisione a colpi di mitra.

Per chi non poteva pagare o si rifiutava di fornire la somma richiesta, circa 6 mila euro, il destino era quello di esser venduto ad altre bande criminali per lo sfruttamento lavorativo o sessuale.