Diabete: obesità è fattore di rischio più importante


Obesità più importante fattore di rischio per lo sviluppo del diabete di tipo 2, superiore alla predisposizione genetica alla malattia o a uno stile di vita poco salutare secondo un nuovo studio

Obesità più importante fattore di rischio per lo sviluppo del diabete di tipo 2, superiore alla predisposizione genetica alla malattia o a uno stile di vita poco salutare

L’obesità è decisamente il più importante fattore di rischio per lo sviluppo del diabete di tipo 2, superiore alla predisposizione genetica alla malattia o a uno stile di vita poco salutare, secondo quanto emerso da un ampio studio danese caso-controllo presentato al congresso della European Association for the Study of Diabetes (EASD) 2019 che si è tenuto a Barcellona.

In particolare, tra le persone vicine ai 60 anni la probabilità di sviluppare il diabete di tipo 2 nel decennio successivo è risultata essere circa sei volte maggiore se erano obese rispetto all’essere normopeso, un rischio molto superiore a quello derivante da uno stile di vita non salutare (legato a fumo, consumo di alcol, una dieta povera e mancanza di esercizio) o alla predisposizione genetica.

I risultati evidenziano «l’importanza della gestione del peso nella prevenzione del diabete di tipo 2 in tutti i gruppi a rischio genetico», ha sottolineato Hermina Jakupović dell’Università di Copenaghen, in Danimarca.

«Poiché la perdita di peso può ritardare l’insorgenza del diabete di tipo 2 tra i pazienti obesi con ridotta tolleranza al glucosio, prima implementiamo questi interventi (modelli di comportamento per uno stile di vita salutare), migliore sarà il risultato».

Peso, stile di vita e geni influenzano il rischio di diabete

Ricerche precedenti hanno dimostrato che interventi sullo stile di vita e una perdita di peso efficace possono ritardare l’insorgenza del diabete di tipo 2 e altri studi hanno identificato circa 200 mutazioni genetiche legate al rischio di diabete, ma non è chiaro fino a che punto obesità, stile di vita non salutare e predisposizione genetica al diabete siano predittori indipendenti dello sviluppo della malattia.

Per questo motivo i ricercatori hanno condotto uno studio di caso-coorte su 57mila partecipanti allo studio danese Diet, Cancer, and Health. Di questi erano disponibili i dati genotipici di poco meno di 10mila soggetti dei quali, durante un follow-up medio di 14,7 anni, il 49,5% ha sviluppato diabete di tipo 2.

Hanno quindi confrontato i 4729 nuovi casi di diabete con i 5402 partecipanti che non avevano sviluppato la malattia. Al basale, i partecipanti avevano un’età media di 56,1 anni (intervallo, 50-65 anni) e il 49,6% erano donne. Circa un terzo aveva un indice di massa corporea normale (BMI <25 kg/m2) e il resto era in sovrappeso (43%; BMI> 25-30 kg/m2) o obeso (22,8%; BMI> 30 kg/m2).

Uno stile di vita salutare è stato definito dall’osservanza di tre buone abitudini di su quattro: non fumare, svolgere attività fisica regolare, seguire una dieta sana (basata sulle raccomandazioni nutrizionali nordiche del 2012) e consumare una moderata quantità di alcol (fino a 1 bevanda al giorno per le donne e 2 al giorno per gli uomini). Sulla base di questi criteri, il 53,3% dei partecipanti presentava un consumo moderato di alcol, il 64,1% non fumava, il 50,3% svolgeva un’attività fisica regolare e il 52,8% aveva una dieta sana.

I ricercatori hanno calcolato un punteggio di rischio genetico per il diabete per ciascun partecipante in base alla presenza di 193 polimorfismi a singolo nucleotide (SNP) fortemente associati al diabete di tipo 2. Hanno classificato i partecipanti con un rischio genetico basso, intermedio o alto (rispettivamente il 20% per il più basso, il 60% per quello intermedio e il 20% per il più alto).

Rispetto a un basso rischio genetico, un alto rischio raddoppiava le probabilità di sviluppare il diabete, dopo l’aggiustamento per più fattori confondenti. Avere uno stile di vita non salutare aumentava moderatamente (+18%) il rischio di sviluppare la malattia rispetto a uno stile di vita sano. Ma l’obesità comportava un rischio quasi sei volte maggiore in confronto ad avere un peso corporeo normale.

L’obesità come principale fattore di rischio a dispetto di buoni geni

Anche nel sottogruppo di persone con un basso punteggio di rischio genetico, rispetto alle persone normopeso gli obesi avevano un rischio oltre sei volte maggiore di sviluppare il diabete.

Inoltre, in questo sottoinsieme a basso rischio genetico, rispetto alle persone con un peso normale e uno stile di vita sano, chi era obeso e aveva uno stile di vita non sano aveva un rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 quasi dieci volte superiore.

«L’effetto dell’obesità sul rischio di diabete di tipo 2 è dominante su altri fattori di rischio», hanno concluso gli autori.